Libro della settimana: Sulla tua pelle. Il caso di Carol Maltesi di Andrea Tortelli
Il cadavere di Carol Maltesi viene ritrovato il 20 marzo del 2022 a Paline di Borno, paese di poche anime al confine tra Vallecamonica e Valle di Scalve. A trovarlo, in un prato che costeggia la provinciale, smembrato e chiuso in alcuni sacchi neri, è un abitante del luogo. Dirà poi che se l’assassino quei sacchi li avesse gettati un centinaio di metri prima sarebbero finiti in un dirupo e tanti saluti.
In verità che la vittima fosse Carol Maltesi, 26 anni, in arte Charlotte Angie, di Sesto Calende, nessuno lo sa ancora. Chi l’ha uccisa, l’autopsia stabilirà che il decesso risale ad almeno due mesi prima, ha fatto di tutto per rendere irroconoscibile il cadavere, compreso cercare di cancellare gli undici tatuaggi che ne disegnavano il corpo e che la Questura descrive in un comunicato alla stampa per risalire all’identità della ragazza. A restituirle il nome, la dignità e a far arrestare il suo assassino è a pochi giorni di distanza un giornalista bresciano, Andrea Tortelli, fondatore e direttore dell’online BsNews.it. Tortelli, a casa per il lockdown, impegnato con le inncombenze del giornale e le pappe del figlio piccolo, parte proprio dai tatuaggi. L’abbrivio è la chiamata di un amico che gli suggerisce di guardare in rete il profilo di una ragazza, Charlotte Angie, che posta video hard. Le immagini mostrano che almeno 7 degli undici tatuaggi corrispondono alla descrizione della Polizia.
Andrea Tortelli capisce di essere sulla strada giusta. Riesce a trovare alcuni contatti nel mondo del porno e scopre che di Charlotte Angie/Carol Maltesi non si sa nulla da mesi. E’ vero che risponde ai messaggi, ma nessuno, nemmeno in famiglia, sa realmente dove sia o ha più sentito la sua voce. Tortelli ci prova e la chiama al cellulare. Non ottenendo risposta le manda un whatsapp: si presenta, le spiega di cosa si sta occupando e le chiede di poterle parlare 2 minuti. Il messaggio di risposta con la rassicurazione sulla sua buona salute arriva immediatamente. E qui il direttore di BSNews.it fa il suo piccolo capolavoro. Le chiede di spedirgli un vocale, così non ci sono più dubbi (il vocale lo può confrontare direttamente con la voce dei video in rete). Carol Maltesi, o chi si finge lei, scompare. Tortelli sa di avere in mano lo scoop della vita, ma decide altrimenti. Lo farà comunque dopo. Decide che chi ha ucciso a martellate una ragazza di 26 anni, ne ha oltraggiato il corpo buttandolo via come immondizia, deve essere arrestato. Va quindi dai carabinieri e racconta quello che è riuscito a ricostruire.
Nel frattempo l’assassino, Davide Fontana, 44 anni, bancario, ex della donna, spaventato dall’intraprendenza di questo sconosciuto giornalista bresciano, va a sua volta dai carabinieri a Varese a denunciare la scomparsa dell’amica ed ex fidanzata. Da quella caserma uscirà in manette. La scorsa settimana – questo non c’è nel libro – il Tribunale di Busto Arsizio ha condannato Fontana a 30 anni di carcere. I giudici di primo grado gli hanno risparmiato l’ergastolo escludendo l’aggravante della premeditazione, i motivi abbietti e le sevizie. “Sulla tua pella” è un libro che va oltre l’inchiesta, il racconto in prima persona di come un giornalista senza mezzi, se non un telefono e un computer, riesca a smascherare un assassino prima degli investigatori. E’ un libro che restituisce dignità ed affetto ad una giovane donna e alla sua storia. Una storia che prescinde dalla scelta dell’hard e dalle sue motivazioni, condivisibili o meno, non importa. Carol Maltesi aveva 26 anni, un bambino piccolo, nato dall’amore dei vent’anni. Voleva dare un futuro a suo figlio. Si sarebbe presto trasferita a Verona dove il piccolo vive con l’ex compagno per stargli vicino e vederlo crescere. Forse avrebbe lasciato quel mondo che gli aveva garantito la sopravvivenza dopo la perdita del posto da commessa a causa del Covid. O forse no, anche in questo caso non importa.
Sulla tua pelle è (anche) un omaggio ad una ragazza di 26 anni, morta per mano di un uomo che, come spesso accade, diceva di amarla: non alla prostituta, all’attrice hard, brutto vizio che abbiamo noi giornalisti di etichettare nei titoli le persone. La vittima era una donna. Si chiamava Carol Maltesi.
Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.