Protagoniste: incontro con Keira Knightley e Carrie Coon per Lo Strangolatore di Boston su Disney+
Due donne dietro l’inchiesta su Lo Strangolatore di Boston, su Disney+
Parlano le protagoniste Keira Knightley e Carrie Coon
Su Disney+ e più precisamente Star, dal 17 marzo, il pubblico ha scoperto che ci sono state due donne dietro l’indagine su colui che fu soprannominato lo Strangolatore di Boston, serial killer responsabile di famigerati omicidi nella città americana, nel pieno degli anni ‘60.
Si intitola infatti Lo strangolatore di Boston il thriller true-crime targato 20th Century Studios dello scrittore e regista Matt Ruskin interpretato dalla due volte candidata all’Oscar® Keira Knightley e dalla candidata all’Emmy® Carrie Coon nei panni delle due giornaliste Loretta McLaughlin e Jean Cole del Record-American che si impegnarono per portare alla luce i fatti. Ruskin si affida e concede alla teoria che, a commettere gli omicidi siano stati in più di una persona, anche se alla fine un colpevole era stato individuato nella figura del 30enne Albert deSalvo. A presentare il film in una conferenza stampa virtuale, oltre alle due protagoniste e il regista, anche gli altri interpreti: Alessandro Nivola, David Dastmalchian, Morgan Spector, Bill Camp e il vincitore dell’Oscar® Chris Cooper. È stato il guardare alla storia dal punto di vista delle due giornaliste che ha catturato l’attenzione di Keira Knightley: “Avevo sentito parlare ovviamente dello strangolatore di Boston ma non ne sapevo molto. Ho scoperto tutto grazie alla sceneggiatura di Matt. Ho pensato solo a quanto fosse interessante raccontare la storia di un serial killer dal punto di vista di due giornaliste. In questo modo abbiamo raccontato anche di due donne che è come se fossero state cancellate dalla storia nonostante siano state le prime e uniche a far venire fuori il caso”.
Concorda con la sua amica e collega Knightley, Carrie Coon: “Si, questa è stata la parte più scioccante per me, che queste donne siano state così fondamentali anche per forzare la polizia a diffondere le informazioni sul serial killer e che i loro nomi non siano mai menzionati”. Prosegue Coon a parlare del contesto in cui queste donne hanno agito: “le loro storie personali, come sono diventate giornaliste, mi hanno molto colpito. Mia madre era un’infermiera, una delle mie nonne una maestra e l’altra una casalinga. Erano quelle le opportunità che avevano le donne a quel tempo, a parte fare le segretarie. La lotta di Jean per diventare giornalista mi ha commosso. Trovo che Matt Ruskin sia stato molto femminista in tal senso”.
A proposito di femminismo e di donne al potere, Lo strangolatore di Boston, calcando la storia vera, pone l’accento sugli aspetti positivi dell’aver avuto due donne tenaci dietro questa inchiesta. “Per me l’intero film è una sorta di canzone d’amore per il giornalismo investigativo declinato al femminile – afferma Keira Knightley. Sottolinea l’importanza dell’avere delle donne in posizioni di potere nel racconto dei fatti. Sono state Loretta e Jean a far presente che quella era una storia di cui si doveva scrivere, che lì c’era un caso e che c’erano delle informazioni che dovevano essere rese pubbliche nell’interesse della sicurezza delle donne di Boston. Fino a quel momento, gli uomini al potere avevano deliberatamente sottovalutato l’intera situazione. È meraviglioso far parte di un film che sottolinea quanto l’avere tante giornaliste di talento sia un bene anche per la sicurezza delle nostre comunità”.
Lo si capisce dal modo in cui “danzano” insieme sullo schermo che Keira Knightley e Carrie Coon hanno costruito un vero e proprio sodalizio artistico sul set e un’evidente amicizia fuori dallo sguardo della macchina da presa. Le due attrici raccontano così la loro complicità: “mi sono sentita molto fortunata a lavorare con Carrie – commenta Knightley – siamo entrambe madri di due bimbi piccoli e c’è qualcosa di molto speciale nell’arrivare sul set, guardare negli occhi un’altra donna e capirsi all’istante. È stata una vera gioia. Ogni singola volta ci guardavamo con quegli occhi stanchi di notti insonni ed era come se dicessimo l’una all’altra: non ti preoccupare, ti guardo le spalle!”. Si unisce Carrie Coon: “ora che abbiamo figli, non riusciamo neanche più a prepararci per i film.Speriamo solo che siano ben scritti come questo, così da poterci affidare alle pagine della sceneggiatura”.
Qual è la più grande lezione de Lo Strangolatore di Boston e di questa storia vera? risponde senza indugi Keira Knightley: “è la tenacia di Loretta, la cosa che mi ha ispirato di più. Ne ho parlato con alcune donne che hanno visto il film e questa sua caratteristica continua a venir fuori, è catartica da vedere. Credo che sia dovuto a tutte le cose contro cui ha dovuto lottare in un mondo del lavoro dominato dagli uomini e il suo aver cercato disperatamente di trovare un equilibrio tra l’avere un lavoro, una famiglia e dei figli contemporaneamente alla sua indagine per dare giustizia a queste donne. Queste sono battaglie in cui possiamo facilmente riconoscerci tutte anche oggi”.
Napoletana trapiantata a Roma nel 2006, dopo un inizio da programmatore di rassegne cinematografiche, si dedica al giornalismo di cinema, prima per una radio internazionale, poi in TV come critico cinematografico e su riviste e magazine specializzati. Dalla maternità in poi si dedica anche a scrivere delle infinite sfumature dell’essere donna e mamma. Nel tempo libero che riesce a trovare, si dedica all’altra sua grande passione: cantare con Le Mani Avanti, un coro a cappella di 30 elementi.