CON LA FINE DI LOCKDOWN E LIMITAZIONI, AUMENTA IL RISCHIO DI DIPENDENZE DA ALCOL E CIBO
La fine del coprifuoco e l’inizio della stagione estiva suonano come un “libera tutti” ma il rischio che l’abuso e la dipendenza da alcol o da cibo aumentino c’è.
Specie per coloro che hanno sofferto le limitazioni per contenere la pandemia Covid-19 come una imposizione insostenibile, l’allentamento delle restrizioni può essere l’avvio o il ritorno alla dipendenza da sostanze o da comportamenti scorretti.
“Fra i soggetti più vulnerabili, vittime della dipendenza in particolare da alcol ci sono i giovani nella fascia fra i 20-30 anni. I ragazzi a questa età cominciano ad avere una certa indipendenza economica e sociale. Hanno vissuto gli ultimi 18 mesi o in quarantena o in lockdown. In questo periodo, spesso sono stati additati dall’opinione pubblica come gli ‘untori’ del virus e come egoisti perché non curanti del contagio. Ora con il generale passaggio del Paese alla zona bianca e la fine dei divieti potrebbero sentire l’esigenza di riprendersi quello che hanno perduto: mesi di cene con amici al ristorante o bevute oltre le ore del coprifuoco”, avverte il dottor Fabrizio Fanella, psicoterapeuta e direttore sanitario del Centro La Promessa di Roma specializzato nella cura delle dipendenze.
“I rischi che la dipendenza da alcol o di fenomeni come il binge eating disorder, il disturbo da alimentazione incontrollata, possano aumentare con il ritorno alla vita sociale esistono e non sono da sottovalutare. A settembre, ci potrebbe essere un aumento delle dipendenze e degli effetti che conosciamo già come gli episodi di violenza. Per questo, soprattutto fra i più giovani, va fatta attenzione a una serie di segnali: sintomi da sbronze ripetute, disattenzione, perdita di oggetti, irritabilità, dieta scorretta, depressione dell’umore improvviso, aggressività manifesta”, continua il dottor Fanella.
Per i familiari o gli amici che colgono questi campanelli d’allarme il consiglio è quello di cercare il confronto e di indirizzare la persona a un primo consulto con uno specialista.
“A volte il paziente con dipendenza da cibo o da alcol viene indirizzato dal parente che per primo avverte il disturbo, ma non sempre questo allarme riscontrato corrisponde ad una consultazione presso uno specialista”, afferma la dottoressa Barbara Cassiani assistente sociale del Centro La Promessa.
Il Centro La Promessa è attivo a Roma dal 1994 per la cura delle dipendenze. Dal 2020 la struttura è convenzionata con la Regione Lazio.
“Dal 2016 offriamo la Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva una terapia indolore e priva di effetti collaterali che ha prodotto ottimi risultati specie fra i pazienti con dipendenza da cocaina, gioco, alcol. La persona che viene trattata con il macchinario viene accompagnata da tutte le figure professionali del Centro nel percorso di cura”, commenta il dottor Fanella.
Ad oggi sono stati trattati più di 400 pazienti. Le ricadute sono state nell’ordine del 20% circa, di cui più della metà sono state recuperate con prestazioni supplementari.
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