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lo sguardo rosa sulla società

Largo allo straniero sulle nostre spiagge

Detto così, sembra una affermazione da sovranista…

Non era questa l’intenzione: semplicemente dal 1° gennaio 2024, che sembra lontano ma non lo è, gli stabilimenti balneari dovranno essere affidati in gestione tramite gare euroepee, aperte anche “allo straniero”.

Il massimo consesso del Consiglio di Stato, seduto in Adunanza Plenaria, ha, infatti, detto stop alla situazione attuale, fatta di proroghe statali, comunali, concessioni fantasma: è stato tollerato e anzi favorito finora per non toccare lo status quo, ma, visto che l’Italia fa parte della Comunità Europea, che da tempo ha regolato l’affidamento delle concessioni balneari marittime con la cosidetta direttiva Bolkstein, non saranno concessi rinvii.

Se lo Stato non si adeguerà, abrogando la proroga fino al 2033 disposta durante il primo periodo della pandemia, e allineandosi alla normativa comunitaria, sarà passibile di procedura di infrazione.

Se i Comuni e gli altri enti non bandiranno gare europee, trasparenti e aperte alla massima partecipazione, vi sarà il caos.

Caos, che avverrà comunque perché i Comuni dovranno correre ai ripari, pestare piedi a piccoli e grandi concessionari, che legittimamente o meno, gestiscono gli stabilimenti balneari spesso da decenni. Dovrà anche essere deciso come potrebbero essere indennizzati, nel caso non dovessero vincere la gara che dovrà necessariamente essere bandita e portata a termine con la scelta del gestore entro il 31 dicembre 2023, visto che il giudice amministrativo ha stabilito che le concessioni attuali non potranno essere ulteriormente prorogate.

E i gestori uscenti non avranno alcuna preferenza “automatica” rispetto, per fare un esemplò, a un gestore danese: dovranno dimostrare di essere semplicemente migliori per capacità tecnica, professionale, finanziaria ed economica. Se non dovessero risultare vincitori, al più, dice l’Adunanza Plenaria, potranno ricevere indennizzi per gli investimenti.

Le nuove concessioni dovranno essere affidate tenendo conto della salute pubblica, con obiettivi di politica sociale, di sicurezza dei lavoratori, di protezione dell’ambiente, di salvaguardia del patrimonio culturale, tenendo conto del tessuto locale e questa è una linea di azione che ci trova d’accordo, anche se va riempita di contenuti concreti.

Ci troveremo a dire “merci” ad un gestore francese? Ci offrirà lo champagne?

Potrebbe essere l’occasione per una modernizzazione del settore: perché niente sarà più come prima. A meno che, nel paese del Gattopardo, tutto cambi perché non cambi nulla.

Ma non credo che questa volta funzionerebbe: il mondo è veramente cambiato e noi dobbiamo semplicemente far ricorso alle nostre migliori competenze ed eccellenze.