Libri: I giorni del giudizio di Giampaolo Simi
Giampaolo Simi è oggi uno degli scrittori italiani più bravi. L’ha dimostrato nei precedenti Come una famiglia, Cosa resta di noi e La ragazza sbagliata. Lo conferma con I giorni del giudizio, che è qualcosa più di un noir: è un testo sulla giustizia, le sue ragioni, i cavilli, le procedure.
Raccontati attraverso la storia di un processo per duplice omicidio, con il colpevole perfetto, quasi oltre ogni ragionevole dubbio, e quella dei giudici popolari chiamati a scriverne la sentenza. Simi costruisce un romanzo smontando man mano certezze acclarate, portando il lettore a guardare oltre la verità apparente, non solo giudiziaria ma umana: dell’imputato, dei testimoni, dei giudici. Le vittime sono una ricca imprenditrice, Esther Bonarrigo, e Jacopo Corti, il suo presunto amante. Tutti gli indizi convergono sul marito della donna, Daniel Bonarrigo, proprietario di una catena di ristoranti in tutto il mondo. Un delitto e una famiglia destinati a fare rumore, dove la ragion di stato e i soldi hanno un certo peso e potrebbero averlo anche nel determinare la condanna o l’assoluzione. Il destino di Daniel e di centinaia di dipendenti della “Italian food&more” è nelle mani di 6 persone, pescate a caso tra i cittadini della Versilia: Iris, bibliotecaria femminista; Terenzio, un pensionato arrabbiato con il mondo e in cerca di un riscatto sociale; Emma, ex miss qualcosa proprietaria di una boutique a Viareggio; Ahmed, magazziniere di origine marocchina; Serena, barista precaria; Malcolm, esperto di videogame e youtuber di successo.
Simi è bravissimo a caratterizzarli, a far emergere la personalità di ognuno sia in funzione della dinamica e della verità processuale, sia nel costruire un percorso di crescita individuale, che li porterà alla fine di questa esperienza a rivedere, in alcuni casi radicalmente, la propria vita. Ne I giorni del giudizio Simi ci dice che nulla può essere dato per scontato, che quello che vediamo, o pensiamo di vedere, non è detto sia la verità e soprattutto che senza verità non ci può essere giustizia, se non di comodo.
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Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.