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lo sguardo rosa sulla società

Protagoniste: Valentina Romani

Foto Sara Sabatino | Stylist Claudia Scutti | Look Antonella Rizza | Hair and Make Up Carlotta Badiali

Attrice, ballerina, amante delle città di mare e dell’energia, Valentina Romani il 21 e il 28 giugno su Sky e Now vestirà i panni di Laura Bortolan, geologa coinvolta nei soccorsi sull’incidente di Vermicino nella miniserie Alfredino – un storia italiana.

Inarrestabile nel campo della recitazione e nella vita, fin dal suo debutto a teatro a 14 anni, Valentina è già pronta per tornare su Rai2 a breve con la seconda stagione di Mare Fuori e la terza stagione di La Porta Rossa e su Rai 1 in autunno sarà l’amica di Carla Fracci in Carla, film sulla vita dell’icona della danza italiana. In occasione della premiere di Alfredino, Valentina Romani si concede in una chiacchierata sui suoi personaggi memorabili fino ad oggi, la sua energia, lo studio costante, l’impegno al 100% e i suoi meravigliosi 25 anni appena compiuti.

Valentina Romani nei panni di Laura Bortolan | Foto ®LUCIA IUORIO

Partiamo dal ruolo della geologa Laura Bortolan, che ti vedrà su Sky e Now il 21 e 28 giugno nella miniserie “Alfredino – una storia italiana”, che ripercorre la triste storia di Alfredino Rampi caduto in un pozzo artesiano nel giugno 1981.  Come ci sei approdata e chi è Laura?

La storia di Alfredino la conoscevo perché al liceo ne avevo sentito parlare ma non posso dire di essere stata preparata finché non ho avuto in mano la sceneggiatura. Tutta la fase di preparazione del personaggio mi ha permesso di andare a fondo nella vicenda, di conoscerla più da vicino. È una storia che non solo ha segnato l’Italia ma la miniserie vuole anche raccontare che dal dramma possono nascere cose importanti e belle: il centro Rampi e la Protezione civile. Il mio personaggio è una giovanissima ragazza perché Laura aveva la mia età, 25 anni,  quando successe l’incidente di Vermicino e mi piace definirla coraggiosa perché la cosa che mi è piaciuta di più è la fiducia che lei ha in se stessa, nella sua preparazione e nei suoi studi ed è una cosa molto importante che ho cercato di portare sullo schermo perché è un messaggio secondo me importante. Aveva una voce cosciente, consapevole che non era secondo me scontato perché in una vicenda di tale entità e di tale gravità rimanere lucidi è forse una delle cose più difficili e per una giovane donna nel pieno della sua esistenza, dei suoi 25 anni, trovarsi di fronte ad un episodio del genere e riuscire ad essere lucida ed avere fiducia in sé è una cosa incredibile. Io dico sempre che Alfredino è diventato il figlio di tanti italiani, il nipote di tanti italiani perché ancora una volta come poi peraltro abbiamo visto in questi due anni di pandemia , l’Italia sa essere veramente unita quando c’è bisogno ed effettivamente fu così ed è stato così in questi due anni in pandemia.  Sinceramente credo che il potere delle storie, specialmente se sono realmente accadute sia quello di parlarci del passato per insegnarci qualcosa e questo è anche il messaggio che vuole essere mandato, cioè  che anche dal dramma più profondo possono nascere delle cose importanti.

Sky da poco ma su Rai2 sei ormai carta conosciuta, sei o sei stata sul set della seconda stagione di Mare Fuori dove interpreti Naditza, gitana napoletana. Com’è stato riprendere i panni di questa ragazza irriverente e caparbia e ritrovare Napoli e il napoletano?

Sono ancora sul set di Mare fuori, sono qui a Napoli. Ritrovare Napoli è sempre un tuffo al cuore, è una città che accoglie in modo incredibile, bellissima, piena di vita di luci e colori. Io a Napoli sto benissimo e poi ho la fortuna di viverla d’estate per una volta che un film si gira nel periodo migliore. Ovviamente è una città complicata come lo è Roma dove d’estate fa tanto caldo e c’è tanta gente e girare effettivamente è abbastanza complicato ma alla fine ti posso dire che sono tanto felice perché io qui sto benissimo.  Ciò che poi fa la mia felicità a Napoli sono i miei colleghi, con loro si è creato un gruppo veramente meraviglioso sin dalla prima stagione e questo ovviamente fa da motore a tutta una serie di entusiasmi. Naditza è un personaggio a cui sono legatissima perché è una giovane ragazza piena di energia ed io sono innamorata dell’energia, della luce, di tutto ciò che è contagioso. Per quel che riguarda la lingua napoletana, cerco di fare quello che posso con i ragazzi che mi aiutano a studiare le battute in napoletano. Non posso prendermi tutti i meriti, senza di loro, i registi e Napoli non ce la potrei fare. E poi Napoli crea una cornice pazzesca e forse è proprio lei una delle protagoniste.

Valentina Romani nei panni di Laura Bortolan | Foto ®LUCIA IUORIO

Il pubblico di Rai2 ormai già ti conosce anche perchè sei tra i protagonisti di La Porta Rossa nel ruolo della medium Vanessa Rosic, accanto a Lino Guanciale e Gabriella Pession. Che ci puoi raccontare di questo ruolo e della terza stagione che state per girare?

Mi devi credere, non so niente della nuova stagione ma posso parlarti di Vanessa. È stato un personaggio molto bello ma molto difficile perché ti fa nascere subito la domanda: se io avessi veramente la possibilità di vedere qualcuno che non c’è più, avrei paura? Sarei felice? Come affronterei la cosa? Allora questo potere, se così possiamo chiamarlo, che ha Vanessa, è un potere a cui ho voluto dare molto realismo perché comunque Vanessa è un adolescente. L’adolescenza è una fase molto difficile,  di scoperta e di crescita in cui in più a questa ragazza capita anche di vedere questa persona che non c’è più quindi ho voluto dare alla realtà della difficoltà di un adolescente anche quella di dover affrontare una roba del tutto fuori dalle righe. Per questo, nonostante la serie sia fantasy, ho voluto per quanto mi fosse possibile, dargli un tocco di realismo. La Porta Rossa non è del tutto esatto che sia solo fantasy perché c’è la storia d’amore, il divertimento, la drammaticità, si può dire che abbracci un po’ tutti i generi e temi e questo è uno dei punti di forza della serie. A parte che abbiamo girato a Trieste che è un’altra città dove io sono stata da Dio ed è una serie che abbraccia un po’ tutti, dai ragazzi ai più adulti.

Torniamo indietro nel tempo per ricordare il tuo debutto cinematografico, Un bacio di Ivan Cotroneo che è stato tra i primi film a raccontare l’adolescenza in tutto e per tutto, come in Italia non si era mai fatto. Che ricordo conservi di quel debutto e di quel film?

Sicuramente Blu è un personaggio che mi porterò nel cuore per sempre perché è stata la prima volta che ho avuto la possibilità e l’opportunità di farmi da portavoce su dei temi molto importanti come l’omofobia e il bullismo, temi sempre ricorrenti nella fase dell’adolescenza. Quando si parla di adolescenza poi, bisogna sempre farlo con grande rispetto perché è veramente complicata. A parte la preziosità dell’esperienza di lavorare con Ivan ad un progetto del genere, mi porterò dentro per sempre anche un messaggio bellissimo di Blu che si rivolge alle ragazze, quello di essere gelose del proprio corpo,che è una cosa bellissima. Se penso ad Un bacio,penso che i temi trattati quando è uscito il film qualche anno fa purtroppo sono ancora molto attuali , come il bullismo e l’omofobia, temi di  cui si parla ancora tantissimo e troppo. Ci tengo sempre a dire però che Un Bacio non è un film che parla solo agli adolescenti ma anche ad un pubblico di adulti e lo fa con rispetto e senza giudizio.

Il prossimo autunno sarai nuovamente in televisione nella pellicola per Rai1 “Carla” dedicata alla vita di Carla Fracci, nelle vesti della collega e amica Anita. Che ci puoi dire?

Sicuramente mi aggancio al discorso della danza, ho studiato danza per tantissimi anni e Carla Fracci è sempre stata un’icona ma non solo per me, Carla Fracci è la danza,è inutile negarlo, lo è sempre stata.  Sono stata molto felice di lavorare a questo progetto, un po’ per il legame affettivo che mi lega alla danza classica e un po’ perché si parla di una persona per cui ho sempre nutrito una stima molto profonda. Sì, il mio personaggio è una ballerina e questo, ripeto,  è stata solo una gioia per me perché mi ha portato anche la felicità di essere tornata a ballare e usare qualcosa che era già mio, non come il napoletano che ho dovuto imparare. È stato molto bello.

Foto Sara Sabatino | Stylist Claudia Scutti | Look Anye by | Hair and Make Up Carlotta Badiali

Dal tuo percorso e CV, capisco che non solo hai sempre voluto fare l’attrice ma che hai sempre inteso questo lavoro con grande serietà, studiando teatro, recitazione, non improvvisandoti e cercando scorciatoie. È vero?

Io sono dell’idea che qualunque cosa tu scelga di fare nella vita, se scegli di farla, devi farlo al 100% e credo che anche se la strada è più lunga, arrivarci da solo ha un sapore incredibile. Il mio percorso è stato lungo, ho studiato sei anni cinema e tre anni teatro e mi sono serviti tantissimo.  Questo è un mestiere dove non si arriva mai, non finisci mai di imparare non è un percorso di studi che finisci. Io quando sono sul set comunque imparo, per me è comunque un momento di studio e di concentrazione altissimo. Non mi sento per niente arrivata, penso e spero che ci siano ancora tante cose in serbo per me perché sono una persona che ci mette davvero tanta passione nelle cose, che sia un film o fare una torta. Più mi metto in testa di fare una cosa e più ci devo mettere il 100% delle mie possibilità, poi magari non mi viene al 100% però almeno ci ho provato con tutta me stessa.

Nel percorso della tua carriera fino ad oggi, hai notato cambiamenti ed evoluzioni in positivo nella scrittura dei personaggi femminili o ti senti abbastanza soddisfatta dei personaggi che ti hanno offerto fino ad ora?

Ho sempre interpretato delle donne coraggiose, anche se molto giovani.  E le donne sono coraggiose, basta dire che non lo sono. Non posso dire di aver vissuto in prima persona un’evoluzione nella scrittura dei personaggi femminili ma vedo che ci sono dei movimenti e di questo sono felice perché perché è importante, perché se ne parla troppo anche di questo e poi a volte ancora ci troviamo in punti e situazioni in cui ci chiediamo: “aspetta, ma non eravamo andati avanti?” perché magari all’improvviso ci ritroviamo di nuovo un passo indietro. Personalmente per ora non l’ho vissuto sulla mia pelle ma guardandomi intorno sì e vedo miglioramenti. Per fare un esempio anglosassone: la serie Normal People è racconto bellissimo e troppo coinvolgente che ho amato e amo.

Che obiettivi e desideri ti sei posta per il futuro?

Io sposo le belle storie, mi piace quel che mi piace e fino adesso ho avuto molta fortuna perché devo dire che tutte le volte che mi sono trovata a fare una fiction o altro, ho sempre avuto in mano un personaggio che mi piaceva tantissimo e quando è così, è meno difficile lavorare nel senso che qualcuno diceva “scegli un lavoro che ami e non dovrai mai lavorare un giorno nella tua vita” ed è così, quando fai quello che ti piace e ti capita tra le mani qualcosa che ti dà energia, che ti carica allora sei proprio a cavallo, per quel che mi riguarda.  Ho degli obiettivi e dei sogni nel cassetto ma per il momento, detto tra noi, il mio sogno è quello che sto vivendo. Mi sembra ancora tutto surreale, ho compiuto da pochi giorni 25 anni, mi stavo rivedendo delle foto di me da bambina, mi sono fermata un attimo e mi sono detta: “accidenti,un quarto di secolo non sono pochi e io già sono riuscita a fare una cosa che volevo da quando ero piccola, già sto riuscendo a fare l’attrice”. Questo mi ha dato una carica pazzesca. Penso che che se uno crede fermamente in qualcosa,poi ad un certo punto quella cosa si avvera, arriva.

Si ringrazia il Baglioni Hotel Regina di Roma