fbpx

Pink Society

lo sguardo rosa sulla società

Intervista a Fiona Crombie, production designer di Crudelia, al cinema da oggi, 26 maggio

Da oggi 26 maggio al cinema e dal 28 su Disney+ con accesso Vip, arriva la storia delle origini di una “villain” tra le più cattive dell’immaginario Disney: Crudelia Demon.

Ad interpretarla nel live action diretto da Craig Gillespie (regista di I,Tonya) la premio Oscar Emma Stone. Crudelia, questo il titolo del film italiano in corrispondenza a quello internazionale, Cruella, racconta l’infanzia e l’ascesa dell’estrosa Estella, sin da piccola fuori dagli schemi, a cominciare da quella chioma bianca e nero corvino che tanto la distinguono dagli altri. Da grande Estella, con la passione e il dono della creatività nel campo della moda, incontrerà e si incontrerà con una villain ancora più grande di quello che lei potrà diventare in futuro: la baronessa von Helmann, interpretata magistralmente dalla due volte premio Oscar Emma Thompson. Nel suo percorso da Estella al diventare Cruella, per trovare la propria voce, il proprio stile e la propria vendetta, Crudelia ci presenta un sublime combattimento a colpi di alta moda e perfido ingegno tra le due protagoniste, il caos di Cruella contro l’insensibile ordine della Baronessa, sullo sfondo di una Londra da rivoluzione punk anni ‘70. La Meryl Streep di Il Diavolo veste Prada potrebbe impallidire al cospetto della Baronessa e i mondi di queste due antieroine sono rappresentati con la forza dei 130 set costruiti dalla production designer Fiona Crombie (la stessa di La Favorita di Yorgos Lanthimos) e i costumi di Jenny Beavan. In un incontro riservato su zoom, Fiona Crombie rivela a noi di Pink Society i retroscena della costruzione del mondo di Cruella.

La mia sensazione guardando il film è che fossimo in presenza di tre mondi rappresentati all’interno della stessa storia: il mondo di Estella, quello di Cruella e quello della Baronessa. È corretta questa percezione? Come hai lavorato su tutte queste sfumature e cambiamenti nel film per generare sia l’equilibrio che lo scontro?

Si la tua percezione è corretta. Una delle cose più interessanti per noi è stata costruire il rifugio nel palazzo abbandonato dove Estella vive con Horace e Jasper fin da piccoli. È stato bello lavorare ad uno spazio che si evolve man mano che i tre crescevano. Lo abbiamo adattato alla loro vita da adulti e poi lo stesso rifugio cambia nel momento in cui Estella diventa Cruella. Abbiamo fatto un sacco di lavoro con disegni e bozzetti. All’inizio l’atmosfera è abbastanza semplice, poi mano mano che il film si concentra sempre di più sulla vita di Cruella, persino i disegni che lei appende sul muro sono sempre più neri e rossi e invadono tutte le pareti. Volevo che per Estella/Cruella si creasse una sorta di caos improvvisato che si contrapponesse all’eleganza ed il controllo del mondo della Baronessa. La sua postazione infatti ha tutte le tavole da disegno in bella vista. La palette di colori è molto controllata. C’è molta precisione nel modo in cui vive e nell’ambiente che la circonda e questo è ovviamente totalmente diverso dal caos in cui vivono Jasper, Horace ed Estella.

Cruella è il simbolo del male ma questo film prova ad umanizzarla e spiegare il suo personaggio. Quanto è stato interessante per te approcciare ad una storia che tutto il mondo conosce così bene e avere la possibilità di ribaltarne la narrativa?

È stato bellissimo direi, una vera opportunità per me. Sono stata felice che mi avessero chiesto di immaginare questo personaggio iconico e diventare parte della creazione di qualcosa appartenente all’immaginario Disney. La cosa fondamentale  per me è stata il fatto che il regista, Craig Gillespie, ha voluto fin dall’inizio che tutta la scenografia fosse guidata dal personaggio, dai personaggi e dalla capacità di comprenderli, identificarli e capirne le motivazioni dietro ogni scelta. Qualsiasi cosa penserai di Estella/Cruella alla fine, conoscerai il motivo delle sue azioni. Questa attenzione ai personaggi era perfetta per me e molto importante perchè amo i dettagli, i tessuti, mi piace immaginare e sapere già perché un certo oggetto sarà in una stanza e come ci deve essere arrivato. Così mi piace lavorare creando tutto sulla base di un personaggio e le sue motivazioni.

Mi è piaciuto vedere come cambia la nostra percezione della realtà a cui stiamo assistendo, man mano che Estella acquisisce sicurezza nelle sue capacità creative. Lo store della Baronessa dove all’inizio lavora, per esempio, improvvisamente non sembra più tanto incredibile. Come sei riuscita a sottolineare visivamente questi piccoli ma importanti step nel percorso da Estella a Cruella?  

Credo che tutto questo abbia a che fare un po’ con la palette di colori usati, con i tessuti, con cosa inserisci nell’inquadratura ma un merito grande di questo effetto lo si deve alla fotografia. Il direttore della fotografia può veramente influenzare il punto di vista e la prospettiva con cui lo spettatore guarda agli avvenimenti, cambiando molto intelligentemente l’angolatura della camera e l’uso della luce. Con un’illuminazione differente, puoi far sembrare un posto sia gigantesco e meraviglioso sia oppressivo. La cosa di cui sono più grata come production designer è che i miei set sono stati veramente immortalati nella loro totalità, ci sono tantissime inquadrature in grandangolo o riprese dall’alto ed è stato molto bello perché abbiamo veramente fatto tanti sforzi che son stati ripagati così. Tornando alla tua domanda, la tua osservazione è molto corretta e ne condivido i meriti con il reparto fotografia.

Credo che questo film tratti anche di riflettere su cosa significhi essere una donna di successo e come quel successo si possa ottenere. La separazione tra la Baronessa e Cruella potrebbe sembrare generazionale ma è qualcosa di più. Sei riuscita a rappresentare questi due differenti approcci al lavoro ed al successo attraverso il tuo lavoro?

Sì, la cosa rilevante è che qui abbiamo due donne che cercano di forgiare il proprio destino. Stanno facendo tutto quanto in loro potere per far sì che la loro visione dia i suoi frutti e lo stanno facendo nell’unica maniera che credono possibile. La maniera con cui la baronessa porta avanti i suoi scopi è mostruosa e iper autoritaria ma è l’unico modo che ha per tenersi stretta quello che ha e la sua identità. Con Cruella invece c’è un percorso di realizzazione di qual è la sua voce e come usarla. Credo che entrambi i percorsi, all’epoca, negli anni ‘70, fossero particolarmente difficili da intraprendere per una donna. anche se, a pensarci, è sempre complicato anche oggi. 

Non ho potuto fare a meno di notare che ci sono tante donne non solo nel cast del film ma anche nei reparti tecnici e creativi. Quanto è stato importante per te lavorare in un film così importante anche sul fronte della rappresentazione dei personaggi femminili. femminile. Qui le donne sono finalmente molto lontane dall’essere perfette, sono piene di sfumature, sono ambiziose, brillanti, crudeli, cattive, ingenue.

Sì ed è bellissimo in questo film vedere donne che si comportano male, che hanno le loro motivazioni perché anche le donne sono umane e tutti hanno i loro motivi, i loro difetti. Qui siamo in presenza di due fantastiche rivali che sono così dinamiche e che danno vita ad una competizione a dir poco brillante. È stato bellissimo far parte di questo progetto. Ed è stato molto bello guardarmi intorno e trovare Nadia Stacey (trucco e parrucco), Jenny Beavan, la costumista e la mia set decorator Alice Felton. Moltissimi elementi del mio team sono donne. Ma la cosa più importante è che con Craig è stato un set meraviglioso e rispettoso dove tutti abbiamo potuto crescere e fiorire. L’attitudine principale di tutti è stata di creare un ambiente di lavoro sereno dove tutti abbiamo potuto dare del nostro meglio ed essere celebrati per questo, indipendentemente dal genere a cui apparteniamo. Per questo devo ringraziare Craig.