Le grandi donne nella storia: Cornelia
Oggi cominciamo una bellissima rubrica sulle Donne che hanno fatto parlare di sé nella Storia, o hanno fatto la Storia, o sono state la Storia.
Partiamo da lei, Cornelia. Prima “Figlia di”, poi “Madre di”, quella che personalmente considero la prima Donna Moderna così dibattuta tra i diversi ruoli che la società le imponeva – con questo famoso ritratto che ha accompagnato i lunghi pomeriggi di noi del Classico, la ricordate sulla copertina di quel diffusissimo testo?
Ebbene, non l’ho scelta per questo motivo, ma perchè mi è sempre sembrata con quel suo stilo e quel suo “taccuino” anche una preziosa immagine di proto-Giornalista. E quindi, ecco, con Cornelia, apriamo! Buona lettura
Monica
Nel Patio della villa di Cornelia, sul colle Quirinale, in un pomeriggio d’estate, sedevano alcune matrone romane che erano venute in visita ed a sfoggiare i loro costosi abiti di seta ed i loro gioielli. Sorseggiavano una bibita fatta con acqua, limone, menta e miele e mostravano l’un l’altra i vari anelli e bracciali che indossavano. Cornelia le guardava in silenzio e un po’ divertita. Indossava una semplice tunica ed una stola e nessun ornamento ed oggetto prezioso.
Una matrona le chiese di farsi portare dall’ancella i suoi gioielli perché erano tutte curiose di poterli ammirare.
Cornelia chiamò i suoi due figli maschi, Tiberio e Caio, che stavano giocando in giardino e accarezzandoli disse: “Haec sunt ornamenta mea” “questi sono i miei gioielli”.
Era la figlia di Publio Cornelio Scipione Africano, vincitore della seconda Guerra Punica.
A 15 anni sposò Tiberio Sempronio Gracco, molto più grande di età. Il matrimonio tuttavia fu un matrimonio felice e Cornelia partorì ben 12 figli, di cui solo tre sopravvissero: Sempronia, che poi sposò suo cugino Scipione Emiliano, ed due figli maschi, Tiberio e Caio
Cornelia era molto colta, cosa rara per le donne dell’epoca, parlava perfettamente la lingua greca ed era esperta nella retorica sia latina che greca. Volle quindi che anche i propri figli ricevessero un’educazione ed una formazione culturale eccellente.
Restò vedova a 35 anni e non volle più sposarsi, dedicando la propria vita all’educazione ed alla carriera dei figli. La chiese in matrimonio anche il Faraone Tolomeo VIII, sposando il quale sarebbe diventata Regina d’Egitto, ma preferì restare a Roma ad aiutare, consigliare e incitare i suoi due figli nel loro “cursus honorum”, anche se la loro carriera politica, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, si concluse in modo tragico.
Furono infatti uccisi a seguito delle lotte da loro intraprese contro i grandi latifondisti che si opponevano alle riforme agrarie fatte votare prima da Tiberio e, dieci anni dopo, da Caio, come Tribuni della Plebe.
Rimasta sola, Cornelia si ritirò nella sua villa di Capo Miseno dove morì a 90 anni, contenta perché finalmente tutti la chiamavano non più “la figlia di Scipione”, come avveniva in gioventù, ma “la madre dei Gracchi”.
Studioso, appassionato lettore, profondo conoscitore della storia e dell’animo umano, sa citare le poesie di Catullo a memoria.