L’esperto risponde – Disinfettanti e saponi possono danneggiare le nostre mani?
Nuove abitudini e nuovi automatismi caratterizzano l’era del New normal, strani giorni in cui lo sforzo collettivo è tutto rivolto a scongiurare una seconda crisi sanitaria: molti gesti prima consueti sono stati banditi – non so voi, ma io ormai guardando un film o una serie tv scongiuro i protagonisti di non abbracciarsi così irresponsabilmente – mentre altri li abbiamo dovuti adottare ex novo per proteggere noi stessi e gli altri.
Le mani, parte del corpo con cui entriamo in contatto con ciò che ci circonda, sono ovviamente oggetto di speciali e doverose misure di prevenzione. Dobbiamo quindi disinfettarle frequentemente e lavarle più spesso di prima, ma tra una spruzzata di soluzione alcolica e un’accurata insaponata, un sospetto si è cominciato a far strada nella mia mente: “non è che la mia pelle ne starà risentendo?”. Per fugare ogni dubbio e dare una mano (scusate, non ho resistito!) a tutte le lettrici che desiderano mani morbide e curate, mi sono rivolta a un esperto, il professor Giuseppe Monfrecola, professore ordinario di Dermatologia dell’Università di Napoli Federico II dove dirige anche la Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia, che mi ha aiutata a fare chiarezza sul tema e sugli accorgimenti da adottare per prendersi cura delle mani, anche in presenza di patologie dermatologiche.
Siamo ormai tornati alla socialità, ma per proteggere noi stessi e gli altri dobbiamo lavarci frequentemente le mani e usare spesso disinfettanti. Può la nostra pelle risentirne?
Dobbiamo fare una breve ma importante premessa: La cute umana è strutturata in modo da proteggere sé stessa e il resto del corpo da aggressioni esterne (chimiche, fisiche o biologiche). Ricordiamo come è strutturata: all’esterno c’è l’epidermide, al di sotto il derma e ancora più all’interno l’ipoderma, ovvero il grasso sottocutaneo. Più nel dettaglio, l’epidermide è fatta di strati di cellule che nella parte più superficiale compongono lo strato corneo, costituito solo da sottili membrane cellulari: una sorta di sottile barriera priva di vita ricoperta da lipidi che servono a proteggerla, il cosiddetto film idrolipidico di superficie.
E veniamo alla risposta alla domanda. È lo strato corneo col suo film idrolipidico che riceve il primo impatto con detergenti e disinfettanti ma dobbiamo aver presenti due cose: in primo luogo la composizione di tali prodotti e, quindi, la loro sicurezza e atossicità sono garantite da norme nazionali ed europee; in secondo luogo uno strato corneo integro è perfettamente in grado di tollerarne l’uso.
Tuttavia, l’uso molto frequente che ne stiamo facendo per il rischio Covid-19 determina una continua rimozione del film idrolipidico dalla sua superficie, che provoca la disidratazione dello strato corneo. In altre parole la pelle si secca e, se avessimo la possibilità di osservarlo con un microscopio, potremmo vedere sottili e fitte screpolature. Ciò comporta una diminuzione della fisiologica barriera protettiva con possibili irritazioni.
Esistono modi per limitare lo stress cutaneo a cui sottoponiamo ogni giorno le nostre mani?
Da quanto detto precedentemente si evince che durante la giornata dovremmo provvedere ad applicare creme idratanti per ripristinare artificialmente il film idrolipidico di superficie. Questo piccolo gesto è del tutto sufficiente ad assicurarci il benessere della cute sana delle nostre mani.
Chi soffre di psoriasi, eczema o altre patologie cutanee deve mettere in campo particolari accorgimenti?
Qui entriamo in un ambito particolarmente delicato: chi soffre di psoriasi, di dermatite atopica o di dermatiti eczematose da contatto delle mani è una persona con una ridotta ed alterata barriera epidermica. Ciò significa che l’uso frequente di detergenti e disinfettanti troverà una pelle particolarmente sensibile ed irritabile, che quindi potrebbe avere un marcato peggioramento della malattia con arrossamenti, bruciore, prurito, fessurazioni, etc. Per queste persone è necessario che il dermatologo di fiducia intervenga preventivamente cercando di mettere sotto controllo i segni della malattia con rimedi farmacologici e di consigliare rimedi (creme lenitive/emollienti) atti a ridurre l’impatto dei frequenti lavaggi e delle sanificazioni delle mani. Per queste persone può essere utile l’impiego di guanti di polietilene se ci si trova in ambienti dove si è costretti a venire a contatto con superfici potenzialmente a rischio (es. corrimani i mezzi pubblici). L’importante è rimuoverli quanto prima, avere l’accortezza di non portare i guanti al viso ed eventualmente sanificarli con disinfettanti come si farebbe con le mani nude.
In molti, oltre a lavare e disinfettare le mani, indossano guanti monouso quando sono fuori casa. È una pratica effettivamente utile?
Sconsiglierei l’uso continuo dei guanti se non per fini professionali e in presenza di patologie, nella nostra quotidianità l’importante (oltre a mascherine e distanziamento) è l’igiene delle mani. I guanti possono essere utili solo occasionalmente (ad es. quando si prende il carrello del supermercato o mentre si sceglie la frutta etc.). In questi casi è meglio utilizzare quelli di polietilene trasparenti, poco occlusivi e facilmente rimuovibili dopo un breve uso.
Se riscontriamo delle alterazioni della cute delle nostri mani, cosa dobbiamo fare?
Dipende dall’entità del problema. Una lieve screpolatura con un altrettanto lieve rossore con prurito o bruciore appena accennati, possono trovare beneficio in creme emollienti applicate 2-3 volte al giorno. Fenomeni di maggiore entità con forte rossore, segni di vescicolazione, spacchi ragadiformi, bruciore o prurito intensi, richiedono l’intervento del dermatologo, che provvederà a trovare gli opportuni rimedi farmacologici.
Giornalista, bibliomaniaca, donna dalla parte delle donne