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Protagoniste: intervista alla soprano di fama internazionale Carly Paoli

soprano di fama internazionale Carly Paoli
Carly Paoli | photo © Nicky Johnston

Mamma italiana, padre inglese, Carly Paoli, a poco più di trent’anni è già un’icona internazionale del mondo della musica lirica e classica.

Con un repertorio che spazia dai musical fino ai medley Disney, da artista e soprano ha già all’attivo tre album tra cui uno di duetti, uscito nel 2021, con alcuni degli artisti più interessanti del panorama internazionale: da Elaine Paige a Joseph Calleja, da The Tenors a Tony Hadley. Nella sua carriera ci sono talmente tanti momenti indimenticabili che è difficile scegliere il migliore se pensiamo che Carly ha già cantato in diretta dai Fori Imperiali per Papa Francesco durante il Giubileo del 2016, ha partecipato ad un concerto davanti a tutta la famiglia Reale inglese ed ha aperto, cantando l’inno nazionale, il match Irlanda del Nord-Italia per la qualificazione ai Mondiali.

La raggiungiamo virtualmente in quel di Londra per farci raccontare emozioni e retroscena di tutte le sue splendide avventure musicali. 

Chi è Carly, come ti descriveresti? Come sei arrivata a diventare la soprano tra le più conosciute e amate al mondo?

Prima di tutto grazie per questo bellissimo complimento. Sono una persona che ringrazia Dio ogni giorno perchè per lavoro vive il suo sogno e questo è il dono massimo che si può avere nel mondo. Canto da quando avevo 3 anni, non mi riusciva di stare zitta. Anche se andavo al supermercato, stavo sempre a cantare canzoni Disney oppure quando sono diventata un po’ più grande, verso i 7 anni, cantavo canzoni dei musical di Hollywood oppure di artisti come Judy Garland o Frank Sinatra. Ho sempre vissuto nei sogni, in un mondo mio. Quando avevo 9 anni ho iniziato a frequentare un teatro di musica e danza e lì mi ha scoperto questa maestra di canto. È stata lei che ha detto a mia madre: “guarda secondo me tua figlia ha una voce molto potente per la sua età e ti conviene farle fare lezioni private perché c’è una voce da sviluppare”. Quella signora oggi è la mia direttrice musicale, ho avuto anche grande supporto dalla mia famiglia e dai miei amici meravigliosi che mi hanno aiutato sempre nella mia carriera e hanno trattato i  miei sogni come se fossero i loro. Adesso, quando faccio un concerto, provo con tutta la mia forza e la mia passione a ricreare quel mondo di sogni che porta il pubblico in un viaggio, in un’atmosfera magica, quel mondo di Hollywood che è una vera gioia. C’è sempre la musica lirica certo, perché ho avuto sempre una voce da soprano, però ho aggiunto anche la musica con cui ho iniziato questa passione.

È per questo mondo di sogni che un tuo album si chiama Singing my Dreams?

Quello è stato il mio primo album, da nuova artista che stava uscendo. Era la prima volta che facevo un prodotto dove c’era la mia musica con un’orchestra e canzoni che ho scritto io perché mi piace scrivere i testi.

Per prepararmi a questa intervista sono andata sul tuo canale youtube e mi sono messa ad ascoltarti e c’è l’imbarazzo della scelta: dai duetti del tuo album alle tue performance live.

Quale diresti che è stata fino ad ora l’esperienza più emozionante che hai vissuto?

L’esperienza più bella è stata nel 2016 perché la mia versione dell’Ave Maria è stata adottato come la canzone ufficiale del Giubileo di Papa Francesco,  quello della misericordia. Quell’anno ho fatto questo bellissimo concerto, andato in diretta anche su Rai1  dai Fori Imperiali imperiali. Non avevano mai fatto un concerto lì perché è un museo all’aperto e non ho mai trovato un’atmosfera così fuori dal mondo. Ho cantato con artisti come Andrea Bocelli,  Elaine Paige e David Foster in una bellissima celebrazione della musica che portava un messaggio così potente come quello di Papa Francesco. Credo che quello sia stato uno dei più grandi onori che abbia mai avuto.

Che mondo è quello della musica lirica e come è cambiato negli anni?

La musica si sta sempre sviluppando, è continuamente in evoluzione quindi è bellissimo che noi celebriamo ancora artisti e compositori come Puccini o Verdi ma anche che ci siano nuovi compositori che hanno imparato dai grandi del passato e adesso aggiungono anche delle loro caratteristiche. È bello che ci sia un mix tra musica classica e contemporanea e mi sembra una cosa molto importante perché fa sì che la musica parli del mondo di ora. Per me il testo è fondamentale quando ascolto una canzone nuova perché parla dell’oggi e mi piace pensare che fra 300 anni, i cantanti canteranno quello che noi abbiamo scritto.

Quello della lirica è un mondo più equo in termini di pari opportunità? Che esperienza è stata la tua?

Sinceramente io ho avuto soltanto bellissime esperienze con i miei colleghi uomini. Ho avuto la fortuna di fare duetti con Andrea Bocelli, José Carreras, ed è sempre un’emozione nuova quando c’è della chimica nelle performance sul palco ed è sempre spontanea.  Questa è la cosa più bella della musica dal vivo, ognuno di noi ha la stessa importanza ed anche  l’orchestra ha acquisito più importanza oggi, non ci siamo solo noi cantanti. Per me è una celebrazione dell’arte soprattutto.

Carly Paoli | photo © Nicky Johnston

Come stai vivendo questo momento dal punto di vista professionale, come sono cambiate le cose durante la pandemia e dove pensi che ci stiamo dirigendo?

Mi sto preparando per iniziare una tournée qui in Inghilterra. Canterò in 25 concerti iniziando a febbraio. Sto per girare tutte le cattedrali più belle d’Inghilterra e sarà bellissimo cantare in questi spazi che sono stati creati per la musica, c’è un’acustica meravigliosa. Finalmente c’è un pubblico dal vivo perché in Inghilterra non abbiamo la fortuna del bel tempo come in Italia e concerti all’aperto non si potevano fare perché piove quasi sempre.  Durante la pandemia abbiamo fatto un bellissimo concerto al Lerici Music Festival, un festival della musica organizzato dall’Associazione Suoni dal Golfo. Finalmente anche in UK possiamo fare concerti e questa tournée sta prendendo tutta la mia energia in questo momento. Prima di Natale ho cantato alla partita Italia-Irlanda del Nord che è stata un’esperienza bellissima, non ho mai sentito degli applausi e grida così grandi come quelli di un pubblico di calcio. Poi ho cantato anche in televisione per  The Royal Variety Performance, un concerto prima di Natale che è una tradizione inglese da ottant’anni.  Dopo il concerto ho avuto il grande onore di conoscere Prince William e la principessa Kate.

Che persone sono?

Dolcissimi. Eravamo tutti in fila, io ero in compagnia del cantante Gregory Porter con cui ci interrogavamo su cosa potessimo dire alla Famiglia Reale, che discorsi fare per fare bella figura.  Invece loro sono stati così semplici e dolci che è stato facile parlare con loro.

In cosa ti senti inglese e in cosa, invece, italiana?

Nella parte musicale mi sento italiana, la mia famiglia da parte di mamma è italiana e vivono in Puglia, in Salento. I fratelli di mio nonno erano tutti musicisti e cantanti bravissimi. Anche mio nonno cantava e quindi nella famiglia di mia madre c’era sempre dell’ottima cucina e  dell’ottima musica. Anche mio cugino, che ha più o meno la mia stessa età, suona la fisarmonica e quindi la tradizione musicale di famiglia continua con la prossima generazione e mi sembra una bellissima cosa. Quando sono stata in Puglia, ormai studiavo già in Inghilterra al conservatorio, ho iniziato a fare i concerti in piazza ed a feste locali . Quelli sono stati momenti che mi hanno fatto crescere come giovane artista.

Cosa ti auguri per il tuo futuro? Cos’è che ancora non hai fatto e che vorresti fare?

Domanda difficile perché non sai mai dove vai nel mondo. Ho appena finito il mio nuovo album, che ho registrato durante il lockdown. Ci ho messo il cuore in questo album ma non ho avuto la fortuna di essere con gli altri musicisti quando l’abbiamo registrato ed è un album di collaborazioni. L’orchestra ha suonato a Praga e ci sono artisti dall’America, da Malta e dall’ Italia. Mi farebbe tantissimo piacere fare un evento dove tutti questi artisti possano fare musica insieme, dal vivo.