Libro della settimana: Sei tu il figlio di Emanuele Galesi
È una storia di tossicodipendenza: vera, intensa, drammatica. Dolce anche, senza alcuna retorica, dove l’odio, umano, naturale – ma si può davvero odiare? – diventa ricordo, risentimento, per un tempo perduto, e poi, forse, perdono.
È una storia sbagliata, al contrario, quella che racconta Emanuele Galesi, 43enne giornalista bresciano. Vittima dell’eroina è il padre, caduto una prima volta negli anni 70, quando anche nelle piazza di Brescia iniziò a circolare, sostituendo morfina e fumo: una strategia costruita a tavolino dalla CIA, si disse all’epoca, per bloccare sul nascere il fermento dei movimenti studenteschi e politici che stavano alzando troppo la testa. Operazione Blue Moon venne chiamata. Non si trovarono mai le prove. In ogni caso il padre, artista di talento, riprese a bucarsi quando ormai aveva 40 anni, una moglie, due figli. E da lì è stato un lento e inesorabile declino. Galesi racconta i mesi della fine in cui assiste per l’ultima volta il padre in ospedale. Un uomo che in cuor suo aveva sperato più volte che se ne andasse, di cui si era anche vergognato, ma che nel momento di un possibile imminente addio, torna prepotente nei ricordi: quelli vissuti e quelli ritrovati in un diario. Le camminate in montagna, il disegno, i muri della cameretta riempiti di fumetti e di illusioni, l’impegno politico e tanto altro. Un viaggio nel dolore, intimo e personale, che unisce i pezzi, perché in ogni storia c’è sempre una luce. E un colore.
“Non sono pronto, comunque”.
“Per cosa?”
“Per vederlo morire. O per vederlo uscire dall’ospedale e ricominciare tutto daccapo”.
Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.