Esiste un segreto per non invecchiare?
Dopo il nostro articolo “Esiste una dieta per non invecchiare?” continuiamo ad indugiare in questo nostro sogno, confortati dalle evidenze scientifiche. Oggi infatti parliamo con uno degli autori di “LA SENESCENZA COME PROCESSO FISIOLOGICO (ovvero Manuale di autodifesa per rimanere se stessi con il trascorrere degli anni)” edito da Di Leandro & Partners.
Stefano Biasioli, medico nefrologo endocrinologo ha scritto insieme al collega laboratorista Renzo Schiavon questo volume di Anti-Aging Medicine (AAM) per la collana “Scienze e vita” dell’Editore, un libro incentrato sui metodi per invecchiare in maniera fisiologica, cioè per evitare di avere tanti dei problemi che normalmente si hanno mano a mano che gli anni crescono.
Dottor Biasioli da cosa è scaturita l’idea di questo libro?
<<L’eterna giovinezza è stata cercata per decine di secoli utilizzando pozioni magiche, utilizzando riti spiritici, indirizzando preghiere agli dèi dei greci e dei romani. Gli antichi dicevano “senectus ipsa morbus est” cioè la vecchiaia è lei stessa una malattia. Ma una cosa è l’immortalità, altra cosa è invece cercare di aggiungere più anni alla vita e soprattutto più qualità di vita ai nuovi anni. La vita media si è alzata finché è apparso il Covid-19 che ha determinato una strage e quindi ha abbassato l’età media degli italiani e quella di tutta la popolazione mondiale. Con le vaccinazioni le cose dovrebbero adesso riassestarsi, salvo che nei prossimi anni appaiano altri virus altrettando devastanti. Negli ultimi decenni le conoscenze sui meccanismi dell’invecchiamento sono nettamente cresciuti, si è compreso infatti che sono in gioco molti fattori>>
Quali sono questi fattori, Dottor Biasioli?
<<Innanzitutto i fattori ormonali che sono legati al sesso (menopausa da una parte e andropausa dall’altra), poi ci sono in gioco i fattori ormonali che non c’entrano con gli ormoni sessuali, soprattutto l’insulina, l’ormone della crescita e gli ormoni tiroidei, e infine sono in gioco tantissimi fattori extra ormonali, quelli genetici che pesano per circa il 25% del totale, gli stili di vita, gli enzimi, l’obesità che finalmente si è capito che è una malattia vera e propria, e poi l’opposto dell’obesità cioè la malnutrizione, l’equilibrio tra sostanze ossidanti e le sostanze antiossidanti e quindi la guerra continua contro i radicali liberi, le vitamine, i micro e macro-elementi, e poi tutta una serie di variabili fisiologiche, l’indice di massa corporea, l’età anagrafica. Per questo la senescenza è una matassa difficile da dipanare, ma abbiamo cercato io e il collega Schiavon del nostro meglio nel libro, che abbiamo suddiviso in più parti, utilizzando un linguaggio semplice e non il “medichese”: i capitoli iniziali sono chiari e molto semplici, i successivi un po’ più complessi, però il libro è pieno di consigli utili e di tabelle esplicative. Va letto un poco per volta, eventualmente prima di addormentarvi.>>
Dottor Biasioli, ma effettivamente quando inizia l’invecchiamento?
<<Con una battuta le rispondo: l’invecchiamento inizia dalla nascita. Io che sono di una generazione di vecchietti, avevo imparato a scuola che la vecchiaia incomincia sui 40 anni per gli uomini e per le donne verso i 47-51 anni cioè l’epoca della pre-menopausa e poi della menopausa, ma in realtà sempre di più oggi si incomincia a pensare che la vecchiaia incomincia molto prima, cioè tra i 20 e 30 anni! Nel senso che già a 20 30 anni deve essere preferibile incominciare ad adottare uno stile di vita sano e tutta una serie di comportamenti che possono essere utilissimi per evitare i danni più avanti negli anni.>> Il Dott. Biasioli fa una pausa, per farmi digerire il concetto. <<Voglio ribadire>> riprende <<che l’invecchiamento non è una spada di Damocle, è un meccanismo, è un periodo della vita nella quale noi possiamo intervenire direttamente per cercare di migliorare il nostro destino, perché se non facciamo nulla il nostro organismo anticipa il danno irreversibile che è legato all’età ed è quindi fondamentale che noi già in una fase precoce della nostra vita vero i 20, 30, 40 anni al massimo, incominciamo ad assumere una serie di comportamenti che ci aiuteranno nelle decadi successive. Infatti una persona di età compresa tra i 20 e i 40 anni ha delle difese normali ma, man mano che l’età si alza, sempre meno le nostre difese sono utili a compensare questi danni e avviene un danno cellulare che porta la cellula ad invecchiare precocemente e a morire, fenomeno che si chiama “apoptosi cellulare”. Avrete sentitto tutti parlare dei radicali liberi.>>
Sì, è vero, è ormai comune ritenerli “nemici”. Ma che cosa sono esattamente i radicali liberi?
<<Sono cataboliti, prodotti del metabolismo cellulare, sono cioè sostanze pericolose che vengono prodotte delle nostre cellule che per vivere bruciano carboidrati, proteine, sostanze grasse e nel fare questo sviluppano sostanze di scarto che si chiamano radicali liberi, che se non vengono tamponati, cioè se non vengono neutralizzati, portano al bando la cellula stessa con la morte cellulare. >>
Dott. Biasioli ci fa un esempio pratico di radicale libero?
<<Uno dei principali radicali liberi è l’acqua ossigenata H2O2. Tutti noi sappiamo che cos’è e tutti noi la adoperiamo per disinfettarci le ferite, ebbene proprio la produzione dell’energia che serve per la vita delle cellule e quindi per la vita del singolo organo e poi per la vita dell’intero organismo porta questa aumentata produzione di acqua ossigenata e di altri radicali liberi, che devono essere tamponati.>>
Ma da che cosa? Quali sostanze si possono usare per tamponare i radicali liberi?
<<Da sostanze che ovviamente non sono radicali liberi, ma che noi introduciamo dall’esterno o attraverso i cibi che mangiamo oppure attraverso una serie di materiali di diverso tipo, pensate per esempio ad integratori, che possono essere presi per bocca piuttosto che per vena. Questi quindi vanno a tamponare le sostanze pericolose che si stanno acculando nel nostro corpo.>>
Che cosa succede poi?
<<Come abbiamo detto prima, mano mano che si invecchia aumenta la produzione di queste sostanze tossiche, i radicali liberi, e diminuisce la capacità del nostro organismo di tamponarli, cioè di neutralizzarli. Questo determina una condizione che viene chiamata “stato di infiammazione cronica”. Lo stato di infiammazione cronica coinvolge un po’ alla volta tutti quanti gli organi e tutti quanti gli apparati ed è particolarmente abbondante nei soggetti sovrappeso che hanno una quantità di grasso notevole a livello dell’addome – sia all’esterno che all’interno, cioè attorno agli organi.>>
Dott. Biasioli non ci tenga sulle spine, come è possibile ritardare i segni dell’invecchiamento per arrivare poi alla fine a una terza ed anche una quarta età che sia serena?
<<Innanzitutto devono essere identificati i segni di questo invecchiamento. Questi segni sono molti e>> sorride <<ovviamente non voglio fare qui riassunto delle 300 pagine del libro che abbiamo scritto, ma voglio semplicemente riportare alcuni concetti fondamentali che possano essere di aiuto.>>
Bene, cominciamo, Dottore. Quali sono i primi segni dell’invecchiamento?
<<Esistono dei segni biologici confortati anche da evidenze di laboratorio. Dal punto di vista generale invecchiando noi abbiamo una riduzione della massa magra, cioè della struttura muscolare, e un aumento della massa grassa; questo condiziona una ritenzione di liquidi, di acqua all’interno del nostro corpo e condiziona la tendenza a sviluppare una ipertensione. Non solo: più aumenta la massa grassa più aumenta l’insulino-resistenza cioè il metabolismo dei carboidrati degli zuccheri rallenta e quindi c’è possibilità che noi troviamo dei valori alterati di glucosio ed emoglobina glicata all’interno del nostro sangue. Ma contemporaneamente avviene proprio per i meccanismi che vi dicevo prima cioè per l’aumento delle sostanze tossiche dei radicali liberi e dei radicali dell’ossigeno e per una riduzione del nostro potere tamponante, una situazione di infiammazione e quindi un calo delle difese immunitarie. Ne consegue un maggior rischio di infezioni. L’esperienza recentissima della Covid ha dimostrato che i soggetti che erano più a rischio di finire in ospedale per effetto del virus, di finire nei reparti di terapia sub-intensiva ed intensiva erano soprattutto i vecchietti e le vecchiette, perché questi soggetti avendo subito un infezione da Covid-19 hanno avuto meno la capacità di difendersi contro l’infezione stessa perché il loro sistema immunitario era evidentemente più compromesso rispetto a quello dei soggetti più giovani – e non solo dei soggetti in età scolare oppure dei ragazzi da 0 a 6 anni ma anche di quelli in tutto sommato della fascia tra i 20 ei 40 anni.>>
Quindi, invecchiamento + sovrappeso equivale a maggior rischio di infezioni.
<<Sì, ma non solo. C’è anche una minore capacità di termoregolazione. Ed ecco che allora chi invecchia “improvvisamente” si accorge di avere una maggiore sensibilità nei confronti del freddo. E contemporaneamente c’è anche una riduzione della capacità visiva e della capacità uditiva. Fatta una serie di eccezioni, scatta un ulteriore aspetto, cioè il coinvolgimento della nostra funzione centrale, quella legata direttamente al nostro cervello. Riduzione della memoria, riduzione della capacità di concentrazione, riduzione della capacità anche di memorizzazione. Inoltre, invecchiando si hanno delle ossa che sono più fragili, perché chiunque ad una certa età si sottoponga all’esame di densitometria ossea, a livello dei femori piuttosto che a livello della colonna, trova con estrema facilità i valori negativi, perché invecchiando il meccanismo di produzione della vitamina D, che è la vitamina fondamentale che regola la distribuzione del calcio nell’osso e viceversa, cioè anche il prelievo di calcio dall’osso, si riduce con il passare dell’età. Da notare che la vitamina D non è solamente legata all’effetto del sole ma è legata al funzionamento del fegato, è legata al funzionamento dei reni e man mano che si va avanti con gli anni tutti questi meccanismi sono ovviamente rallentati, l’osso non riceverà più calcio ma tenderà a cedere calcio, da qui la fragilità.>>
Dottor Biasioli, ci sono differenze nel modo in cui donne e uomnini invecchiano?
<<È del tutto evidente ci sono delle pesanti differenze tra uomini e donne, che possono essere determinate in maniera molto precisa con una tecnica particolare che si chiama “impedenzometria corporea”, che dimostra come, passando di decade in decade, la composizione corporea sia diversa nel maschio e nelle femmine: nelle femmine c’è un aumento notevole in fase iniziale della massa grassa che poi progressivamente si riduce nel corso degli anni, nei maschi invece si assiste a un calo della massa magra. Il risultato è che dopo gli 80-85 anni bene o male la composizione corporea dei maschi diventa sovrapponibile a quella della femmina con qualche minima alterazione, legata al fatto che comunque sempre le donne hanno resistenze corporee superiori rispetto a quelle dei maschi. D’altra parte è del tutto evidente che l’uomo ha una produzione ormonale diversa da quella delle donne e la cosa evidentemente si accentua nel momento in cui per l’uomo incomincia l’andropausa e per la donna incomincia la menopausa o la pre-menopausa.>>
Che cosa succede a questo punto della vita di una donna?
<<Durante la pre-menopausa nella donna si riducono le quantità degli ormoni femminili e aumenta relativamente la quantità degli ormoni maschili in circolo. Tutto questo evidentemente ha degli effetti sul corpo in generale, che ci siano o non ci siano delle patologie particolari, perché comunque la caduta degli estrogeni determina nella donna una riduzione di quella forte capacità di difesa che ha avuto durante tutti gli anni fertili e la avvicina sempre di più, dal punto di vista della resistenza alle infezioni, a quello che succede nei maschi. In media comunque la donna vive circa il 5% in più rispetto all’uomo, ma noi possiamo cercare di cambiare la velocità di invecchiamento utilizzando tutta una serie di trucchetti che ci possono aiutare.>>
Quali sono questi trucchetti?
<<È evidente che essere sovrappeso, fumare a tutto spiano, non fare attività fisica, essere tutti stressati (aiuto, n.d.r.), le continue oscillazioni del peso, la scarsa idratazione, cioè bere poca acqua, tutte queste condizioni favoriscono un invecchiamento precoce. Non parliamo poi dell’utilizzo di tutta una serie di farmaci – io personalmente faccio la predica costante a tutti che i miei pazienti che fanno uso frequente se non cronico di farmaci antinfiammatori non steroidei, i FANS, perché hanno mal di testa, perché hanno il doloretto, perché non si sentono bene, perché hanno 37,1 di temperatura: l’uso prolungato e l’abuso di FANS determinano una serie di alterazione dei meccanismi fisiologici che favoriscono l’invecchiamento. Ad esempio l’utilizzo cronico di farmaci antinfiammatori non steroidei riduce la quantità di sangue che passa attraverso i reni, determinando danni importanti a livello dei reni fino anche ad arrivare ad una insufficienza renale che può essere talmente grave da arrivare alla dialisi. >>
Ohibò, che cosa si può fare per “far bene” ai nostri reni?
<<La prima cosa diminuire ed eliminare i FANS, e poi l’altra cosa utilissima è il bere in maniera adeguata: se si beve in maniera adeguata, si riduce il lavoro dei reni e quindi si favorisce da un lato l’eliminazione di sostanze tossiche con le urine e dall’altra parte si consente il normale funzionamento dei reni.>>
Dottore che tipo di acqua dobbiamo bere?
<<La mia esperienza mi dice che l’acqua che va bevuta preferenzialmente è acqua alcalina.>>
Dottor Biasioli, continuiamo ad affrontare il problema dell’invecchiamento in salute.
<<Un organismo che invecchia, riduce progressivamente la sua capacità di omeostasi – termine greco che indica la capacità degli organismi viventi di mantenere costanti le proprie caratteristiche fisiologiche indipendentemente dalle variazioni dell’ambiente esterno. L’organismo mantiene questa omeostasi mediante una serie di meccanismi automatici di regolazione a feedback, cioè: c’è uno stimolo e allo stimolo il nostro corpo risponde, cercando di compensare quello stimolo che cerca di deragliare l’organismo della sua situazione di stazionarietà. Con il passare degli anni questa capacità di omeostasi si riduce e eventi acuti o cronici che prima erano tamponati benissimo dal nostro organismo, incominciano a lasciare dei segni, cioè incominciano a fare danni. In questo sono in gioco sia fattori intrinseci, cioè tutti i nostri organi ovviamente invecchiano, ma sono in gioco anche fattori estrinseci legati agli stili di vita, all’inquinamento, ai rapporti sociali. Le modifiche fisiche principali che avvengono ma man mano mano che passano gli anni sono relative alla statura – tutti noi sappiamo che progressivamente con gli anni perdiamo di altezza, modifiche della composizione corporea e poi modifiche del funzionamento di tutti gli organi principali, pensiamo all’apparato cardiovascolare, al sistema nervoso centrale, al sistema endocrino, al sistema immunitario, all’apparato muscolo-scheletrico.>>
Dottor Biasioli, ma perché con l’avanzare degli anni ci “accorciamo”?
<<Sono convinto che una prima fase dell’invecchiamento avvenga dai 40 anni in su, una seconda fase coincida nelle donne con la pre-menopausa e poi la menopausa e negli uomini con l’andropausa, una terza fase va dai 60 in su ed una quarta dagli 80 anni. Molti geriatri non saranno d’accordo con me su questa suddivisione, però l’esperienza clinica quotidiana sembra darci ragione: dopo i 50 la statura si riduce, perché ci sono dei vizi di postura, soprattutto per quelli che vivono seduti davanti al computer (aiuto! n.d.r.) o in ufficio, ci sono poi modifiche legate alla riduzione del turnover osseo, i corpi vertebrali e i dischi intervertebrali che vanno incontro ad una vera e propria disidratazione, c’è una riduzione degli spazi articolari soprattutto nelle articolazioni che risentono più del peso, e c’è un cedimento della volta plantare del piede. Nelle donne poi il calo degli estrogeni determina una riduzione della massa ossea e quindi uno sviluppo di una osteopenia oppure di una vera e propria osteoporosi, quindi una perdita di calcio con evidentemente decalcificazione delle ossa principali. Negli uomini analoghe modificazioni avvengono nel momento in cui c’è un calo degli androgeni, dopo i 50 anni cambia la composizione corporea perché si assiste a una riduzione della massa magra un aumento della massa grassa e quindi l’aumento di peso che è inevitabile se non si sta attenti alla dieta e attività fisica è fondamentalmente caratterizzato da una perdita di una cosa estremamente utile che la massa magra. Se lo stile di vita errato, cioè se si sbaglia l’alimentazione, se si fa poco movimento, è del tutto evidente che i problemi aumentano e compaiono delle patologie croniche che negli uomini sono legati soprattutto a un aumento della massa grassa addominale e nelle donne invece ad un aumento della massa grassa ai fianchi. La cosa fondamentale è che in questo corpo che aumenta di peso cala invece la quantità dell’acqua corporea e soprattutto cala la quantità dell’acqua che è contenuta all’interno delle cellule, ciò provoca un malfunzionamento delle cellule e favorisce una morte anticipata delle cellule per apoptosi, mentre invece aumenta l’acqua extracellulare quella che poi responsabile della ritenzione a livello delle caviglie.>>
Molto bene, Dottor Biasioli. Possiamo riassumere così: nutrirsi in modo adeguato, fare movimento e bere molta acqua.
<<E leggere “LA SENESCENZA COME PROCESSO FISIOLOGICO” di Biasioli e Schiavon prima di addormentarsi.>>
Direttore di Pink Society
Direttore scientifico di Pianeta Salute 2.0 trasmissione TV, biologa, giornalista pubblicista, avida lettrice, amante del cinema e delle maratone TV, ha l’animo della viaggiatrice e spera di poter tornare a farlo presto in serenità ♥