Dietro una grande donna ci sono grandi donne: il cammino di Kamala Harris
Le “prime” donne che hanno costruito la strada di Kamala Harris alla vice-presidenza degli Stati Uniti d’America.
Sebbene io sia la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l’ultima! “Penso a mia madre, Shyamala Gopala Harris, penso a lei e a intere generazioni di donne, nere, asiatiche, bianche, latine, native americane, che hanno costruito la strada per questo preciso momento. “.
Donne che hanno combattuto e sacrificato così tanto per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti, comprese le donne afroamericane, spesso trascurate ma che spesso dimostrano di essere la spina dorsale della nostra democrazia”. Queste le parole di Kamala Harris, appena eletta nuova vice presidente degli Stati Uniti nel mandato di Joe Biden, la prima donna ad assumere questo incarico nella storia della nazione e rappresentante della comunità nera e quella asio-americana per le sue origini indiane da parte di madre. Un miracolo, il primo che il 2020 fa e che infonde un’infusione e diciamolo, per certi versi, di “trasfusione” di energia a chiunque abbia lottato per l’eguaglianza, l’inclusione, la rappresentanza e la parità di genere e sta lottando ancora oggi. Kamala Harris ha parlato di una strada, un cammino costruito mattone dopo mattone, tassello dopo tassello da moltissime donne fin dai primi anni del 1900. Proviamo a ricomporre qualche pezzo di questo sognante puzzle di grandi donne, descrivendo il contributo di 7 di loro.
- Margaret Madeline Chase Smith
Considerata quasi una regina delle prime volte nella politica americana, Margaret Chase Smith, nata nel 1897, repubblicana del Maine, è stata la prima donna eletta sia alla Camera dei rappresentanti che al Senato del Congresso degli Stati Uniti e la prima ad essere votata dal suo partito come possibile candidata alla presidenza. È stata di grande ispirazione non solo per i tanti primati raggiunti ma per la sua attitudine verso il futuro. Nel periodo delle sua campagna per la presidenza, nel 1964 infatti disse: “Mi faccio poche illusioni e non ho molti fondi ma non mollerò fino alla fine. Quando le persone continuano a dirti che non puoi fare qualcosa, hai il dovere di tentare”.
- Patsy Mink
Come tutti sappiamo, Kamala Harris ha origini giamaicane ed indiane e questo fa di lei la prima donna asio-americana alla vicepresidenza. Prima di lei, ad inaugurare il cammino delle donne di origine asiatica all’interno del mondo delle istituzioni politiche americane, Patsy Mink. Nel 1959 è stata lei la prima donna di colore e asio-americana eletta rappresentante dello stato delle Hawaii al Congresso per il partito democratico. Tra le sue attività più memorabili, la campagna contro la Guerra in Vietnam.
- Shirley Chisholm
La storia ha visto in prima linea Shirley Chisholm, la prima donna nera a far parte del Congresso degli Stati Uniti nel 1969 e la prima donna in assoluto nel 1972 a candidarsi ufficialmente alle presidenziali con il partito democratico. Nonostante non sia riuscita a farsi eleggere come rappresentante dei democratici perché senza un grande supporto da parte di donne e comunità afro-americana ( pensavano non ci fossero possibilità di vittoria), rappresenta l’esempio, il punto di partenza per le donne americane e soprattutto per le afro-americane. Shirley Chisholm ha anche dovuto fronteggiare dei commenti che oggi definiremmo sessisti ai limiti del bullismo: un articolo del New York Times proprio del 1972 si “preoccupava” di descriverla fisicamente, sottolineandone la Non bellezza, i lineamenti spigolosi, gli occhi troppo piccoli e dei denti sporgenti. Come rimarcato anche da CNN e da un’eccellenza del mondo del cinema e della Tv come la premio Oscar Viola Davis, Shirley Chisholm ha gettato le basi solide della strada percorsa da Kamala Harris fino alla Casa Bianca.
4. Ruth Bader Ginsburg
Alla sua scomparsa, lo scorso settembre 2020, su di lei Kamala Harris ha detto e scritto: “Poche altre persone hanno fatto tanto per cambiare le vite del popolo americano più di quanto Ruth Bader Ginsburg abbia fatto come avvocato, legislatore e giudice della corte suprema”. Non avrà direttamente contribuito a portare la Harris dov’è oggi ma la Bader Ginsburg tutt’ora è tra le uniche 5 donne ad aver fatto parte dell Corte Suprema degli Stati Uniti. Che altro bisogna dire? La sua eredità e il suo contributo sono cristallini per tutte e tutti.
5. Sarah Palin
La ricordiamo tutti per il suo essere ed essere stata fin troppo fedele ai conservatorissimi ideali repubblicani con tutte le negatività che il superlativo assoluto si porta dietro. Pro-pena di morte ed anti-abortista, Sarah Palin è stata la prima donna rappresentante del partito Repubblicano ad essere scelta come candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti, accanto a John McCain che nel 2008 perse contro Barack Obama. Se Sarah Palin quindi è purtroppo un esempio da non seguire in quanto a rappresentanza, inclusione e diritti delle donne, data la sua politica omofoba, antiabortista, anti-animalista e chi più ne ha, più ne metta, non si può negare che Sarah Palin abbia fatto parlare di sé, abbia fatto sentire la sua presenza e personalità nel mondo maschilista della politica americana e abbia quindi aggiunto un altro tassello di quella strada verso il primato raggiunto da Kamala Harris e gliene va reso atto.
6. Michelle Obama
A maggio, su Netflix, abbiamo conosciuto una Michelle Obama inedita, grazie a Becoming, il film che la ritrae e la accompagna nel tour di promozione del suo libro-biografia che dà il titolo al documentario. L’ex first lady e moglie del 44° Presidente degli Stati Uniti D’America, Barack Obama, non ha solo contribuito al cammino politico di kamala Harris ma ha forgiato quello emozionale, quello che ha la parola empatia come chiave del successo. Michelle Obama è la donna che è stata presentata come colei che “ha fatto sempre sentire che la Casa Bianca era casa nostra, la casa della gente”. E se si vocifera prima o poi un suo ritorno alla Casa Bianca, magari nell’impresa in cui Hillary Clinton non è riuscita, si può affermare che Michelle Obama ha dimostrato a milioni di donne, afroamericane e non, che si può essere forti pur dichiarando apertamente le proprie fragilità, che non bisogna mai sentirsi invisibili ma ricordarsi sempre di valere. La parole di Kamala Harris, la commozione che hanno suscitato, sono in parte composte di quelle emozioni a cui Michelle Obama ha aperto la porta.
7. Hillary Clinton
Tutte le donne del mondo hanno sognato l’impossibile grazie a lei per qualche mese e per qualche ora nel 2016: una donna alla presidenza degli Stati Uniti, una donna alla guida della più grande potenza del mondo. Sappiamo tutti com’è andata, Donald Trump ha vinto la sfida e solo Joe Biden e Kamala Harris hanno finalmente posto fine all’agonia ma Hillary rimane la prima ad essere stata ammessa veramente al tavolo dei giochi, dove si muovono veramente le carte. Segretario di Stato per il primo mandato di Barack Obama, Hillary Clinton Rodham ha composto gli ultimi tasselli del mosaico, messo i mattoncini più vicini a quel piccolo podio dove Kamala Harris ha pronunciato il suo primo discorso da Vice presidente degli Stati Uniti.
Napoletana trapiantata a Roma nel 2006, dopo un inizio da programmatore di rassegne cinematografiche, si dedica al giornalismo di cinema, prima per una radio internazionale, poi in TV come critico cinematografico e su riviste e magazine specializzati. Dalla maternità in poi si dedica anche a scrivere delle infinite sfumature dell’essere donna e mamma. Nel tempo libero che riesce a trovare, si dedica all’altra sua grande passione: cantare con Le Mani Avanti, un coro a cappella di 30 elementi.