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Come la satira inglese sconfisse Napoleone

Fu una donna l’editore dell’incomparabile caricaturista inglese James Gillray, che ci racconta con brio, umorismo pungente, le avventure di Napoleone.
Che tra parentesi, non era basso!

Se dite che a vincere contro Napoleone fu Lord Nelson, mi arrabbio. Sarà pur vero che vinsero gli Inglesi, ma a decretarne la sconfitta, giorno dopo giorno, con la meticolosità di un cecchino, fu James Gillray.

Non era un soldato ma uno stratega, di quelli capaci di sconfiggere il castigamatti più temuto di tutta Europa (quella di fine Settecento sino al famigerato Congresso di Vienna), maledettamente bravo a “vincere” i nemici dell’Inghilterra con le sue acqueforti.

Gillray fu caricaturistastampatore e incisore tra i più famosi e seguiti tra le pagine dei giornali e nelle stampe, per le sue acqueforti con soggetti di satira politica e sociale, che furono pubblicate a Londra soprattutto tra il 1792 e il 1810. Fu grazie alla sua arte e alla sua arguzia satirica che tutti pensiamo a Napoleone come un “mangiarane” un po’ bassino e arrogante. La scienza ci racconta il contrario: la sua non era la statura di un “tappo” ma quella di un uomo addirittura un po’ più alto della media, dato che un francese, all’epoca, era alto mediamente un metro e sessantacinque centimetri. Dagli esami effettuati sul corpo Napoleone da parte di medici e patologi,  risulta misurasse circa un metro e sessantanove.

Chi era James Gillray? L’uomo che convinse gli Europei e persino gli Inglesi simpatizzanti con Napoleone, che l’arrogante e piccolo caporale corso non aveva la stoffa e la statura per governare sul mondo. Di lui si sa che frequentò la Royal Academy e che si manteneva facendo incisioni e diffondendo un gran numero di caricature, spesso firmate con pseudonimi. Si sa che realizzava caricature con la tecnica dell’acquaforte, dell’acquatinta, altre con l’incisione a retino, che il suo editore era una donna (e chi mai poteva dubitarne?), si chiamava Miss Hannah Humphrey.

Le sue satire più pungenti erano dirette contro re Giorgio III, contro gli eccessi della Rivoluzione francese, verso cui realizzò diverse caricature ridicolizzando i Francesi (specialmente i giacobini),  contro Napoleone.  Inneggiò con tutta la sua arte John Bull, il personaggio simbolo della patria inglese, che rappresenta la personificazione della Gran Bretagna, sempre vittoriosa, più arguta e più affidabile di re, generali, e caporali francesi.

I tempi in cui visse Gillray erano favorevoli alla formazione di una grande scuola inglese di caricaturisti:  la guerra fra fazioni e partiti, i fatti della politica internazionale, la grande vivacità sociale  di quell’epoca erano humus più favorevole alla crescita di questa forma di arte, così utile e capace di dare vigore e vivacità al prolifico mondo dei giornali, dei libelli, dei fogli politici.  L’incomparabile brio e umorismo di Gillray, in questo mondo si muoveva liberamente e con arguzia:  la sua conoscenza del mondo, la sua mente fertile, l’acuto senso del ridicolo  che era capace di individuare nel protagonista delle sue satire, unitamente alla grande maestria esecutiva, gli procurarono subito il primo posto fra i caricaturisti dell’epoca.

Fu un Forattini d’altri tempi, un vero maestro, un vignettista da prima pagina, che  si distingue onorevolmente nella storia dell’arte. I suoi schizzi sono vere opere d’arte.

Le idee contenute in alcuni dei suoi fogli sono sublimi, grandiose, geniali e poeticamente meravigliose nella loro intensità di significato.

Per franchezza, bellezza, ironia e umorismo, ci  mostrano la forza della libertà di trattazione della satira degli ambienti intellettuali del XVIII secolo, capace di vincere su tutto e tutti. Di far ridere, di deridere, ridicolizzare e ridimensionare qualunque uomo, anche il più temuto di tutti.

Napoleone fu sconfitto da Lord Nelson e dal bulino di Gillray, capace di abbassare la sua statura fino a farlo scomparire agli occhi di chi lo osserva.

Chi è Napoleone? Secondo Gillray era un piccolo, piccolo uomo (e un enorme bicorno di feltro)… ma per lui non era solo una questione di centimetri.