Libro della settimana: Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando
Quando frequentavo le scuole medie c’era l’ora di narrativa. Dovevamo leggere un libro, uno all’anno, non ricordo più quali. Si leggeva un po’ in classe, un po’ a casa e se ne discuteva. La scelta dei docenti si orientava su testi che consentissero di fare delle riflessioni di carattere etico e sociale così da fornire gli strumenti critici per crescere, uno dei compiti secondo me più importanti della scuola.
Qualche giorno fa ho letto “Per questo mi chiamo Giovanni”, di Luigi Garlando, caporedattore della Gazzetta dello Sport. È la storia di Giovanni Falcone, raccontata da un padre al figlio Giovanni, nato il giorno dell’attentatuni, della strage di Capaci. Non so se oggi esiste più l’ora di narrativa, ma sicuramente il lavoro di Garlando sarebbe la lettura ideale per far capire ai ragazzi che il male lo si sconfigge prima di tutto con i comportamenti, che significa rettitudine morale, attenzione all’altro e alla cosa pubblica, ma anche non accettare e denunciare qualsiasi sopruso.
Poi c’è la storia affascinante e un po’ romanzata di un uomo straordinario che è diventato patrimonio di tutti solo dopo morto, come spesso accade in questo malandato Paese, storia che aiuta a capire tante cose e comunque, soprattutto per le nuove generazioni, conoscerla male non fa.
Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.