Spondilite Anchilosante: lunedì 3 maggio al Gemelli teleconsulti gratuiti dedicati alle donne
In occasione della Giornata Mondiale della Spondilite Anchilosante il punto con la professoressa Maria Antonietta D’Agostino, reumatologa (Gemelli-Cattolica).
Lunedì 3 maggio è la Giornata Mondiale della Spondilite Anchilosante e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, che fa parte del network Bollini Rosa (www.bollinirosa.it), in occasione di questa ricorrenza, aderirà all’(H)Open day, un’iniziativa di Fondazione Onda dedicata alle donne con malattie reumatiche e più nello specifico a quelle affette dal sintomo ‘mal di schiena’, dietro il quale può nascondersi una spondilite anchilosante. Prenotandosi all’email segreteria.reumatologia@policlinicogemelli.it , sarà possibile accedere ad un teleconsulto con i reumatologi del Policlinico Gemelli per valutare le caratteristiche del dolore alla schiena e avere consigli sul da farsi, in termini di approfondimenti diagnostici. Ulteriori informazioni sono contenute in una brochure informativa scaricabile dal sito www.ondaosservatorio.it. L’iniziativa ha ricevuto il patrocino dell’Associazione REumatologheDOnne (ReDo) e della Società Italiana di Reumatologia ed è realizzata grazie al supporto incondizionato di Novartis.
Spondilite anchilosante: una malattia subdola, soprattutto per le donne
“La spondilite anchilosante – spiega la professoressa Maria Antonietta D’Agostino, Ordinario di Reumatologia dell’Università Cattolica, campus di Roma e Direttore della UOC di Reumatologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – è la patologia più conosciuta nell’ambito delle spondiloartriti, un gruppo di patologie infiammatorie croniche reumatologiche con la prevalenza più alta (si stima che gli italiani affetti da spondiloartriti e spondilite anchilosante siano circa 250-400 mila)”. Nonostante questi numeri, si tratta di una patologia non molto ben conosciuta. Caratterizzata da un’infiammazione della colonna vertebrale e delle articolazioni sacro-iliache, colpisce in giovane età (nel 90% dei casi l’esordio avviene prima dei 40 anni), anche adolescenziale. “La spondilite anchilosante – spiega la professoressa D’Agostino – è stata considerata a lungo una patologia maschile perché la diagnosi veniva posta evidenziando con una radiografia la presenza di ‘ponti’ ossei a livello della colonna vertebrale e anchilosi delle articolazioni sacroiliache; ma questa manifestazione, oltre che ad essere tardiva, è più frequente negli uomini e meno nelle donne, che tendono ad “anchilosare” di meno a parità di sintomi e severità della malattia. Anche il dolore, sintomo cardine di questa malattia ha una distribuzione diversa negli uomini e nelle donne; negli uomini il dolore è chiaramente localizzato a livello della colonna, mentre nelle donne è più diffuso e può capitare che venga attribuito ad altre patologie o a forme depressive o confuso con la fibromialgia”. Il tessuto “organo” coinvolto nella spondiloartrite è l’entesi, cioè il punto d’attacco di tutti i tendini e capsule sull’osso; a provocare il dolore tipico di queste forme è appunto l’infiammazione dell’entesi.
I campanelli d’allarme
“Il mal di schiena – ricorda la professoressa D’Agostino – è un sintomo molto frequente, che aumenta con l’età e può essere legato ad un’attività sedentaria ma anche a un eccesso di attività (anche sportiva) molto intensa; anche per questo, prima di capire che il dolore alla colonna sia legato ad una spondiloartrite può passare a volte parecchio tempo. Ma i sintomi che ci devono allertare (i cosiddetti ‘red flag’) sono il dolore che appare a riposo (quando si è a letto o stesi sul divano), quello che sveglia nell’ultima parte della notte, comparendo senza ragioni ‘meccaniche’, il fatto di sentirsi molto ‘rigidi’ al mattino, come se costretti dentro una gabbia e la necessità di attendere almeno un’ora prima di sciogliersi”.
La diagnosi
Gli esami di laboratorio non aiutano sempre, perché gli indici di flogosi (VES, PCR) sono alterati solo nella metà delle persone. “Per la diagnosi – afferma la professoressa D’Agostino – è molto utile la risonanza magnetica nucleare (RMN) che consente di individuare l’infiammazione nelle articolazioni target (le sacro-iliache); la radiografia della colonna, consente di vedere erosioni e anchilosi, ma non aiuta nelle forme precoci, visto che questi segni compaiono solo dopo 5-10 anni di malattia e soprattutto nell’uomo. Un altro supporto diagnostico può venire dalla ricerca dell’antigene HLA-B27, presente nel 70% dei casi di spondiloartrite e nel 90% dei casi di spondilite anchilosante. Fondamentale l’anamnesi (anche remota e familiare): spesso all’interno della stessa famiglia ci sono più casi di spondilite o di spondiloartrite e queste patologie possono associarsi anche ad altre manifestazioni articolari periferiche (ad esempio dolori al tendine d’Achille, artriti, ecc)” o a manifestazioni extraarticolari come la psorisi o le patologie infiammatorie intestinali.
Le possibilità terapeutiche
Il trattamento di base della spondiloartrite che coinvolge solo la colonna sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS) da assumere per un certo periodo di tempo insieme ad una buona gastro-protezione. “Nel caso in cui non siano efficaci, siano mal tollerati o in presenza di manifestazioni extra-articolari come la psoriasi, o coinvolgimento delle articolazioni periferiche, tipo artrite – spiega la professoressa D’Agostino – si ricorre all’uso dei DMARD convenzionali, come per esempio metotrexate. Se anche questi farmaci non dovessero sortire effetto, si può ricorrere ai farmaci biologici (inibitori del TNF-alfa e inibitori dell’interleuchina 17, citochine implicate nell’infiammazione di questo tipo di patologie)”.
“Oltre 3,5 milioni di donne italiane soffrono di malattie reumatiche che spesso esordiscono in giovane età arrivando a compromettere la qualità di vita e a impattare sulla salute riproduttiva – dichiara Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda – per questo abbiamo coinvolto gli Ospedali con i Bollini Rosa in un Open Day dedicato in particolare al mal di schiena affinché diagnosi corrette e precoci nonché trattamenti adeguati impediscano conseguenze articolari. Le donne il 3 maggio potranno ricevere informazioni, consulenze in presenza o virtuali, sottoporsi a esami diagnostici approfittando di questa iniziativa, per la quale ringraziamo particolarmente gli Ospedali aderenti, inserendosi in un periodo ancora di emergenza sanitaria”.
Pink Society è un femminile nuovo: non solo da guardare ma che mostra il mondo contemporaneo con passione, forza ed energia
#wearepinksociety