Bikini Day: da emblema di emancipazione femminile a fonte di ansia e disagio. I consigli della psicologa per affrontare la prova costume
Per molti, l’estate non è solo sinonimo di spiaggia, relax e vacanze. Spesso, con l’arrivo della bella stagione, arriva anche la paura di non essere abbastanza in forma della per la prova costume, un timore che può trasformarsi in frustrazione e nei casi più gravi addirittura ansia e depressione.
Per evitare che il Bikini, da capo rivoluzionario e simbolo dell’emancipazione femminile diventi una trappola per l’autostima delle donne, la psicologa Claudia Campisi, che collabora con TherapyChat, in occasione del Bikini Day che si celebra ogni anno il 5 Luglio offre alle lettrici di Pink Society alcuni consigli per adottare un approccio più positivo e accogliente nei confronti del proprio corpo che tenga conto delle cause profonde di questo disagio.
LA POCA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ E LA PRESSIONE SOCIALE
Una maggiore sensibilità su questo tema si riscontra nel genere femminile, sia nell’adolescenza, con lo sviluppo dell’identità di genere, ma anche nell’età adulta, in corrispondenza di particolari fasi come la gravidanza o l’inizio della menopausa. Ma il cambiamento, così come la diversità, è una parte integrante della nostra quotidianità e come tali dovrebbero essere accettati e trattati con dignità in una prospettiva di body positivity.
Per molte donne, dieta ed esercizio fisico diventano una tappa obbligata per arrivare all’estate, ma spesso non fanno altro che aumentare il senso di insoddisfazione ed ansia provato nel confronto con la bilancia o lo specchio, oppure con l’esposizione in pubblico in abiti succinti, una vera e propria sindrome, già definita “bikini blues”. Ma questi non sono altro che sintomi di un disagio più profondo, e in alcuni casi un vero e proprio disturbo psicologico, che compromette la quotidianità, gli incontri, le relazioni sociali fino anche la salute.
La poca consapevolezza di sé e l’insicurezza, unite al paragone con i modelli lontani e scarsamente raggiungibili proposti dalla pubblicità, i media e i social network, sono tra le cause di un poco edificante rapporto con il proprio fisico. Questi fattori, oggi, portano spesso a privarsi della libertà di scoprirsi, una possibilità che in passato le donne si sono dovute conquistare.
“L’amore per il proprio corpo deve essere vissuto slegato dalle dimensioni, da eventuali imperfezioni, come cicatrici o acne, o da una forma che non rispecchia gli schemi proposti dalla società” – afferma la psicologa Claudia Campisi – “L’attenzione deve invece concentrarsi sulla consapevole accettazione di sé e delle caratteristiche che ci rendono unici che non possono essere ridotte all’aspetto fisico”.
COME SUPERARE LA PROVA COSTUME CON LA MENTE?
- Ascolto introspettivo: parlarsi con rispetto, dedicarsi del tempo e delle attenzioni fa parte del cosiddetto “self talk”, una pratica introspettiva finalizzata aprendersi cura della propria autostima e riconquistare la fiducia nelle proprie risorse e qualità uniche.
- Lontano dagli occhi, lontano dal corpo: le immagini sui social network sono oggetto di valutazione, reaction, commenti e contribuiscono ad amplificare i meccanismi di confronto sociale. Ridurre il tempo trascorso sui social network permette di evitare di esporsi costantemente a stimoli stressanti.
- Prendersi cura di sé: costruire un rapporto positivo con il corpo significa anche rendersi conto delle sue potenzialità e del suo significato intrinseco non solo nella sua apparenza. Praticando uno sport, o un’arte performativa abbiamo le possibilità di esprimere le nostre capacità e migliorare la connessione tra corpo e mente, e favorire reazioni biochimiche positive, come la liberazione delle endorfine.
Pink Society è un femminile nuovo: non solo da guardare ma che mostra il mondo contemporaneo con passione, forza ed energia
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