Preghiere disegnate ad arte con i ciottoli dei torrenti e delle scogliere di Liguria
La tradizione si perpetua da molto tempo, da secoli. È usanza soprattutto ligure quella di decorare i sagrati delle piccole chiese con ciottoli colorati.
Chissà, forse è un uso legato alla ricorrenza della Processione del Corpus Domini, quando lungo le strade, con fiori freschi, era folklore e devozione creare tappeti coloratissimi sui quali doveva passare il sacerdote accompagnato dalla folla dei fedeli prima di entrare nella chiesa di Dio.
Non con i fiori, ma con ciottoli colorati, in Liguria, si costruivano tappeti davanti alle chiese di paese. Era un uso curioso, quello dei liguri, di decorare i cv delle proprie chiese con pietre colorate, materiali poveri ma durevoli.
Erano sagrati preziosi come damaschi; venivano costruiti dall’intera comunità parrocchiale, quando ancora l’impresa di edificare una chiesa coinvolgeva tutti, e ogni ciottolo rappresentava un impegno e una preghiera al servizio della comunità, la ricerca di una speciale benedizione.
Era compito duro e lunghissimo decorare la piazza antistante l’edificio religioso: ci volevano quasi due anni di lavoro per ultimarla. Alcuni erano frutto di progetti complessi, altri erano più semplici pensati da artigiani sconosciuti, che venivano poi eseguiti manualmente durante la domenica (o durante i brevi periodi di festa) dai molti parrocchiani, che sacrificavano il giorno di risposo sia per la ricerca di pietre sulle spiagge, sulle scogliere, nei fiumi e nei torrenti, sia per la messa in opera della pavimentazione.
Questi sagrati, talvolta erano splendide trine colorate, preziose e autentiche opere d’arte che accompagnano il fedele al portale della chiesa. Ma più spesso erano modeste decorazioni prospicienti cappelle di piccoli borghi. Che commuovono.
Testimoniano la profonda devozione delle genti di Liguria, per le quali preghiera e lavoro furono spesso un tutt’uno. Sono tantissimi i sagrati a ciottoli di mare o di fiume esistenti nella nostra regione: ve ne sono ovunque. Sono quasi in ogni borgo e paese, e ciascuno, ha lo speciale “compito” di benedire il fedele che lo sta attraversando.
L’alfabeto naif di quelle preghiere di pietre “protegge” ciascuno di noi ancora adesso. E ci ricordano che è sempre grazie alla devozione e alla pazienza di tanti, che si sono costruite opere immense…
Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.