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Protagoniste: Maria Ilaria Del Principe, medico ematologo con una passione per la ricerca e per la corsa

L’autunno 2022 di Maria Ilaria Del Principe è stato particolarmente ricco di soddisfazioni: un progetto di studio sui linfomi ha ricevuto il premio Bandi Gilead per la ricerca, è la terza volta nell’arco di cinque anni, infatti, era già accaduto nel 2017 e nel 2018 per altri due progetti. Un riconoscimento al valore del progetto che oltre all’indiscutibile prestigio prevede fondi per proseguire lo studio. E dal 1° novembre 2022, è diventata Professore Associato di Ematologia Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione-Università degli studi di Roma Tor Vergata.

«Essere medico è una tradizione di famiglia. Con nonno e papà medici pediatri, in casa si è sempre parlato di pazienti, terapie e ricerca – spiega Maria Ilaria – l’idea è maturata nel tempo, ma la spinta decisiva è stata la malattia di mia madre. Ero in seconda liceo e le venne diagnosticato un tumore alla mammella, e questo mi ha fatto decidere di iscrivermi a medicina, e al termine dei sei anni di corso ho scelto di specializzarmi in ematologia. – E continua – è una specializzazione molto ampia che si occupa di patologie oncologiche e permette di prendere in carico il paziente a tutto tondo. In fondo, l’ematologo è un internista particolarmente specializzato, ma quando è necessario un parere si avvale delle conoscenze di altri specialisti». L’ematologia è un ambito che a partire dalla fine degli anni 90 ha fatto passi da gigante che hanno permesso di arrivare ad avere terapie efficaci, ad esempio per la leucemia mieloide cronica, che nella maggior parte dei casi è ora curabile. Inoltre, ha portato a disporre di farmaci orali sempre più mirati e con pochi e tollerabili effetti collaterali. Oggi, la ricerca sta andando sempre più verso terapie che sono chiamate “chemio-free”.

premio Bandi Gilead per la ricerca

La passione per la ricerca

«La ricerca mi ha sempre appassionato sin dagli anni della specializzazione – spiega Maria Ilaria Del Principe – quando ho iniziato ad occuparmi di citofluorimetria applicata a leucemie acute, linfomi, leucemia linfatica cronica, è una metodica che permette di fare la diagnosi di leucemia acuta e anche di osservare fattori prognostici della malattia. E questo offre numerosi sbocchi di ricerca». La citofluorimetria si basa sull’uso di una sorgente luminosa che emette una lunghezza d’onda variabile intercettando la cellula e in questo modo i raggi forniscono informazioni legate al target cellulare, e consente di osservare la quantità malattia minima residua (MMR) e la qualità della risposta ai farmaci. «Lo studio del liquor cefalorachidiano, la sostanza in cui è immerso il midollo spinale e si trova all’interno del canale vertebrale, è molto importante per quanto riguarda la leucemia linfoblastica acuta; infatti, la citofluorimetria consente di valutare e localizzare anche quantità minime di malattia residue che possono avere un impatto di tipo prognostico». In questi anni sono stati 130 gli studi scientifici di Maria Ilaria Del Principe pubblicati su riviste internazionali, una produzione davvero importante.

Come nascono i progetti

I progetti di ricerca possono nascere da intuizioni, bisogni e spesso da conversazioni su argomenti di interesse comune. È successo proprio così per lo studio sui linfomi. «Confrontandomi con la Dottoressa Cristina Cox e altre colleghe del Centro di Tor Vergata abbiamo pensato di comparare varie metodologie diagnostiche per valutare se ce ne fosse una più di sensibile di altre – Spiega Maria Ilaria Del Principe -. E così abbiamo incominciato a studiare e a verificare le possibilità e abbiamo visto che le prospettive erano interessanti. Ma per proseguire erano necessari dei fondi. E così abbiamo sottoposto il progetto ai “Fellowship Award Program di Gilead” per la ricerca e alla fine è risultato essere uno dei due progetti premiati in oncoematologia. Una bella soddisfazione per il nostro team tutto al femminile, tra medici e biologi. – E continua – nella mia esperienza di ricercatrice ho sperimentato più volte che i team composti da sole donne funzionano benissimo e arrivano a produrre risultati importanti». Questo è uno studio multicentrico per cui è prevista una durata di tre anni. Altri ambiti di ricerca in cui è impegnata Maria Ilaria Del Principe sono le complicanze infettive nei pazienti ematologici a cui lavora con gruppi di studio collaborativi italiani.

Famiglia e passioni

Nella vita di Maria Ilaria Del Principe ci sono un marito che l’ha sempre supportata nelle scelte di essere un medico ospedaliero, e questo significa essere spesso impegnato con le notti in ospedale, che fa tutt’ora. – «I turni in ospedale sono impegnativi, ma tutto sommato – afferma Maria Ilaria Del Principe – quando le notti sono tranquille è un buon momento per studiare e fare progetti». E poi ha due figlie Letizia 15 anni e Cecilia 18 che non hanno mai fatto pesare alla mamma il suo lavoro.

Per riuscire a gestire tutti gli impegni ci vuole programmazione e disciplina e un fisico forte. E un aiuto viene dall’attività sportiva, Maria Ilaria Del Principe è una runner appassionata «La corsa è importante perché mi dà la resistenza, la forza fisica, tenere il passo con gli altri e gestire la respirazione e poi mi aiuta a scaricare le tensioni. Inoltre, mi dedico al cross-fit. – E conclude – Una passione vera è la lettura, sono un’avida lettrice, mi rilassa e riesco sempre a trovare un momento per leggere».