Bridget Jones torna al cinema! Renée Zellweger ci racconta il capitolo più emozionante della saga

Dopo nove anni di attesa, Bridget Jones è pronta a riconquistare il grande schermo con un nuovo capitolo della saga. La nostra Chiara Nicoletti ha incontrato Renée Zellweger a Roma per presentare il film insieme al regista Michael Morris e alle due new entry del cast, Leo Woodall (One Day, The White Lotus) e Chiwetel Ejiofor (12 anni schiavo).
A distanza di nove anni dall’ultimo capitolo che la vedeva convolare, finalmente, a nozze (e fare un figlio) con l’amore della sua vita, Mark Darcy, dal 13 febbraio al cinema con Universal Pictures, torna Bridget Jones nel quarto film di quella che ormai è una saga: Bridget Jones – Un amore di ragazzo.
Il personaggio che ha portato alla fama la due volte premio Oscar® Renée Zellweger è, lo ricordiamo, frutto della penna creativa di Helen Fielding e questa nuova avventura cinematografica ritorna fedele al libro omonimo, ritraendo Bridget in un passaggio doloroso della vita, l’elaborazione del lutto per la perdita del suo amato Mark (l’attore premio Oscar® Colin Firth), morto in un incidente.
Chi scrive sapeva di questo twist nella trama della nostra eroina, dai libri, appunto, e non aveva mai voluto affrontare il dramma ma il desiderio di tornare nell’universo di Bridget era troppo grande per non vivere insieme a lei, almeno cinematograficamente, questa grande prova.

Ritroviamo Bridget 10 anni dopo gli eventi del terzo film, vedova e con due figli, Billy (Casper Knopf, Halo) e Mabel (l’esordiente Mila Jankovic) di sei anni. Gli amici e gli affetti sono quelli di sempre, a partire dall’ex fiamma e ora scapolo impenitente (come sempre) e baby sitter d’eccezione, Daniel Cleaver (Hugh Grant), la sua “Famiglia urbana” composta da Shazzer (Sally Phillips), Jude (Shirley Henderson), Tom (James Callis), la collega di lavoro Miranda (Sarah Solemani) e infine la felice aggiunta al cast nel film precedente, la sua ginecologa, la Dottoressa Rawlings, una Emma Thompson esilarante. È proprio lei a consigliare a Bridget uno dei mantra di questo film (e lezione da prendere sul serio), “abbracciare il caos”, riprendere a vivere, a partire dal tornare al lavoro.
A Roma per la prima italiana del film, Renée Zellweger arriva insieme al regista Michael Morris ed alle due new entry di questo capitolo, il già amatissimo per le serie One Day e White Lotus, Leo Woodall e il candidato all’Oscar nel 2014, al miglior attore per 12 anni schiavo Chiwetel Ejiofor, a rappresentanza dei possibili nuovi amori di Bridget.
“È un’avventura quella che viviamo con Bridget con ciascun nuovo capitolo, l’abbiamo amata per vent’anni ma adesso sta affrontando delle cose che sono un po’ più forti da un punto di vista emotivo, in particolare il dolore per una perdita” spiega Zellweger che poi aggiunge: “ci sono alcune cose che non sono cambiate, il suo carattere e la sua essenza rimangono sempre presenti. E come dico spesso ho sempre la sensazione che lei non sia mai troppo lontana da me perché parlo di lei praticamente ogni giorno e quando vado in giro tutti vogliono condividere con me la loro esperienza su Bridget Jones. Questo è un regalo per me, avere la possibilità di chiacchierare e di parlare con persone magari che non conosci ma con le quali hai immediatamente qualcosa in comune, mi fa sentire estremamente fortunata”.
Tornare nel mondo di Bridget Jones, ora più caotico che mai tra tentativi di ripresa, figli rumorosi, scuola, lavoro, il giudizio degli altri e possibili flirt, fa sentire ognuno di noi più normale, più “visto”, più compreso. È forse questa proprio la magia di Bridget? Ne è sicuro Michael Morris che prende per primo la parola:

“Come dice Emma Thompson nel film, bisogna abbracciare il caos, e da quando ho visto il film per la prima volta 24 anni fa, mi sono sempre identificato con Bridget, anche ci sono dei personaggi maschili bellissimi. Bridget mi parlava più di tutti per il modo che lei ha di approcciare la vita, con l’ottimismo e la gioia all’interno del caos”.
Concorda Ejiofor che si unisce all’elogio della magia della nostra Jones:
“Mentre si destreggia come un giocoliere per gestire la propria vita, lei ha questo perseverante ottimismo ed anche una gentilezza che ti fa sentire che possa farlo anche tu”.
Al suo turno, Renée Zellweger chiude il cerchio dei complimenti alla sua Bridget:
“Io credo che sia questa la magia del talento di Helen Fielding nell’andare a scavare in questi momenti, in queste esperienze, per portare alla luce elementi con cui ci si può identificare a livello universale, a dispetto di culture o generazioni diverse. Seguiamo Bridget Jones mentre fa tutte queste esperienze in tempo reale e lei rimane, specialmente in questo difficile capitolo di vita, una fonte d’ispirazione perché a prescindere da quanto siano difficili le sue giornate, da quanto imperfetta lei si senta, e quanto sia grande il divario fra la percezione che lei ha di se stessa e il paradigma della società in termini di bellezza, lei comunque trionfa, non molla mai mai e credo che in un certo senso ci faccia sentire capiti”.
Due premi Oscar, uno come miglior attrice non protagonista per Ritorno a Cold Mountain e uno come protagonista per Judy ma Bridget Jones rimane per Renée Zellweger il suo ruolo più amato e famoso, una di famiglia, a volte un alter ego.
Cosa ha in comune con l’eroina modernamente “austeniana”?
“Posso dire che comprendo il suo rapporto complicato con il tempo e la puntualità, capisco assolutamente il concetto del “far finta che vada tutto bene fino a che non va bene (fake it until you make it), il cogliere a volte proprio il momento meno opportuno e infine condivido la parte romantica e a volte la poca stima di se stessa”.
A chi spera in un quinto capitolo, Zellweger intanto risponde speranzosa:
“Da Helen mi sembra di capire che sia finita qui ma io mantengo le dita incrociate che magari strada facendo Bridget mi possa bussare ancora sulla spalla”.
Una fan infine chiude la conferenza stampa chiedendole cosa direbbe alla Bridget Jones di 24 anni fa, se potesse fare un viaggio nel tempo. Sorride Renée Zellweger e in maniera rassicurante sussurra:
“…Le direi che andrà tutto bene”. 💗

Napoletana trapiantata a Roma nel 2006, dopo un inizio da programmatore di rassegne cinematografiche, si dedica al giornalismo di cinema, prima per una radio internazionale, poi in TV come critico cinematografico e su riviste e magazine specializzati. Dalla maternità in poi si dedica anche a scrivere delle infinite sfumature dell’essere donna e mamma. Nel tempo libero che riesce a trovare, si dedica all’altra sua grande passione: cantare con Le Mani Avanti, un coro a cappella di 30 elementi.