Libri: Il tempo di tornare a casa di Matteo Bussola
Nelle stazioni scorrono le vite, si incontrano, si sfiorano, a volte diventano storia, a volte una colonna in cronaca.
Molto più spesso sfumano, come il fischio del treno, ma in quell’istante sono qualcosa o potrebbero diventarlo. Matteo Bussola prova a raccontarle queste storie nel suo ultimo libro Il tempo di tornare a casa. E lo fa mescolando la prospettiva, il punto di vista, in una coralità che da voce ogni volta ad uno dei presenti e ne fa il protagonista, con i propri occhi, la voce.
C’è la donna che si rifugia in sala d’attesa con le borse della spesa: non aspetta un treno ma che qualcuno a casa si accorga finalmente della sua assenza; quella che per sperare di tornare ad avere un domani deve rinunciare a salire su quella carrozza; la coppia di anziani al loro ultimo viaggio; il padre che ha smarrito il figlio; il ragazzo che ha deciso che non ne vale più la pena e scorre il tempo pianificando il momento opportuno. Poi c’è un buffo scrittore che ha perso il suo treno e cammina lungo i capitoli, impaziente di salire sul successivo, perché sa che alla fine del viaggio troverà la sua famiglia ad aspettarlo e soprattutto che “l’amore ha sempre a che fare con qualcuno in grado di riportarti a casa”.
Scrive Bussola: “Vivere in fondo non è che una serie di storie che si chiudono e si aprono, un continuo stringere la presa e lasciar andare. Una catena infinita di incontri e di addii”.
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Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.