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Pink Society

lo sguardo rosa sulla società

Racconti Pink: La convention e gli slip nascosti

Annalisa si aggirava sconsolata per il globo terrestre, palcoscenico minimo in cui lei immaginava di interpretare la propria vita.

Non si sentiva più lei. Si sentiva svuotata di ogni energia, senza la sua proverbiale feroce determinazione da caterpillar.

Andò a prendere il caffè da Youssef, lo salutò a stento, lasciandolo senza parole, e a bassa voce ordinò un caffè e una brioche piccola, che alla lotta alla ciccia non aveva ancora rinunciato. Ma ci stava pensando e quello non era un bel segno.

Ecco, si ritrovava ad essere arrendevole con sé stessa e il mondo, in una parola “stufa”, non sapeva nemmeno di cosa.

A vederla così avvilita, Youssef le volle offrire la colazione, abbozzò perfino un sorriso all’orrida donna che stava davanti al bancone, priva di ogni verve.

Lei ringraziò sommessamente (avverbio notoriamente fuori dal suo vocabolario…) e fece per uscire, quando dalla profondità della borsa strapiena, provenne uno squillo di tromba.

Frugò distratta negli strati di cose inutili, che si ammassavano nella borbonese ultimo modello, con la doppia tracolla, quella in pelle che passava sotto la borsa come una decorazione, bella sì ma inutile, e finalmente estrasse l’oggetto trillante, con l’immaginetta di Alexia, che quasi bucava lo schermo.

“Mo’ che vuole questa” pensò Annalisa, che però si sentiva talmente avvilita che pure una voce piatta e monocorde come quella di Alexia andava bene.

“Ciao”.

“Annalisa!” gridò quella, vibrante come un diapason “Non sai cosa è successo!”

“Certo, non me lo hai ancora detto! Buongiorno, eh!” ‘ste amiche maleducate non le sopportava più, lei così fine e rispettosa del bon ton.

“Ho infilato le mutande in valigia!”

“Stop stop! Quali mutande e quale valigia?!”, questa è isterica al centopercento.

“Sono tornata da un viaggio di lavoro…”

“Ah, sì è vero sei partita…” ci hai fatto una testa così, a dire il vero, con la vita piatta che aveva anche una convention le era sembrata un’occasione da non perdere…

“E avevo cacciato le mutande in valigia…”

“Lo facciamo tutte! Le più disordinate come te a casaccio, quelle come me, distinguendo quelle indossate in apposito sacchetto e le altre a parte…” non ce la faceva, anche da depressa, a non rompere le scatole.

“Non le mie!”

“Perché, è venuto anche tuo marito? E che problema c’è?” incuriosita, a quel punto della narrazione.

“Nooo! Lui non è venuto! È venuto qualcun altro, ih ih…” aggiunse Alexia, ormai fuori controllo.

“Sei partita con un altro?! E chi è?”

“No, no: l’ho rimorchiato là, alla convention….”

“Tu Alexia non sei capace di “rimorchiare”… E poi, sappi, che non è più di moda…”

“Che me frega della moda! Mi sono innamorata!”

“Fammi il piacere, la convention sarà durata tre giorni, mica ti innamori così in fretta!”

“Un colpo di fulmine…”

“Sì, va beh…” ormai Annalisa si sentiva in forze, quella di una volta, annusava l’aria a caccia di prede e si beveva le parole dell’amica nel caso potessero servire, a qualunque cosa. Ah, stava meglio, niente tavor stavolta.

“Ti dico di sì…” cinguettò l’amica “anche lui si è innamorato di colpo!”

“Ah, interessante…” commentò scettica Annalisa.

“Siamo finiti avvinghiati nel letto, i vestiti dappertutto…” Annalisa appoggiò sul sedile accanto al viaggiatore, che nel frattempo era salita in macchina, mise il viva voce:

“Eh bla bla bla….!”

Ogni tanto Annalisa intercalava con un “ma no!”, “che bello!”, “che romantico”, finchè tornò a bomba sugli slip.

“Allora gli slip erano di Amordolce e sono finite nella tua valigia…”

“Sì, ho voluto un ricordo…”

“Non bastava un selfie?”

“È stato un raptus…”

“E lui…?”

“Si è infilato i pantaloni di fretta e non ci ha fatto caso”.

“Cioè, uno mette i calzoni senza slip a sua insaputa?”

“Beh, a quel punto lui doveva correre in camera sua a fare la valigia. Dovevamo partire con il pullman”.

“Capisco… e quale problema ha la tua valigia, ora?”

“Che mio marito, da quando sono tornata, mi sta addosso come una cozza e vuole aiutarmi a disfare i bagagli…”

“Chi, Antonio? Ma si è ma visto? Subodora qualcosa e cerca tracce…”

“Appunto…”

“Caccia le mutande nella tasca del cappotto, non ti fare accorgere!”

“E poi?”

“Esci il cane e quando fa la pupù, la raccogli e nello stesso sacchetto metti gli slip. Poi butti tutto! Lo fai stasera, tanto Fido deve uscire prima di nanna, no?”

“È un’ideona! Devo solo convincere Antonio a non uscirlo lui, il cane”.

“Stasera gioca l’Italia, chi lo schioda?”

“Meno male! Ti mando un messaggio a missione compiuta” disse Alexia, con un sospiro di sollievo.

“Se non ci penso io a tenere unite le famiglia, queste mandano tutto in vacca!” si inorgoglì Annalisa. E accese il motore del suo rutilante SUV, dando gas, allegra.