DI MUSICA E PAROLE: Interviste a cantautori, interpreti e musicisti italiani senza tempo
Dopo i precedenti E LUCEVAN LE STELLE e INCOMPARABILI il giornalista Claudio Capitini continua il suo viaggio nel mondo dello spettacolo per conservare memoria e dare testimonianza dei suoi protagonisti
È un po’ come le saghe di maggior successo, questo viaggio nella musica scritto da Claudio Capitini: è ricco, affascinante, sorprendente. È una storia lunga quarant’anni.
Strada facendo, Capitini ti prende per mano e ti racconta la “…musica così leggera che ti fa sognare” (Ivano Fossati), ti spiega quella delle prime edizioni del Festival, quella dei cantautori, quella d’autore (che qualche volta diventa persino d’evasione), quella (soprattutto) che è diventata capolavoro e appartiene a tutti.
I nomi dei cantautori, delle cantautrici, degli interpreti e dei musicisti che questo volume ci fa conoscere, sono senza tempo: vanno da Baglioni a Bennato, Branduardi, Capossela, Cocciante, Conte, Dalla, Daniele, De André, De Gregori, De Sio,Elisa, Fossati, Gaber, Guccini, Jannacci, Mannoia, Martini, Mogol, Morandi, Nada, Nannini, Paoli, Pooh, Raf, Ramazzotti, Ruggeri, Vanoni, Vasco Rossi, Vecchioni, Venditti, Renato Zero e Zucchero.
A questo enorme racconto non mancano neppure preziosità e inediti scaturiti da incontri con Concetta Barra, Umberto Bindi, Renato Carosone, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Giovanna Marini, Mogol, Morandi, Roberto Murolo, Nanni Svampa, e i ricordi struggenti come i ritratti dedicati a Battiato, Ezio Bosso, Milva, Ennio Morricone.
Sono incontri non casuali, quelli che Claudio Capitini fa con i grandi della musica; sono parte e contrappunto della sua lunga carriera di capoufficio stampa all’Arena di Verona con artisti e musicisti che hanno frequentato il “suo” palcoscenico. Alcuni ne sono stati protagonisti assoluti sin da subito, da vere e proprie star; altri lo sono diventati poi, iniziando però, sempre da lì, da quel palcoscenico, la propria carriera. Tutti hanno come comun denominatore l’essere di casa in Arena.
Raccontate con lunghe interviste, queste loro storie, sono affascinanti e tutte da leggere: sono curiose, coinvolgenti, affascinanti, calde, autentiche. E sono un po’ più di una raccolta di interviste d’archivio dei grandi della musica che hanno fatto tappa a Verona.
Non è “un viaggio epico” della memoria di Capitini, questo libro. È semmai un viaggio emotivo e musicale che sa ampliare i nostri orizzonti, capace di arricchirci e raccontare umanità immense: “Succede a tutti di riprendere in mano appunti, fotografie, ricordi di incontri intensi della nostra vita e rivederli e rileggerli con occhi nuovi e una nuova e più matura sensibilità. È accaduto anche a me – dice Capitini – riascoltando le voci dei tanti artisti che ho conosciuto e incontrato. Tra i mei appunti, le foto di backstage, le registrazioni, ho rivisto con occhi nuovi chi mi stava davanti e ho compreso come proprio negli aspetti minimi e in alcuni dettagli si nascondesse la loro vera natura e la loro grandezza”.
Il senso di questo libro non è conservare memoria, ma dare testimonianza dei protagonisti della musica italiana. Se provate a sfogliarlo, vi troverete informazioni e curiosità (tantissime) inedite che ci faranno riascoltare la musica con un nuovo interesse, e con orizzonti imprevisti.
La narrazione si svolge a tappe, pagina dopo pagine, intervista dopo intervista, come in un viaggio appunto, che si muove tra i ricordi personali di Capitini e il racconto delle infinite testimonianze dei grandi della musica, pazientemente registrate in tanti anni di professione. Non sono pochi, i personaggi che Capitini ha intervistato, a essere capaci di regalarci un po’ della loro intimità… e grandezza umana, ci lasciano a bocca aperta; lo ha fatto Franco Battiato, raccontando come per lui la solitudine sia valore da cercare e difendere, determinante per rendere la nostra vita interessante, lo fa Gianna Nannini, che si concede ogni volta al suo pubblico, sacrificando una parte importante di sé: racconta quanto per lei il successo sia “difficile” da gestire: “è… ancora una lotta continua. Anche all’applauso non riesco ad abituarmi, continua a intimidirmi, una cosa davvero strana. Non mi ci abituo”. Lo fa Renato Carosone, dicendo a chi crede che la professione di guitto e musicista sia poca cosa, che “… per suonare bene il pianoforte, una sola vita non basta”. A chi invece crede che la musica non sia valore, poi, una frase del maestro Ezio Bosso, ci lascia tutti senza parole: “…la musica è una fortuna ed è la nostra vera terapia”.
Non è solo la storia della musica, quella che ci racconta Claudio Capitini. Ma storie di vita, di vita autentica, di incontri di quelli che lasciano il segno (e non hanno tempo). Non è poco.
Claudio Capitini, DI MUSICA E PAROLE. Interviste a cantautori, interpreti e musicisti italiani senza tempo, Gabrielli editori, San Pietro in Cariano (VR), pp. 555.
Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.