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10 domande a Ilaria Cusinato, la giovane stella del nuoto italiano

Ilaria Cusinato, la giovane stella del nuoto italiano – fonte: social media

“Avrei sempre voluto essere Peter Pan. Non riesco a volare, ma il nuoto è meglio. E’ armonia ed equilibrio. L’acqua è il mio cielo.”
(Clayton Jones)

La bulimia è un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzata da abbuffate ricorrenti e dal consumo di grandi quantità di cibo, nonché dalla sensazione di perdere il controllo sull’atto di mangiare. Molte persone utilizzano il vomito autoindotto, altre ricorrono a lassativi, diuretici o estenuanti sessioni di attività fisica per tentare di ridurre il proprio peso dopo grandi abbuffate al fine di migliorare la propria autostima. E’ un problema che può riguardare donne e ragazze soprattutto occidentali, di qualunque estrazione sociale. La bulimia non ha risparmiato neanche un’atleta nel fiore degli anni come Ilaria Cusinato, una delle nuotatrici più promettenti del panorama italiano e internazionale. La ventunenne veneta ha avuto il coraggio di rivelare il suo piccolo calvario con la bulimia qualche mese fa, durante un’intervista. Ha raccontato di aver trascorso un periodo di due anni in cui il cibo e l’espulsione dal suo corpo erano diventati un’ossessione quotidiana. Ne è venuta fuori dopo aver cambiato ambiente e città e grazie anche all’aiuto del nuoto. 

Nata a Cittadella in provincia di Padova, il 5 ottobre del 1999, Ilaria è l’astro nascente del nuoto femminile italiano. Nel 2017 ha vinto una medaglia di bronzo ai Campionati europei di nuoto in vasca corta 2017 e ha partecipato nei 200 e 400 misti individuale femminile ai Campionati europei di nuoto 2018, vincendo due medaglie d’argento. A soli 19 anni ha stabilito il primato italiano dei 200 metri misti con il tempo di  2’06″17, migliorando il record realizzato da Francesca Segat durante l’europeo in vasca corta di Istanbul nel 2009. Il 4 luglio 2019, alla piscina Felice Scandone, ha vinto la medaglia di bronzo nei 400 m misti alle Universiadi di Napoli 2019. E’ a un passo dalla qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo che spera di poter centrare nelle prossime gare.    

Ilaria Cusinato – fonte: social media

Ciao Ilaria, innanzitutto come stai? Come procede la tua preparazione in vista delle Olimpiadi di Tokyo?

Ciao! Tutto bene, grazie. La preparazione in vista delle Olimpiadi è ancora in atto, siamo ancora nel pieno. Ai Campionati Italiani primaverili, appena terminati, ho mancato il tempo per il pass olimpico per pochi decimi di secondo quindi la strada dovrebbe essere quella giusta. Avrò altri due appuntamenti dove cercare di raggiungere il tempo valido per partire per Tokyo, che sono: Europei a Budapest e il “Settecolli” a giugno.

Raccontaci come è nata la tua passione per il tuo nuoto, se è nata per caso, se è stata una tua scelta o se c’è stato lo zampino dei tuoi genitori.

La mia passione per il nuoto è stata una cosa che si è riscoperta nel tempo. Inizialmente mia mamma mi aveva portato da piccola a fare i classici corsi di acquaticità come tanti altri bambini. Però dopo meno di un anno mi ero un po’ stancata anche perché ero abbastanza avanti, mi annoiava e ho deciso di intraprendere un nuovo percorso, quello della danza seguendo la mia migliore amica dell’epoca e tutto ciò è durato parecchi anni. Poi, quando hanno aperto la piscina di Tezze sul Brenta, vicino casa mia, ho ricominciato a fare i corsi di nuoto e ho ritrovato la mia passione. Dopo un anno ho chiesto di far parte della squadra agonistica e da lì non ho più smesso.

Cosa ti trasmette il nuoto? Ti è mai capitato di estraniarti completamente con la testa durante una gara importante e di pensare a cose totalmente scollegate dal contesto che stai vivendo?

Il nuoto mi trasmette tanto, anzi molto. Ti insegna non solo a vivere nel contesto natatorio stesso, ma ti insegna molte cose utili nella vita di tutti i giorni.

Più che estraniarmi, cerco sempre di staccare la testa, mi passano tanti pensieri ma cerco di non far passare quelli negativi. Spesso durante le gare ripenso a ciò che fatto per arrivare in quel momento, a quella gara specifica o penso a cosa che poco centrano con la nuotata. Ma sempre a cosa che mi motivino e mi aiutino a dare il meglio di me, a gareggiare in maniera migliore.

Sei nata a Cittadella, vivi e ti alleni a Padova, giusto? Come ti trovi nella tua città, quali sono i pregi e i difetti di Padova?

Si sono nata a Cittadella, però vivevo a San Martino di Lupari. Ora vivo e mi alleno a Padova. La conosco bene perché già la frequentavo quando facevo avanti e indietro da San Martino. Tra i pregi sicuramente rientra il fatto che ci sia tutto, perché Padova è una città super completa: ci sono tutti i servizi, università, negozi, aree verdi, centri commerciali, piste ciclabili, ha veramente tutto e i trasporti sono ben organizzati.

I difetti sono principalmente le strade, non ho mai capito bene il sistema stradale di Padova e sono fatte un po’ strane, poi mi viene in mente anche la mancanza di una vasca da 50 mt. Non si trova a Padova, bisogna uscire e personalmente penso sia una grande mancanza per una grande città come questa.

Ilaria Cusinato – fonte: social media

Recentemente una tua intervista in cui dichiaravi che in passato hai sofferto di violente crisi di bulimia è stata riportata da più testate giornalistiche. Hai mai indagato a fondo sul perché il tuo corpo abbia reagito in quel modo, sulle cause e sulla natura di questo tuo disturbo che per fortuna sembra solo un ricordo? Cosa diresti a una tua coetanea che soffre di questo disturbo?

Si ho sofferto di bulimia negli anni passati, quando vivevo ad Ostia. Non ho mai voluto soffermarmi più di tanto sull’origine della cosa. Non sapevo neanche come funzionasse questo disturbo, ho visto altre persone della mia età e ciò mi ha spinto a tenere e a ripetere certi comportamenti insani con il cibo. Quando si entra in un vortice, in un circolo vizioso, in un loop, non riesci più a fermarti. A chi soffre di questo disturbo dico di chiedere aiuto e non nascondere il problema perché potrebbe comportare gravissime conseguenze future.

Sulla complessità del rapporto causa-effetto di questo tipo di fragilità interiore molti specialisti tirano spesso in ballo una società e un mondo sempre più incentrato su uno sfuggente ed effimero culto dell’immagine, in cui ci si trova quasi costretti a tentare costantemente di piacere a tutti. Un richiamo che diventa un’ossessione, quasi un dovere irrinunciabile. E tu come la vedi? 

Nella società odierna ci sono indubbiamente canoni di bellezza stereotipati e viviamo assolutamente in un mondo incentrato sull’immagine, quindi questi elementi possono inciderere. Però, penso anche che il rapporto di causa effetto della bulimia, come in generale di qualsiasi disturbo simile a questo, sia diverso da persona a persona. Io facevo riferimento ad alcuni modelli che avevo in testa, ma ognuno si rapporta al modello che vuole. C’è spesso una continua ricerca al modello che ci si prefissa, è indiscutibile. Che siano modelli che tu reputi giusti o basati sugli attuali canoni presenti nella società, penso che ognuno dovrebbe modellare il proprio corpo per stare bene prima di tutto con se stesso.

Sei piuttosto giovane, ma hai già vinto due medaglie d’argento ai Campionati Europei e a 19 anni hai battuto il record italiano dei 200 metri misti. Oltre alle tue innegabili doti atletiche che ti hanno già permesso di toglierti belle soddisfazioni, il tuo exploit è frutto anche di una rabbiosa e liberatoria risposta al periodo difficile che hai passato?

Ho fatto già, non dico tanto, ma belle cose nella mia carriera e ne sono orgogliosa. Il mio exploit però non deriva da una risposta al problema che avevo. Anzi, a dir la verità i miei risultati sono arrivati proprio durante quel periodo. Paradossalmente avevo trovato il mio equilibrio in quello squilibrio. E quando invece ho trovato il modo di risolvere quel problema tutti i problemi fisici e mentali mi sono piombati addosso. Ho avuto parecchie ripercussioni: quando ho smesso di “abbuffarmi” sono nati i problemi perché il mio corpo doveva ritrovare il suo equilibrio che ora lentamente sto riacquisendo. Sono molto soddisfatta del lavoro che in tal senso sto facendo, anzi sono più che soddisfatta nonostante le difficoltà derivanti dal covid che si sono aggiunte alla mia situazione pregressa. Spero di far sempre meglio in futuro.

Ilaria Cusinato – fonte: social media

Cosa ti sta lasciando questo periodo di restrizioni e di incertezza globale dovuto alla pandemia che tutti stanno vivendo? Qual è la cosa che più ti manca in questo momento?

Questo periodo di restrizioni dovute al Covid nell’ultimo anno sta pesando a tutti e ovviamente anche a me. Il primo lockdown è stato molto duro. La cosa che a me manca di più è il contatto con la gente, poter andare in giro tranquillamente ed essere libera di spaziare e di conoscere altre realtà e nuove situazione, anche perché fare solo nuoto potrebbe tramutarsi in una routine troppo ossessiva. È la cosa che mi manca di più, anche solo andare fuori quell’oretta al giorno che ti permette di liberare la mente e stare più tranquilla.

Come ti immagini una volta che la tua avventura agonistica del nuoto sarà terminata? Cosa ti piacerebbe fare nella vita oltre dopo il nuoto?

Sinceramente penso che la vita dopo il nuoto sarà un capitolo completamente diverso. Ovvio, voglio continuare la mia carriera fino a quando sarà possibile, ma sono anche molto gasata e carica su ciò che mi riserverà nel futuro la mia vita. Il nuoto lo reputo una parte della vita, è solo un piccolo capitolo. L’importante, secondo me, è avere le idee chiare su cosa fare dopo. Io continuerò il mio percorso all’università con mediazione linguistica e criminologia. Spero di riuscire a far carriera in polizia.

Concludiamo tutte le nostre interviste con tre domande più “leggere” le cui risposte alle nostre interviste saranno successivamente raccolte in un pezzo unico. Ci può dire il titolo del libro che stai leggendo, la canzone che ti accompagna in questo mese e il tuo piatto preferito?

L’iper Compendio di Diritto Penale vale come libro che sto leggendo?!

La canzone che mi accompagna in questo mese è Bed di David Guetta e infine, più che piatto preferito, meglio dire cibo: il gelato!