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Anziani e malattie neurodegenerative: qual’è il ruolo del microbiota?

Gli studi della professoressa Maria Rescigno, consigliere della Fondazione Humanitas per la Ricerca

Nella nostra società le malattie neurodegenerative sono sempre più diffuse. La ragione è da cercare anche nel fatto che queste patologie colpiscono in larga parte gli anziani, fascia di età in sensibile aumento nei Paesi occidentali. Nella ricerca delle cause che scatenano tali patologie, la scienza si interroga sul potenziale ruolo che potrebbe svolgere il microbiota. In questa direzione diversi studi sono condotti dalla Professoressa Maria Rescignoconsigliere di Fondazione Humanitas per la Ricerca e Capo del laboratorio di Immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas.

L’asse intestino-cervello

L’interesse alla base di questo ambito di ricerca è l’interrelazione fra il microbiota intestinale e il cervello, “in comunicazione” tra loro. Questo legame influenza lo stato di salute di ognuno di noi: è fondamentale allora comprendere i meccanismi molecolari e biochimici che alterano la complessa rete di collegamento tra i due organi. È già stato osservato il legame tra le malattie neurodegenerative e gli stati di disbiosi, cioè di alterato equilibrio microbico intestinale. Non a caso si parla dell’intestino come di un secondo cervello, che nella ricerca sta assumendo sempre più importanza. Se qualcosa non va a livello dell’intestino, componenti batteriche attraversano la barriera vascolare intestinale, entrano nel circolo sanguigno e possono raggiungere anche il cervello, superando i controlli predisposti dall’organismo. Questa situazione porta alla chiusura delle barriere encefaliche ed all’isolamento del cervello dal resto dell’organismo con generazione di uno stato di ansia. Se poi si favorisca lo sviluppo di un’infiammazione che porti alla degenerazione progressiva e ad un danno neuronale resta da valutarsi. Infatti, per molti pazienti affetti da malattie neurodegenerative, l’origine della patologia è da rintracciare decenni prima della manifestazione.

microbiota

Alla ricerca delle vie di comunicazione

Bisogna allora capire come le due barriere, quella ematoencefalica e quella vascolare intestinale, sono connesse, e se una regola l’altra o viceversa. L’alterazione del microbiota intestinale potrebbe infatti avere un ruolo importante nell’insorgere delle malattie neurodegenerative. Da qui l’interesse a focalizzare l’attenzione sulla popolazione anziana nella quale il microbiota intestinale è molto meno vario, probabilmente dovuto a un’alimentazione meno ricca, più routinaria e meno abbondante. E’ stato ipotizzato che in soggetti suscettibili, la variazione del microbiota potrebbe portare ad un aumento della permeabilità̀ intestinale e favorire l’insorgere delle patologie neurodegenerative. Nello specifico, diversi studi osservazionali e modelli preclinici hanno dimostrato che il microbiota intestinale può contribuire allo sviluppo di disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer, disturbi dello spettro autistico, lesioni cerebrali, sclerosi multipla, morbo di Parkinson ed ictus.

Le evidenze scientifiche

Uno stile di vita sano e in particolare una corretta alimentazione sono armi efficaci contro l’insorgere di molte patologie, anche croniche compreso i tumori e le malattie neurodegenerative. La ricerca ha dimostrato che l’aderenza alla dieta Mediterranea è associata ad un minor rischio di sviluppare le malattie neurodegenerative quali il morbo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson. Ecco perchè la scienza medica raccomanda di seguire il più presto possibile una dieta Mediterranea sana e bilanciata in grado di fornire il nutrimento giusto al nostro microbiota, aiutando lo sviluppo dei batteri «buoni» alleati del nostro benessere.