Libri: I bastardi vanno all’inferno di Frédéric Dard
Siamo negli anni Cinquanta, in un luogo imprecisato del Sud della Francia. Due uomini sono chiusi in una cella. Uno è un poliziotto. L’altro una spia.
Al primo è stata affidata una missione non ufficiale. Sa però che una volta dentro dovrà cavarsela da solo, non avrà copertura istituzionale. Questo è quello che sappiamo dall’incipit.
Frédéric Dard mischia ulteriormente le carte: non svela l’identità dei protagonisti e rende straordinario il romanzo:. In verità non serve, perché più che un noir I bastardi vanno all’inferno è un’indagine impietosa sulla natura umana che l’autore sa leggere con profondità e intelligenza. Ed è oltremodo spiazzante alla fine scoprire che chi è chi non ha importanza e non fa alcuna differenza. Il carcere è un mondo a parte, vive di regole proprie, che sono più o meno quelle della giungla. La reclusione finisce per uniformare, annullare le distanze. “Ma lo fa nel modo peggiore, rendendoci comunque colpevoli, proiettandoci nel girone dei reietti”.
E il rapporto tra Franck e Hal (oltre ai nomi non sapremo molto di più) si nutre di violenza e del reciproco sospetto, anche quando decidono di evadere e la complicità farà emergere qualcosa che somiglia a un’amicizia, un desiderio di (af)fidarsi l’uno dell’altro. È a quel punto che entra in scena Dora, una donna enigmatica in cui si imbattono apparentemente per caso durante la fuga. Dora deve scrivere l’ultimo capitolo della storia. E farà andare le cose come devono andare.
I bastardi vanno all’inferno nasce originariamente per il teatro. Passa poi al cinema e infine, per fortuna, Dard lo traspone anche in romanzo.
Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.