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L’Amen glass: una piccola (e fragile) storia dell’Inghilterra tutta in un bicchiere

Amen glass

Che cosa c’è di strano a voler brindare alla salute del proprio re? Forse nulla. Ma se il bicchiere del brindisi diventa il simbolo della ribellione popolare ingaggiata per rimettere sul trono inglese uno Stuart, beh la storia è un’altra. E affascina.

La storia di questo bicchiere, l’Amen glass, rappresenta proprio questo. Una storia che non parla solo di un raffinatissimo, piccolo calice in vetro bianco, che entrò in uso nel 1715 in Scozia. Ma di una ribellione e di una guerra sanguinosissima. Che diventò sconfitta.

Perché il bicchiere si chiama Amen? Perché il suo nome deriva dalla preghiera incisa, riportata sul vetro, che terminava proprio con la parola Amen.

Fu simbolo della rivolta che scoppiò in Scozia per riportare sul trono d’Inghilterra un cattolico, il pretendente Giacomo Francesco Edoardo Stuart (1688 – 1766), figlio del defunto Giacomo Stuart. Ma rappresenta anche la memoria della sanguinosissima insurrezione tra giacobiti e inglesi che si concluse a Culloden (in gaelico: Blàr Chùil Lodair), presso Inverness nelle Highlands scozzesi, e vide i sostenitori di Carlo Edoardo Stuart, detto “Bonnie Prince Charlie”, definitivamente sconfitti dal figlio di re Giorgio II, che per l’efferatezza della repressione portata avanti nei confronti dei giacobiti fu soprannominato “Billy il Macellaio”.

Culloden rappresentò una sconfitta totale degli Scozzesi e una ferita immensa.

L’Amen glass, noto anche come coppa giacobita, non riportava solo l’incisione diuna preghiera, ma le iniziali del nome del pretendente al trono, sormontate dalla corona reale inglese. Più in basso portava il simbolo dell’infinito quadruplicato (un po’ ricorda il nodo celtico), che rappresentava la fedeltà alla causa giacobita, di chi beveva con quel bicchiere.

Quando nel 1744 scoppiò la guerra civile sanguinosissima e cruenta, tra i pretendenti al trono che si concluse con la definitiva sconfitta di Carlo Edoardo, il 16 aprile 1746, e così l’uso dell’Amen glass. Sterminati anche loro come i loro possessori.

Tra i pochi esemplari rimasti, ci sono quelli conservati al Metropolitan Museum di New York. La loro storia merita di non essere dimenticata.