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La spiaggia ecologica

La spiaggia ecologica

Quante volte ci è capitato di andare in spiaggia e vedere “mucchi” selvaggi di alghe sul “bagnasciuga” o sui bordi dell’arenile, magari lungo un corso d’acqua, che sfocia a mare, e pensare “ma com’è sporco qui!”.

In genere si tratta di alghe “spiaggiate”, per lo più foglie morte di Posidonia, che, quando non sono sparse sulla spiaggia, vicino all’acqua, si presentano in forma di cumuli sui bordi dell’arenile, che prendono il nome di “banquette”.

Non sarebbe piacevole sdraiarsi sopra queste distese e anche l’impatto visivo delle banquette non è il massimo e, quindi, apprezziamo molto se i gestori dei centri balneari ripuliscono la spiaggia, rimuovendo le alghe.

Alcuni gestori le trattano come rifiuti, smaltendole come verde o umido o bruciandole.

Oppure, semplicemente, spostano le alghe dalla spiaggia sui cumuli, che si sono già formati in modo naturale per effetto del vento e delle maree.

Le banquette, però, non sono rifiuti: le foglie di alghe morte sono – al contrario – molto importanti per l’equilibrio ecologico degli arenili: innanzitutto, proteggono dall’erosione delle spiagge che, in alcuni tratti di costa italiana, sta portando alla progressiva scomparsa di interi lidi destinati a scomparire se non si interviene. In alcune località è stato fatto il c.d. “ripascimento”, cioè si è aggiunta sabbia prelevata dalle cave per ricostituire l’ambiente naturale.

Ma questo obiettivo può essere realizzato anche rimuovendo le alghe direttamente sulla spiaggia, vicino all’acqua: in tal caso la sabbia umida si separa agevolmente dalle alghe. Altrimenti, sui bordi dell’arenile utilizzando appositi macchinari.

Le alghe, a loro volta, possono essere riutilizzate con svariate finalità: se ricollocate sul fondale marino sono importanti per preservare la “salute” del mare contribuendo a ristabilire l’equilibrio ecologico, soprattutto nelle aree marine protette.

Inoltre, possono essere utilizzate in diversi settori: in medicina, nella fitocosmesi, nella bioedilizia per realizzare prodotti isolanti da utilizzare per i tetti o i pavimenti.

È stato, tra l’altro, messo a punto e brevettato un materiale composto di alghe e resine biologiche, da una start up greca: il composto è di alta qualità, leggero, resistente all’acqua e ai raggi UV e può essere utilizzato per la produzione di oggettistica di arredo.

Un corretto trattamento delle alghe, che si trovano sulle spiagge e delle banquette, è un esempio di difesa dell’ambiente efficace, che dà concretezza tangibile al desiderio di tutela dell’ambiente che tutti condividiamo.

Dove è stato sperimentato – per esempio, in alcuni tratti del litorale della Regione Lazio – ha dato ottimi risultati, a dimostrazione del fatto che, con interventi razionali e coordinati tra istituti di ricerca, Ministero dell’Ambiente, enti pubblici e gestori di spiagge e centri balneari, è possibile avere nel nostro paese spiagge non solo belle e pulite, ma anche “ecologiche”.