Libri: Flora di Alessandro Robecchi
Non c’è il morto ammazzato, anche se in verità un cadavere alla fine si trova, ma è una morte collaterale, diciamo, e chi indaga non la correla nemmeno al caso.
Eppure nonostante manchi il delitto, Flora è uno dei noir più intriganti in assoluto, forse perché è poetico, pieno di passione letteraria, Desnos e i surrealisti, e per certi versi di speranza: di poter invertire la china, il riscatto della poesia e del bello contrapposto alla deriva dell’encefalogramma piatto della programmazione televisiva. Flora De Pisis è la star della Grande Fabbrica della Merda, la Grande Tivù Commerciale.
È di fatto la creatura di Carlo Monterossi, l’autore di Crazy Love, il programma cult che racconta, pettina, le storie delle persone comuni, dividendo buoni e cattivi, a insindacabile giudizio di Flora, la più amata dagli italiani. Monterossi, il protagonista dei romanzi di Robecchi, in realtà aveva un’altra idea di format ma è stato travolto dalla deriva presa dal programma e dai riscontri della ggente, tanto da prendere cappello e salutare.
Cosa c’entra Monterossi con il noir? Monterossi è l’uomo comune che si trova suo malgrado in storie nere. Inoltre ha un amico che prima giocava a fare l’investigatore e adesso da qualche romanzo ha una sua agenzia insieme ad un ex poliziotta e mi fermo qui con il contesto. In questa occasione Carlo Monterossi viene ingaggiato direttamente dal presidente della Grande Tivù Commerciale, perché qualcuno ha rapito Flora De Pisis, ha chiesto 10 milioni di euro di riscatto, e questo tutto sommato non sarebbe nulla, ma per la sua liberazione vuole un’ora in prima serata, di sabato, senza interruzioni pubblicitarie, per mandare in onda non si sa cosa. I rapitori, una coppia assolutamente normale, che da tre anni studia il piano e detta i tempi attraverso video professionali in cui una Flora dapprima dimessa e poi sempre più a suo agio nella parte si appella al paese. Il caso fugge di mano ai vertici della Tv che lo volevano mantenere sottotraccia proprio grazie a Monterossi e ai suoi sodali. L’Italia tutta attraverso quei video sa e si ferma, si tengono sedute parlamentari sull’argomento, il paese si divide, come per il caso Moro, tra favorevoli alla trattativa per salvare l’ostaggio e contrari a qualsiasi concessione. Nel frattempo Flora entra in una dimensione del tutto nuova, lei abituata al trash si apre alla poesia, ad un nuovo racconto della realtà. E forse capisce. O forse no.
Robecchi scrive un noir particolare dove dosa magistralmente poesia e suspence e ci dice qualcosa sulla tv e su come farla, che nessuno ascolterà ma è importante lo stesso. Da leggere, anche per sapere se vinceranno i buoni o i cattivi.
Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.