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La stimolazione magnetica ripetitiva può curare la dipendenza da fumo?

La stimolazione magnetica ripetitiva, una metodica che utilizza impulsi elettromagnetici concentrati sull’area cerebrale di interesse, ha dimostrato la sua efficacia per curare le dipendenze patologiche da alcol, droga e fumo.

“La stimolazione magnetica ripetitiva sta cambiando le prospettive di cura di tutti quei disturbi e dipendenze patologiche in cui i trattamenti e le terapie a base di farmaci o sostituti della sostanza sono spesso risultate inefficaci”
Fanella (La promessa)

Solo pochi giorni fa il governo neozelandese ha proposto di vietare il fumo a chi ha meno di 14 anni per rincorrere l’obiettivo di azzerare la percentuale di fumatori nel Paese entro il 2027. Anche in Italia 60 senatori hanno presentato un disegno di legge per estendere il divieto di fumo alle fermate dei mezzi pubblici. Complice poi la pandemia, secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, 1,2 milioni di persone in più nei primi sei mesi del 2021 hanno iniziato a fumare rispetto a novembre 2020.

Oggi sono 11 milioni gli italiani a essere dipendenti dal fumo. Ma a questi numeri andrebbero sommati quelli che riguardano i casi di infarto, ictus, tumori e in generale l’ingente spesa pubblica per la cura dei pazienti affetti da malattie causate dal fumo.

Per liberarsi dalla dipendenza esistono varie strade. La stimolazione magnetica ripetitiva, una metodica che utilizza impulsi elettromagnetici concentrati sull’area cerebrale di interesse, ha dimostrato la sua efficacia per curare le dipendenze patologiche da alcol, droga e fumo. Fra i centri specializzati che offrono la terapia, La Promessa di Roma è convenzionato con la Regione Lazio.

“Nel nostro centro è disponibile la metodica che è indolore e assolutamente non invasiva. Questa nuova tecnologia è stata sperimentata e approvata dalla CE e, negli ultimi anni, sta cambiando le prospettive di cura di tutti quei disturbi e dipendenze patologiche in cui i trattamenti e le terapie a base di farmaci o sostituti della sostanza sono spesso risultate inefficaci come è il caso della dipendenza da fumo di sigaretta”, spiega il dottor Fabrizio Fanella, psicoterapeuta e direttore sanitario del Centro La Promessa di Roma specializzato nella cura delle dipendenze.

smettere di fumare

“Il trattamento riabilitativo svolto nel nostro centro di cura per le dipendenze – continua il direttore – si articola in una prima fase in cui viene effettuata una visita specialistica, al fine di valutare le condizioni iniziali di chi si rivolge al servizio. In una seconda fase, successiva a quella motivazionale, si prevede il supporto psicologico per affrontare il problema, sviluppare tecniche comportamentali, cognitive ed emotive, idonee a ricercare un nuovo stile di vita”. Il protocollo di trattamento per il tabagismo dura sei settimane. “Le prime due sono le più intensive – spiega Fanella -, dopodiché le sedute sono diluite nel resto delle settimane al fine di donare continuità ai risultati raggiunti con le stimolazioni intensive”.

NON È MAI TROPPO TARDI. I pazienti si chiedono spesso che senso abbia smettere dopo tanti. Gli studi in letteratura dimostrano che i benefici sono quasi immediati. Infatti a distanza di soli 20 minuti dall’ultima sigaretta la frequenza cardiaca e la pressione del sangue si riducono, mentre sappiamo che la nicotina sia uno stimolante. Dopo 12 ore, anche il livello di monossido di carbonio nel sangue diminuisce e torna a livelli normali, e poi entro 2-12 settimane, la circolazione del sangue migliora così come le funzioni polmonari. Infine fra 1-9 mesi la tosse e il respiro corto diminuiscono. “Smettere di fumare – continua il dottor Fanella – fa bene anche a chi ha già sviluppato malattie correlate al fumo, diminuisce del 50 per cento la probabilità di avere un altro attacco in persone che smettono di fumare dopo un attacco cardiaco, riduce il rischio di impotenza, di avere difficoltà a concepire, di aborto spontaneo o di partorire bambini prematuri o con basso peso alla nascita”.

BAMBINI. Sono ormai noti gli effetti del fumo passivo sugli altri, specialmente sui bambini, maggiormente esposti al rischio di malattie respiratorie e otiti. Inoltre fumare in gravidanza comporta un aumentato pericolo di aborto e di avere neonati sottopeso (- 200 g. in media). Il fumo durante la gravidanza può causare un ritardo di crescita e di sviluppo mentale oltre che polmonare (capacità respiratoria inferiore del 10%) del bambino.