Protagoniste: Barbie!
Era il 16 dicembre 2022 quando il primo straordinario teaser trailer del film su Barbie veniva svelato da Warner Bros: Margot Robbie che nelle fattezze della splendida bambola Mattel con costume vintage bianco e nero e occhiali in coordinato, spodestava ogni altro bambolotto nella vita delle bambine di tutto il mondo.
Dallo scorso Natale dunque, le aspettative per il film di Barbie sono state altissime, alimentate da trailer dopo trailer. Diretto dalla regista, attrice e sceneggiatrice Greta Gerwig, la stessa che ha preso un cult come Piccole Donne e lo ha riletto con una poesia e un’attenzione a quelle stesse donne, elevandolo, Barbie si è trovato ad uscire proprio in questo luglio 2023, lo stesso mese di Oppenheimer, il nuovo titolo di un regista idolatrato come Christopher Nolan. La presunta guerra acchiappa pubblico tra i due ha dato origine addirittura ad un nome, Barbienheimer, il cui hashtag sui social ha generato meme, finti poster e addirittura trailer. Tutto questo per dire che quando l’attesa di una rivoluzione come quella di Barbie è così spasmodica, si rischia di scottarsi ed invece, in un giorno tra i più caldi di questo 2023, in un’esplosione di fucsia e rosa, questi occhi e presto anche i vostri, hanno visto 1 ora e 54’ di divertentissimo, spumeggiante, sarcastico, esteticamente impeccabile e intelligente racconto sulle donne di oggi, sul sistema patriarcale in cui viviamo e che stiamo combattendo ma soprattutto sulla necessità di trovare se stessi, indipendentemente dal proprio genere di riferimento, le proprie passioni, gli altri.
Può un film sulla bambola Mattel più famosa al mondo riuscire a portare avanti un discorso così profondo? Ebbene sì e dai trailer gli indizi ci sono. Dopo un prologo dalla narratrice d’eccezione, nella versione originale la premio Oscar Helen Mirren, ci immergiamo nell’universo di Barbie Land, un posto dove il rosa sta bene con tutto e le perfette, emancipate, indipendenti e realizzate Barbie vivono nelle loro case da sogno e i loro lavori soddisfacenti.
Ed i Ken? Come recita il film: “per un Ken è un grande giorno solo se una Barbie lo guarda”. Nella sua bellezza mozzafiato, Margot Robbie interpreta Barbie Stereotipo, la Barbie per eccellenza, impeccabile ma senza particolari abilità. Stessa cosa vale per il “suo” Ken, un Ryan Gosling che oltre alla indotta bionditudine, lo anticipiamo, regala una delle sue migliori interpretazioni, quasi da far impallidire La La Land o l’amatissimo Le pagine della nostra vita.
Ad infrangere l’equilibrio di una vita perfetta e soddisfacente, arrivano per Barbie, come un fulmine a ciel sereno, nel bel mezzo di una festa meravigliosa con coreografie a ritmo di Dance the night di Dua Lipa (Barbie Sirena), pensieri di morte. Come una reazione a catena, per la donna bambola, arrivano ben presto altri sintomi: i piedi “piatti” e non a portata di tacchi, cellulite ed errori, dimenticanze, disagio. Già dal trailer sappiamo, come anche la Barbie stramba (ma saggia) di Kate McKinnon suggerisce, che l’unica maniera per Barbie di combattere gli inestetismi e bloccare il malfunzionamento, è andare nel mondo reale ed individuare la bambina la cui tristezza è tanto forte da aver stabilito una connessione con la sua bambola, deprogrammandola.
Ma senza Barbie, Ken come può vivere? A passi di rollerblade e outfit fluorescenti, i due arrivano a Venice Beach e li presto scoprono che il nostro mondo è totalmente l’opposto di Barbie Land. Da noi non sono certo le donne a comandare, neanche alla Mattel nel consiglio direttivo presieduto dal CEO Will Ferrell, c’è l’ombra di una donna. La lezione non tarda ad arrivare, mentre gli sguardi che si posano su di lei generano in Barbie “quasi un imbarazzo per se stessa” e cade preda del “sottofondo di violenza” dei commenti degli uomini, Ken invece rimane ammaliato dal patriarcato così come gli viene sbattuto in faccia da tutti quelli che incontra. Ingloba talmente bene il fatto che il sesso dominante sia quello maschile che nell’assistere ad un momento di parità e di emancipazione femminile, chiede ad un uomo: “Ma come mai non applicate più le regole del patriarcato?” e l’uomo gli risponde: “lo facciamo ma lo nascondiamo”.
La sceneggiatura di Barbie è scritta da Greta Gerwig insieme al suo compagno e geniale regista e autore Noah Baumbach, lo stesso che l’ha consacrata anche come sceneggiatrice in Frances Ha. Gerwig non è solo sceneggiatrice e regista ma anche produttrice insieme a Margot Robbie di cui parla entusiasta:
“Barbie’ mi è arrivata tramite Margot Robbie. Era lei che aveva ottenuto i diritti, li aveva portati alla Warner Bros. e aveva in un certo senso guidato l’intero progetto. Ho sempre ammirato il suo lavoro da attrice, ma poi quando ci siamo incontrate e abbiamo parlato, ho capito che era anche una produttrice incredibile”. Ribatte Margot Robbie: “Barbie è un marchio talmente grande e riconosciuto a livello mondiale, da avere un legame nostalgico con le persone. Realizzare un film su Barbie era un’opportunità straordinaria, con la quale pensavamo di poter fare qualcosa di veramente speciale se fossimo riusciti ad affrontarla in modo inaspettato, sorprendente e intelligente. E come ha detto Greta, è stata una sfida impegnativa! Sapevamo che era un’impresa ardua, poiché il pubblico ha probabilmente un’idea preconcetta di ciò che pensa e prova nei confronti di Barbie, buona o cattiva che sia. Quindi, questo ha rappresentato una grande sfida, ma eravamo pronti a raccogliere il guanto”.
Barbie è certo, come dicevamo, un attacco al patriarcato attraverso quegli stessi cliché che lo hanno sostenuto ed alimentato ma è al tempo stesso riflessione anche dolorosa seppur sempre ironica sugli individui, sul loro dipendere dal giudizio delle altre persone, sulla loro spesso incapacità di trovare la propria strada. La maniera con cui Gerwig riesce a portare avanti questo altro percorso narrativo è proprio Ken, il suo essere prima inutile e passivo compagno di Barbie, poi quasi villain della storia e poi ancora individuo in crisi profonda. “Forse tutte le cose che pensavi ti definissero non sono te” gli dice Barbie.
Ryan Gosling è sempre stato l’unico Ken nella mente di Greta Gerwig, Warner Bros e la produttrice Margot Robbie:
“Abbiamo scritto questa parte appositamente per Ryan Gosling. Pur essendo meraviglioso in ruoli drammatici, conoscevo la sua vena ironica, avendo visto tutte le sue apparizioni al ‘Saturday Night Live’. Non c’era un piano B; è sempre stato solo Ryan” dichiara Greta Gerwig nelle note di regia. Non può non concordare Margot Robbie: “È sempre stato la scelta. Si potrebbe pensare che ci siano decine di ragazzi in grado di interpretare Ken, ma in realtà non è così. Ryan aveva tutte le carte in regola. È un brillante attore drammatico, fa scelte incredibili, sa recitare in film romantici così come nelle commedie. E, naturalmente, assomiglia anche a Ken, è bellissimo”.
Cosa dice del suo Ken, Ryan Gosling che ruba letteralmente la scena a Barbie in vari siparietti e scene musicali?
“Il mio Ken è stato creato per osservare la meraviglia che è Barbie, e c’è persino una battuta nel film in cui dice di esistere solo nel calore dello sguardo di Barbie. Non ha un’identità propria, quindi si trova in una sorta di inferno esistenziale.”
È stato detto e lo confermiamo che Barbie è un pullulare di citazioni ad altri film, alti e bassi, colorati e tragici, comici e drammatici. C’è chi vedrà un po’ di Elle Woods (da La rivincita delle bionde) nell’emancipazione di Margot ed il suo riprendersi il posto di Barbie nel mondo.
Una cosa è certa: Barbie è un film che non stanca, si ride ci si diverte e forse, diciamo forse, ci scappa pure l’amara riflessione abbinata a tanta carica per il futuro. Se non piacesse, ci si può sempre consolare con una scenografia impeccabile, i costumi meravigliosi di Jacqueline Durran e un cast di star, oltre Robbie e Gosling, tra cui America Ferrera, Kate McKinnon, Will Ferrell, Michael Cera, Emma Mackey, la cantautrice vincitrice del Grammy Dua Lipa e il premio Oscar® Helen Mirren.
Barbie sarà nelle sale cinematografiche italiane con Warner Bros Italia da oggi, 20 luglio.
Napoletana trapiantata a Roma nel 2006, dopo un inizio da programmatore di rassegne cinematografiche, si dedica al giornalismo di cinema, prima per una radio internazionale, poi in TV come critico cinematografico e su riviste e magazine specializzati. Dalla maternità in poi si dedica anche a scrivere delle infinite sfumature dell’essere donna e mamma. Nel tempo libero che riesce a trovare, si dedica all’altra sua grande passione: cantare con Le Mani Avanti, un coro a cappella di 30 elementi.