Libro della settimana: Cave Canem di Michele Castrucci
“Cave Canem” di Michele Castrucci è un viaggio nei meandri oscuri della mente umana, un thriller avvincente che danza tra colpa e redenzione. Ambientato in una Roma avvolta dal mistero, il commissario Luciana Desiderato si immerge nell’enigma degli “Uomini Cane”. Una narrazione intensa, dove ogni pagina svela nuove ombre e risplende di introspezioni profonde.
Ciao carissime lettrici di Pink Society!
Continuando il nostro viaggio nella collana “NotteNera” di Di Leandro & Partners, Dopo Tutti i respiri del mondo di PierVincenzo Panzarella, oggi vi parlo di “Cave Canem” di Michele Castrucci, un thriller che vi terrà incollate alle pagine fino all’ultimo respiro.
“Cave Canem“ ci immerge in una Roma contemporanea, dove la vita tranquilla del commissario Luciana Desiderato viene sconvolta da un caso che si addentra nei meandri più oscuri dell’animo umano. Un’inchiesta informale su un fenomeno inquietante — gli “Uomini Cane”, individui che si comportano come cani — si intreccia con misteri più profondi, legati a perversioni e giochi di potere nascosti dietro la facciata di normalità.
Il romanzo è caratterizzato da una narrazione avvincente e ricca di colpi di scena. Castrucci crea un’atmosfera densa di tensione, popolata da personaggi complessi e sfaccettati, come il commissario Desiderato e l’inquietante figura di padre Gabriele Scalisi, un sacerdote tormentato da dubbi morali e segreti inconfessabili.
Una delle citazioni più suggestive del libro è:
“Il problema era tutto lì: qual era il confine tra il suo essere pastore di anime e giudice delle debolezze umane? Aveva continuamente guardato al passato, alla sua storia, per cercare di comprendere come fosse possibile la convivenza quotidiana di misericordia e castigo, di amore incondizionato e di quello concesso con riserva”.
Questa frase riflette la lotta interiore di Scalisi e introduce il lettore ai dilemmi etici che permeano il romanzo.
In “Cave Canem”, Castrucci esplora temi come la colpa, il perdono e la ricerca di senso, ambientando la sua storia in un mondo dove il confine tra normalità e devianza è spesso sfumato. Il Parco dei Mostri a Bomarzo, citato nel libro, diventa un simbolo di questo confine incerto: “La zona nella quale era stato localizzato quell’impenitente peccatore aveva un refugium peccatorum ideale”.
“Cave Canem“ è una lettura perfetta per chi ama i thriller psicologici con una forte componente di mistero e introspezione. È un romanzo che non solo intrattiene, ma invita anche a riflettere sulle complessità della natura umana. Non perdete l’occasione di tuffarvi in questo affascinante e inquietante mondo.
Buona lettura e un abbraccio, al prossimo libro,
la vostra Ursula.
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Leggo libri, vedo gente, faccio cose.
Non credo nell’oroscopo ma lo leggo tutti i giorni.