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Laura Rogora, quando arrampicare è un’arte: “Il mio sogno è salire sempre più su”

Laura Rogora, quando arrampicare è un'arte - Foto di Nicola Milanese
Laura Rogora, quando arrampicare è un’arte – Foto di Nicola Milanese

“Grandi cose si compiono quando gli uomini e le montagne si incontrano.”
(William Blake)

19 anni vissuti sospesi nell’aria, alla ricerca di un obiettivo da raggiunge, una vetta da conquistare, un record da abbattere. La giovane età, una timidezza malcelata e il volto da bambina di Laura Rogora al primo impatto ingannano l’interlocutore, le parole e il suo approccio alla vita disvelano una calma interiore e un equilibrio mentale da veterani dello sport. Laura Rogora rappresenterà l’Italia nell’arrampicata sportiva alle prossime Olimpiadi di Tokyo, un risultato eccezionale ottenuto dopo le qualificazioni di Tolosa a fine 2019. La disciplina sarà presente per la prima volta nella storia in un’Olimpiade e Laura, con questa qualificazione, farà parte di una ristrettissima cerchia di atlete provenienti da tutto il mondo.

Il suo curriculum è un elenco di risultati raggiunti prestissimo, quando a 14 anni diviene la prima arrampicatrice italiana ad aver salito una via di 9a, con la ripetizione di ‘Grandi Gesti’ a Sperlonga. Nel Campionato del mondo giovanile di arrampicata diviene campionessa della lead nel 2016 nella categoria Youth B e medaglia d’argento nel 2018 nella categoria Youth A. Le soddisfazioni si susseguono con il primo oro mondiale nella massima categoria, grazie alla vittoria della Coppa del Mondo di Lead a Briançon, Il 22 agosto del 2020. Laura ha vinto anche il Campionato italiano lead di arrampicata nel 2015 e del 2016 e il Campionato italiano boulder di arrampicata, sempre nel 2015 e 2016.. L’ultimo grande risultato è datato 25 Luglio 2020, quando a Rodellar in Spagna diviene la prima scalatrice italiana e la seconda donna al mondo a salire una via di grado 9b.

  • Ciao Laura, come stai e dove ti trovi in questo momento?

Ciao, sto bene, anche se le ultime notizie non sono delle migliori in questo momento storico, ma è un problema che riguarda tutti. Mi trovo a Trento dove mi sono trasferita per potermi allenare meglio, qui ci sono molte palestre e strutture destinate alla mia disciplina. 

  • Quali sono gli aspetti che ami di questa città e cosa ti manca, invece, di Roma?

Trento è una città molto più piccola ed è tutto a portata di mano. Ci sono molte palestre nelle vicinanze, per raggiungere i luoghi di allenamento impiego pochi minuti, mentre a Roma le distanze sono troppo grandi e si può perdere anche un’ora in macchina, nel traffico… La città si visita in poco tempo, ma rispetto a Roma ci sono meno cose da vedere, ovviamente il paragone non regge. Mi mancano sicuramente le passeggiate nel centro storico di Roma, qualcosa di imparagonabile rispetto a tutte le altre città.

  • Raccontaci com’è nata la tua passione per il climbing?

Ho iniziato ad arrampicare grazie al mio papà, era un appassionato di montagna e quando avevo quattro o cinque anni mi ha portato insieme a mia sorella a provare su roccia. Mi è subito piaciuto e siccome avevamo una palestra vicino casa ho iniziato ad allenarmi con il mio primo allenatore. Ho cominciato a fare le prime gare, anche se in realtà non disdegnavo neanche la ginnastica artistica. Ma dopo un anno ho scoperto che l’arrampicata era la mia vera passione.

Foto: newspower.it
  • Quante ore al giorno ti alleni? Riesci a coniugare il tempo da dedicare agli allenamenti con lo studio?

Dipende dal periodo, durante il periodo invernale mi alleno più o meno per quattro ore al giorno. Lo scorso anno, dopo la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo, avevo deciso di lasciare l’Università, poi ci ho ripensato e mi sono iscritta alla Facoltà di Matematica.

  • Alle Olimpiadi di Tokio rappresenterai l’Italia per questa disciplina, è un sogno che si avvera, oppure per te il meglio deve ancora arrivare? Salirai altre montagne, ti aspetti di salire ancora più su anche con i risultati?

Essere lì è già un sono che si avvera. Non so cosa aspettarmi da quella gara, cercherò certamente di mettercela tutta, ma non voglio fare promesse.

  • Tra i molti commentatori dei tuoi video salta all’occhio una ristretta rappresentanza italiana, cosa ne pensi del meno seguito che in Italia riscuote questo sport rispetto ad altri paesi?

Non saprei indicare i reali motivi, ma sicuramente è un dato di fatto. Ad esempio in Giappone sta diventando un sport popolarissimo, attorno all’arrampicata ruotano più risorse economiche e investimenti, questo può essere uno dei motivi della sua popolarità. Gli atleti sono molto conosciuti. Negli ultimi anni in Italia il seguito è cresciuto abbastanza, ma per ora resta uno sport di nicchia.

  • C’è un pensiero ricorrente che ti viene in soccorso nella tua testa mentre conduci le tue lunghe arrampicate in solitaria?

Onestamente quando arrampico non penso quasi a nulla, cerco solo di concentrarmi sui miei gesti atletici, sulla salita. Anzi, ora ricordo, ti dico che quando è successo di pensare a qualcos’altro ho sempre fallito gli obiettivi. Preferisco non distrarmi.

Foto: profilo Facebook
  • Quali sono i luoghi o le falesie che preferisci, quelle  che ti trasmettono qualcosa?

Le falesie che ho visitato e che mi hanno maggiormente impressionato sono quelle spagnole come ad esempio Margalef e Rodellar. In Spagna ce ne sono tantissime, con tante vie. La Spagna è la meta ideale delle vacanze di Natale per gli atleti che vorrebbero allenarsi anche in quel periodo.

  • Cosa ti aspetti dal tuo futuro? Cosa vuoi fare da grande?

Francamente non so cosa vorrò fare da grande, mi sono iscritta alla Facoltà di Matematica perché mi diverte anche studiarla, ma devo ancora capire cosa mi riserverà il futuro. Ora faccio parte del gruppo sportivo della Polizia di Stato che mi permette di allenarmi, per adesso il mio lavoro è questo.

Concludiamo tutte le nostre interviste con tre domande più “leggere” le cui risposte saranno successivamente raccolte in un pezzo unico. Quale libro stai leggendo? Qual è la canzone che ti accompagna in questo mese? Qual è la tua ricetta o il tuo piatto preferito?

L’ultimo libro che ho letto è di Jerry Moffatt, un grande arrampicatore e tratta ovviamente il tema dell’arrampicata. Il mio piatto preferito è il risotto alla zucca, mentre ascolto frequentemente tutte le canzoni di Fabrizio De Andrè.