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Quell’asparago è divino!

Edouard Manet, L’Asperge 1880 © Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt

L’asparago è ottimo lessato e condito con olio, aceto, sale e pepe. Alcuni lo preferiscono con limone e aceto; ad altri (anche a me) piace cotto col burro e condito con formaggio parmigiano. Ma se con un uovo sopra, è pura poesia. Se poi viene ritratto come unico stelo poggiato sul bordo di un tavolo è divino. Davvero.

Chi di voi non ricorda l’asparago solitario dipinto nel 1880 da Édouard Manet per il banchiere Charles Ephrussi?

È una piccolissima opera (quasi una cartolina) conservato a Parigi, al Museo d’Orsay.

Fu dipinto dal maestro per sdebitarsi del molto generoso compenso ottenuto dal più famoso dipinto dedicato a questo ortaggio. Parlo del “Mazzo di asparagi” poggiato su verdi foglie di verdura davanti a uno sfondo scuro”, realizzato per Ephrussi per la bella cifra di 800 franchi.

Si racconta che il banchiere recapitò a Manet 1000 franchi, ben 200 in più rispetto a quelli inizialmente pattuiti.

Ma anziché inviare un semplice biglietto di ringraziamento all’amico, Manet gli donò il piccolo quadretto “L’asparago”, prontamente inviato in veste di tenero dono al generoso committente, accompagnato da un bigliettino di ringraziamento “Il en manquait une à votre botte”, cioè: “Ne mancava uno al vostro mazzo”!

Ed è magia, questa piccolissima tela.

Rappresenta un singolo asparago (un primo piano grande come il quadro) inquadrato da vicino, poggiato in diagonale rispetto alla superficie del tavolo in marmo bianco con venature grigiastre, con la punta viola rivolta a sinistra e la sua coda che sporge oltre il margine del dipinto.

È un’opera di veloce composizione, che impiega con grande raffinatezza i giochi tono su tono, così distintivi di Manet; è talmente bella da essere meraviglia. Proprio come la sua storia.