La sedia più leggera del mondo
…Che fu apprezzata da re Carlo Alberto, Napoleone III, Antonio Canova e Giò Ponti nacque nelle botteghe degli artigiani liguri di Chiavari
Antonio Canova le definì “un miracolo di tecnica ed eleganza”. L’eleganza è però solo una delle caratteristiche di questa bellissima sedia. L’altra è la loro leggerezza.
Da 200 anni sono le sedie più leggere del mondo. Sono le Chiavarine, liguri al cento per cento, sedie artigianali dalla struttura essenziale, estremamente leggera.
Ogni sedia non raggiunge il peso di 700 grammi, ma la sua seduta riesce a sostenere fino a 150 chilogrammi.
Possibile? Certo! È la maestria dei maestri d’ascia e degli ebanisti genovesi e liguri a rendere possibile questa magia, assicurata dal gioco di incastri dei listelli di legno dallo spessore ridotto, realizzati con i legnami più flessibili e resistenti dell’entroterra ligure: faggio, ciliegio, frassino e acero. La seduta era invece realizzata con sottili strisce di salice palustre, intrecciata a mano in trama e ordito direttamente sul telaio della seggiola e annodata secondo il sistema ideato dallo stesso Descalzi.
Sembra un oggetto di design. Ma il padre della sedia Chiavarina fu un falegname ligure, figlio di bottai e campanari (per questo era detto il Campanino). Si chiamava Giuseppe Gaetano Descalzi.
E si racconta che costruì queste particolari sedie intorno al 1804. Le realizzò dietro l’invito dell’allora presidente della Società economica di Chiavari, il marchese Stefano Rivarola, costruendo modelli di sedie elaborate secondo lo stile imperiale francese di moda in quegli anni, semplificandone però l’intero apparato decorativo. Il risultato fu lei, l’esile (leggera) ed elegante Chiavarina.
Il suo successo fu tale, che diventò di moda. In tutta Europa.
Alla morte del suo inventore Gaetano Descalzi, avvenuta nel 1855, si contavano nel territorio di Chiavari, ben 600 operai, tutti impiegati nella costruzione artigianale di sedie. Presto furono apprezzate da Carlo Alberto di Savoia, Napoleone III e dallo scultore Antonio Canova.
Come spesso succede, la sua fortuna declinò cent’anni dopo, per l’avvento delle austriache sedie Thonet, prodotte in serie, e quindi meno costose, costituite di pochi elementi facilmente smontabili.
Alcune botteghe sopravvissero; ancora oggi producono la sedia Chiavarina con metodi e materiali tradizionali.
Va ricordato, però, che la sedia di Chiavari rivisse una seconda stagione di “gloria” grazie all’architetto e designer Gio Ponti. È dalla Chiavarina – non tutti lo sanno – che si ispirò per la sua sedia Superleggera del 1955.
Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.