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Cartoline d’Italia: C’è una Cappella Sistina nelle Langhe

È una vera e propria Biblia pauperum (la Bibbia dei poveri) ed è MERAVIGLIA.
Guardarla, vuol dire fare un viaggio nel passato, nella fantasia, nelle paure dell’uomo, nella preghiera degli umili.

Sembra quasi di sentire puzza di zolfo. Ci sono serpenti viscidi dappertutto. Sono enormi, grassi e aggressivi, azzannano gli uomini alla testa. Sono cattivi e fanno paura: c’è sangue ovunque, che sgorga dalle ferite di tre incauti uomini, che stanno morendo. Uno, con un cappellaccio in testa si sta trascinando in avanti, ma è allo stremo. Un altro è in fuga…: tiene le braccia piegate e i palmi delle mani aperte, guarda ancora indietro, inorridito. Non sopravvivrà, credo.

Sembra un thriller e invece è l’affresco della chiesetta di San Fiorenzo. Un’enorme, immensa, affascinante Cappella Sistina nelle Langhe, tra le montagne di Bastia di Mondovì (CN).

Il viandante che in pieno Medioevo arrivava a Bastia dall’antichissima “Via del sale” e varcava la soglia del portone principale dell’edificio di San Fiorenzo, restava sbigottito davanti alla fantastica scena colorata.  E fin da subito avrebbe evocato l’aiuto di tutti i Santi per guidarlo all’impegno verso i buoni propositi. “L’invasione dei mostri” che qui, su queste pareti, ci viene narrata ti colpisce subito; è tanto cruda nella sua semplicità stilizzata. Ma non è tutto; basta alzare lo sguardo lungo la parete laterale, che il cuore ti va in gola. La “gigantografia” dell’inferno, ti corre incontro. Ti mostra quale sarà la tua fine, se non metterai in pratica la santità: incontrerai il demonio, mostruoso come un rettile bipede che ha bocche che si allungano da tutte le parti (persino sulle ginocchia, sulle braccia, sotto il bacino e sopra il capo) pronte a divorarti. Fa paura.

È enorme questo dipinto. Non vi è parete o angolo che non sia affrescato: quello di San Fiorenzo è il ciclo pittorico più esteso del Piemonte; è ripartito in 51 riquadri, cui si aggiungono le figure nel presbiterio e alcuni fregi.

Fu realizzato in diversi anni da artisti diversi, anche se con una buona omogeneità di stile, e terminato il 24 Giugno 1472.

Le attribuzioni sono incerte ma legate alla mano e alle botteghe dei principali artisti che all’epoca lavoravano nella zona: Antonio da Monteregale, Giovanni ed Enrico Mazzucco, i fratelli Biazaci di Busca e forse il Canavesio.

È una “biblia pauperum” che ancora oggi affascina. Credetemi, è una meraviglia.

Visitare questa piccola chiesa è come fare un viaggio nel tempo, gli affreschi al suo interno si traducono in emozioni fortissime ancora adesso, e raccontano la fervida e devota preghiera degli umili, fatta di timori, episodi biblici, stupore, vangeli apocrifi e storie di Santi, fiducia e preghiera.

È soprattutto un viaggio nel tempo a portata di mano, letteralmente. Basta lo smartphone, e gli antichi affreschi prendono vita in un tour 3D.

Il progetto hinc [heritage is the new cult] dell’associazione “noau | officina culturale”, ideato con l’obiettivo di valorizzare beni culturali di pregio storico-artistico (ma esterni ai maggiori flussi turistici) ha trovato la sua prima applicazione sperimentale proprio nella chiesa di San Fiorenzo a Bastia Mondovì, un gioiello dell’arte gotica. È una meraviglia nella meraviglia.

Basta cliccare qui per una visita virtuale: https://hinc.info/chiesa-san-fiorenzo/

Che vi dicevo? Pronti, viaaaaa!