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Protagoniste: Marta Gastini

Marta Gastini | photo © Roberta Krasnig
Marta Gastini | photo © Roberta Krasnig

Fin dai suoi esordi al cinema e in TV, nel 2009, Marta Gastini, si è messa sempre alla prova, sperimentando sempre generi diversi, dalla commedia al thriller, fino al noir e l’horror. Da poco mamma di un bimbo e con una rinnovata passione per la Giurisprudenza di cui ha ripreso gli studi, l’attrice è in questi giorni protagonista di Vera de Verdad, film di Beniamino Catena, presentato fuori concorso alla 38esima edizione del Torino Film Festival.

Il film in cui recita accanto a Davide Iacopini e Anita Caprioli e che vedremo prossimamente, speriamo, al cinema, è un mix di iperrealismo e fantascienza e racconta il ritorno sulla terra, dopo un anno di ricerche per la sua scomparsa, di una ragazzina, Vera,  dissoltasi misteriosamente nel nulla durante un’escursione. A Marta Gastini il ruolo di una “nuova” Vera, cresciuta inspiegabilmente in così poco tempo, adulta, indifesa e alla ricerca della sua identità e i suoi amati genitori. Attraverso Zoom, Marta parte da Vera de Verdad e dai profondi temi che tocca come la maternità e la connessione tra esseri umani, per poi descrivere il suo approccio al lavoro ed alla vita.

Vera de Verdad è un film particolare, realistico e magico, che tipo di esperienza è stata?

Certamente è stata un’esperienza originale e molto affascinante perché già sulla carta Vera de Verdad prometteva di essere qualcosa di particolare nel panorama cinematografico italiano e quindi subito da parte mia c’è stato un grande desiderio di capire dove si sarebbe potuti arrivare con questo film. Vera de Verdad parla della connessione di tutti con tutto, parla di una famiglia, della perdita, della morte, di cosa può esserci dopo la morte, parla della trasmigrazione di anime. Quando Vera scompare infatti, il suo essere si disgrega nell’universo e diventa parte di tutto. Una sua particella finisce anche nel corpo di Elias che è un uomo che è stato dichiarato clinicamente morto per pochi minuti dall’altra parte del mondo e l’energia vitale di questa bambina gli restituisce la vita.  È certamente, quindi, un film che ha questo aspetto alto di fantascienza e di fede.  Poi c’è anche la semplicità, per quanto complessa, dei sentimenti e la verità di una storia di questo tipo, di una famiglia ,del rapporto bellissimo e intenso tra mamma e figlia.

Nel film c’è una grande attenzione anche al tema della maternità, qualcosa di sentito ancor più che dichiarato. Vera cerca la madre e la madre ( Anita Caprioli) non esita a credere che quella ragazza adulta sia sua figlia. Che ne pensi?

Sì, è vero. Vera quando torna non ricorda quasi nulla della sua vita, tuttavia, in maniera totalmente istintiva, seguendo gli odori e le sue sensazioni, riesce a tornare a casa e riconosce il padre ma soprattutto riconosce immediatamente la mamma così come la mamma riconosce lei. Vera, nell’acqua vede la sua immagine riflessa ma non si riconosce, il suo corpo e il suo viso non sono quelli che ricorda e riconosce come suoi. In quel momento di disperazione, la sola vista della mamma la calma.  Entrambe si cercano e riescono a trovarsi e riabbracciarsi

Marta Gastini in Vera de Verdad di Beniamino Catena, presentato fuori concorso al 38° Torino Film Festival

Che cosa ti aspetti da questa esperienza del film al Torino Film Festival, seppur non in presenza?

Devo dire che ogni volta che ho rivisto il film mi sono commossa perché l’ho trovato molto delicato, capace di trasmettere delle sensazioni come la resilienza, la capacità di adattamento di una famiglia che subisce una perdita così terribile e che in qualche maniera riesce ad andare avanti e ritrovarsi. Io spero che possa fare questo effetto agli spettatori, spero che riescano a godere dell’elemento fantastico, a viaggiare un po’ con la fantasia, a porsi delle domande ma nello stesso tempo, semplicemente, possano lasciarsi emozionare da quella che è una storia vera, d’amore, d’amicizia, di una famiglia e di un sacrificio. Devo dire che il momento certamente non è dei migliori però sono felice che questo festival abbia fatto di tutto per esserci, per funzionare e mi sembra che stia funzionando e quindi io che penso che rappresenti veramente la capacità degli esseri umani di adattarsi, qualità su cui bisogna concentrarsi anche nei momenti peggiori. Il film potrà essere visto, il dialogo potrà esserci e potremmo sapere quali saranno i feedback degli spettatori.

Le volte che ci siamo incontrate, è stato per film molto particolari, sulla carta emotivamente complicati per un attore. Un caso o una scelta per te?

Non so dirti se sia il caso però io, nel mio percorso mi sono trovata, chissà se per caso o meno, a fare determinati film, determinati generi, alcuni a cui non avrei neanche pensato, per esempio i film horror, thriller, noir, non pensavo potessero appartenermi. In qualche modo pensavo di appartenere a generi più semplici invece questo aspetto di ombra che evidentemente ho, da qualche parte viene fuori in maniera più prepotente di quanto io possa immaginare e ti dirò, sono felice che ci siamo incontrate in momenti così particolari perché io non mi sono mai posta dei limiti in quanto agli obiettivi e quindi sono felice di aver fatto finora progetti molto diversi, ruoli molto diversi, arrivando ad abbracciare il genere.  Questo di Vera de Verdad, con l’elemento di fantascienza, ancora mi mancava e sono felice di aggiungere anche questo nella lista e poi si, ecco, mi piace l’idea di potermi cimentare con storie un po’ complicate, che mi diano la possibilità di lavorare con ruoli che non mi vengono facili, per i quali devo cercare una chiave di lettura.

Nella tua filmografia ci sono spesso dei ruoli da protagonista e anche quando non lo sei, i personaggi che interpreti sono molto sfaccettati e tutt’altro che stereotipati. Una tua scelta ben definita o anche segno che effettivamente le cose si sono mosse quindi la tua generazione attoriale sta dimostrando che ci sono più possibilità per le donne e i personaggi femminili al cinema?

A parte le mie scelte, credo si tratti di un segno. Credo che non dipenda solo da noi attrici ma che si sia capito, a monte, e chi scrive i film lo ha capito, che si può tentare il genere, che ci si possono permettere storie più complicate, con personaggi più sfaccettati e personaggi femminili  protagonisti. Non più e non solo le ragazze della porta accanto con un unico aspetto e sempre bon-ton o buono ma donne con caratteri conflittuali, eroine che combattono gli ostacoli per arrivare all’obiettivo finale.  Questa tendenza sta finalmente permettendo alle attrici di cimentarsi con quello che gli uomini già facevano da tempo.

Marta Gastini | photo © Roberta Krasnig

Non ti sei accontentata solo della tua attività da attrice ma ti sei rimessa a studiare Giurisprudenza ed hai anche da poco avuto un figlio. Perché è stato importante per te coltivare questi “mondi” paralleli?

Ho sempre pensato che sia necessario essere persone prima di essere quello che si fa. Io non potrei mai rinunciare alla mia professione, è quello che amo ed è tra le cose che mi danno maggiore soddisfazione ma, ho sempre ritenuto che non avrei potuto fare affidamento solo su questo per la mia felicità e per il mio essere nella sua totalità.  Per questo ho desiderato tornare sui libri e reinscrivermi all’università per finire la laurea in Giurisprudenza e poi ho desiderato fortemente coltivare il lato della famiglia perché per me è sempre stato un obiettivo fondamentale, ho sempre desiderato avere la mia famiglia, sposarmi, avere un bambino. Ora finalmente ce l’ho e devo dire che è una gioia incredibile, ha completato davvero il mio essere. Semplicemente ho voluto tutto questo. C’è chi non ne ha bisogno, chi non lo desidera ed è giusto che sia così, siamo fortunatamente tutte molto diverse ma a me piaceva l’idea di coltivare tante cose nella mia vita.

Finalmente questo è il momento in cui possiamo essere tante cose e volere tante cose, almeno ci dobbiamo provare no?

Sì, almeno ci dobbiamo provare. Sebbene ci siano ancora tante questioni che devono ancora essere mettere a posto perfettamente però ora ci è riconosciuta la possibilità di fare di più, di poter fare quello che desideriamo dal punto di vista professionale pur mantenendo anche il nostro ruolo all’interno della famiglia e devo dire che io sono molto fortunata perché ho un marito che mi supporta fortemente in questa cosa. So di avere la fortuna di poter fare tutto ed ora sta a me cercare di fare bene tutto.