Libri: Una volta sola. Storie di chi ha avuto il coraggio di scegliere di Mario Calabresi
Durante la presentazione nella mia città di “Una volta sola”, Mario Calabresi ha raccontato un aneddoto del suo esame da professionista. Alla commissione che gli chiedeva il motivo che lo spingeva a fare il giornalista, rispose: perché sono curioso. E aggiunse che da bambino passava molto tempo nella portineria del palazzo dove viveva ad ascoltare le storie delle persone.
Agli esaminatori non parve una risposta intellettualmente all’altezza, ma comunque non inficiò l’esito della prova. Calabresi – e io con lui – rimane invece convinto che ognuno nasconda una storia più o meno straordinaria da raccontare. Bisogna solo avere la voglia di cercarle e, soprattutto, ascoltarle queste storie. E spesso, per qualche strana alchimia, sono loro a cercare te.
Una volta sola è una raccolta di 14 storie, tutte bellissime, struggenti, intense, come la vita che le pervade. A legarle è la scelta, la possibilità che tutti i protagonisti si sono dati una volta di fronte a un bivio. Come Laura, che non si è arresa alla diagnosi di SLA dopo la terza gravidanza: ha scelto di non darla vinta alla malattia e sta vedendo i suoi figli crescere. O Claudia, che ha trovato la forza di ribellarsi al marito camorrista e ricominciare da capo altrove. Piero, che non si è voltato dall’altra parte e ha denunciato i sicari del giudice Livatino, anche se questo gli ha sconvolto l’esistenza. O, ancora, Sami, un giovane sarto afgano che arriva a Reggio Calabria e poi a Torino alla fine di un viaggio che non so nemmeno aggettivare. Infine la storia di Rachele, che in realtà è quella che apre il volume e che è l’abbrivio di tutto. Rachele è una giovane donna che abita nello stesso palazzo di Calabresi. Si salutano per cortesia, lei è l’amica grande delle sue figlie. Poi un giorno la vede con un turbante a coprirsi la testa e capisce. Lei gli chiede di aiutarla a raccontarsi, per lasciare ai suoi bambini, una volta grandi, il ricordo della loro mamma. Rachele registra 25 vocali e Mario li trascrive e ne fa un libretto.
Rachele gli lascia anche una domanda, che accende questo libro: “cosa scriverei alle mie figlie se dovessi raccogliere la mia vita in dieci vocali: i ricordi più importanti, sì, ma soprattutto: per cosa vale la pena vivere?”
Buon Natale
Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.