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A tutte le Donne, a prezzo della libertà – intervista a Venera Vasta, scrittrice

intervista a Vera Vasta, scrittrice
La scrittrice Venera Vasta

A tutte le Donne, che con forza e determinazione si sono scontrate con le difficoltà della vita e che non si sono mai arrese… È questa la dedica del libro che tengo in mano, dalla copertina enigmatica ma essenziale, come il carattere della protagonista.

La dedica che l’autrice fa, non ad una persona, alla mamma, all’amica, ai figli, ma alle Donne, quelle con la D maiuscola che ogni giorno combattono contro pregiudizi e  mentalità ancora lontana da quell’emancipazione tanto ambita.

Venera Vasta, autrice di “33” racconta di Nina, ragazza bellissima della Sicilia degli anni 80, eppure non le basta un libro per raccontare di una donna. Il suo pensiero va a tutte le donne, è come un fiume in piena l’autrice, e lascia trapelare già dalle prime pagine un senso di libertà, voluta e desiderata anche a costo della propria felicità.

La storia di Nina è un romanzo da leggere tutto d’un fiato, che lascia il lettore con la domanda più immediata eppure più difficile da risolvere. Perché Nina vive di corsa, come le corse di auto a cui partecipa fin da ragazzina, vive una vita fatta di grandissime estremi, o tutto o niente, eppure quella vita la lascerà con una domanda, a cui non sappiamo se alla fine, lei la bellissima Nina si potrà dare una risposta. LA sua domanda, la nostra domanda. Che prezzo ha la libertà?

Venera, da cosa è scaturita l’idea di questo libro?

L’idea di scrivere un libro mi ha accompagnata fin dagli anni dell’adolescenza; non avendo ben chiaro né come né quando.. ho deciso dopo varie vicissitudini di mettere in pratica ciò che tanto desideravo, trascrivere ciò che sentivo, quello che volevo trasmettere.

La storia di Nina racconta la vita di una ragazza siciliana molto bella, che nonostante tutte le sue cadute si rialza sempre; qual è il messaggio che vuole mandare alle donne?

Nel libro la protagonista è Nina (ma come Nina tante altre donne che ho incontrato nel mio percorso di vita) con le sue problematiche personali ed interpersonali, una donna che lotta con se stessa, con ciò che si imbatte nel suo cammino e con tutto quello che affronterà. Il messaggio che vorrei trasmettere a tutte le donne è di ricercare la forza dentro se stesse, fare un lavoro di introspezione, e che non è tanto quello che ci capita ma come lo si affronta a fare la differenza.

C’è un capitolo del libro che parla di bilanci dopo gli anta. Qual è la vera forza delle donne nel condurre una vita multitasking, dividendosi tra famiglia, lavoro, vita privata e caregiver di genitori anziani o figli con disabilità?

Nella vita di tutti prima o poi arriva il momento di tirare le somme, su come è trascorsa la nostra vita, su cosa sognavamo,su ciò che abbiamo realizzato, quello di cui ci siamo privati, degli eventi inaspettati e di come hanno cambiato il nostro percorso, le nostre scelte, il nostro pensiero.

Le donne da sempre si districano nello svolgere più ruoli, devono fare combaciare casa, famiglia, figli, lavoro. In alcuni casi si trovano anche ad assistere un familiare con disabilità.

La forza per affrontare tutto te la fai venire, anche se non ne hai voglia, anche se ti sembra di non essere in grado. Ovviamente non è un percorso facile..ma ci riesci. La forza la trovi nell’amore per i tuoi figli. Si corre sempre, tutto diventa un’impresa, soprattutto se si è sole, senza un compagno; ancora più impensabile, se si è un caregiver, portare a termine ogni singolo giorno tutti i tuoi compiti. Trovare la combinazione giusta tra una cosa e l’altra, da trasformare poi in abitudine, con qualche peso in più, con sforzo maggiore richiesto al tuo fisico e alla tua mente. Speri solo di essere sempre forte e in salute, per il bene tuo e dei tuoi cari.

Il suo romanzo “33” è una storia inventata, ma lei, come la protagonista Nina, è una bellissima donna siciliana, che ha vissuto e vive le difficoltà del nostro tempo. Che cosa si aspetta dal domani, con gli strascichi e i ricordi ancora dolorosi della pandemia?

Io mi auguro che tutto finisca presto e si ritorni alla normalità – ma purtroppo per chi già vive delle problematiche importanti di normale c’era ben poco ancor prima della pandemia. Diciamo che questo periodo che stiamo vivendo ha scosso le nostre vite, siamo stati toccati e privati di ciò che credevamo essere scontato, dalla libertà alla salute, alla socializzazione.

Ognuno di noi ha fatto delle riflessioni profonde su quanto è avvenuto e ancora sta avvenendo. Mi auspico di uscirne migliorati a livello umano, sicuramente qualcosa nel nostro modo di vivere è cambiata.

Il suo romanzo parla anche di disabilità, infatti la protagonista nel libro ha un figlio disabile. Lei con i proventi del libro ha voluto sostenere la Confraternita di Pedara, che assiste i disabili, che cosa si augura che il Governo faccia per questo particolare problema che tocca molte famiglie italiane, molti  genitori e molti caregiver?

Devo dire che negli ultimi anni qualcosa si è mosso per quanto riguarda la concezione della disabilità e la figura del caregiver. Ma siamo ancora lontani da ciò che potrebbe migliorare le vite penalizzate delle famiglie che vivono un contesto di disabilità nel quotidiano. Il governo dovrebbe dare alla figura del caregiver diritti e tutele. Al momento solo parole e non fatti.

Da anni ci sono associazioni, comitati, Onlus che si battono perché ciò avvenga.

Ci sono state delle agevolazioni per le famiglie, ma serve trovare le adeguate soluzioni per risolvere le problematiche che ogni giorno comporta la disabilità e le difficoltà che una famiglia affronta. Nonostante persone che possono soffrire della stessa patologia, ricordiamoci che ogni disabile è a sé, ognuno ha le proprie difficoltá, ci sono vari stadi di invalidità che impattano sui rapporti col mondo esterno, con cure, terapie, socialità, comunicazione e il caregiver conosce e vive tutto ciò. Io penso che servano leggi per migliorare se non rettificare lo stato attuale, e che i decisori dovrebbero conoscere appieno la vita di un disabile e della sua famiglia.

Consiglierei di fare un percorso formativo accanto a queste famiglie o al caregiver.

Ci sono persone che vagano da un posto all’altro per presentare documentazioni, richieste di ausili, pratiche, visite mediche, terapie, ricoveri; si dovrebbe semplificare questo aspetto burocratico e agevolare la vita del caregiver già di suo abbastanza penalizzata.

Vera Vasta, scrittrice
Ritratto di Venera Vasta

Il libro appena uscito ha subito uno stop per la pandemia, ora con una seppur minima ripresa, si riprenderanno firmacopie e presentazioni, cosa vuole dire ai suoi lettori?

In questo tempo di vita, fatta di fretta ed economia, dove si è persa la sensibilitá verso l’altro… ai miei lettori dico che ci sono realtà di vite diverse, contesti, persone, scelte e occasioni diverse. Di guardare dentro ogni essere umano per scovarne cuore ed anima.


Il libro è edito da Di Leandro Editore, potete anche seguire la pagina Facebook dedicata