Alzheimer e differenze di genere: un approfondimento per la salute della donna
L’Alzheimer è una sfida che tocca molte vite, soprattutto quelle delle donne. In questo articolo, ci immergiamo nelle ragioni di questa disparità e nella necessità di una ricerca mirata, con un focus particolare sulla salute femminile. Leggi per scoprire di più sulle differenze di genere nell’Alzheimer e su come questo influisce sulla vita e sul benessere delle donne.
La malattia di Alzheimer, una sfida crescente per la salute pubblica, colpisce in modo sproporzionato le donne. Questo articolo, in collaborazione con il Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità, con la Dott.ssa Alessandra Codemo, Centro Regionale Invecchiamento Cerebrale (CRIC), Dipartimento di Neuroscienze-DIMED, AOU di Padova, in collaborazione con il Dott. Carlo Gabelli, Direttore del CRIC, esplora le ragioni di questa disparità e l’importanza di una ricerca più mirata.
La malattia di Alzheimer (MA) rappresenta la principale causa di demenza, incidendo sul 55% dei casi. È una patologia neurodegenerativa che si aggrava con l’età, interessando fino al 20% delle persone oltre gli 85 anni. La previsione globale indica un aumento allarmante dei casi, stimati in 152.8 milioni entro il 2050.
Significative sono le differenze di genere nella MA. In Italia, ad esempio, la prevalenza nelle donne è superiore rispetto agli uomini, una tendenza confermata anche a livello internazionale. Negli USA, due terzi delle persone con MA sono donne, con un rischio di sviluppare la malattia circa doppio rispetto agli uomini. Le donne non solo sono più colpite dalla MA, ma spesso assumono anche il ruolo di caregiver, aggravando il loro carico emotivo e fisico.
Studi precedenti hanno spesso trascurato queste differenze, attribuendo la disparità semplicemente alla maggiore aspettativa di vita delle donne. Tuttavia, i tassi di incidenza, più indicativi del rischio effettivo, variano geograficamente. Una recente metanalisi globale ha chiarito che le donne sono più colpite dalla MA, con variazioni dovute a fattori nazionali e sociali.
L’aspettativa di vita e il livello di istruzione influenzano notevolmente il rischio di MA. Paesi con minore accesso femminile all’istruzione e alle cure sanitarie mostrano un rischio maggiore di MA nelle donne.
Dal punto di vista biologico, gli estrogeni proteggono le donne fino alla menopausa. Dopo questo periodo, soprattutto in caso di menopausa precoce, il rischio aumenta. Sul piano sociale, il genere determina l’esposizione a fattori ambientali che influenzano il rischio di sviluppare la MA. Ad esempio, un livello educativo inferiore comporta una minore riserva cognitiva e un rischio maggiore di malattia.
Neurologicamente, le donne sono più suscettibili all’allele E4 del gene APOE e accumulano più rapidamente la proteina Tau, accelerando il danno neuronale.
In conclusione, è cruciale una maggiore comprensione degli effetti di sesso e genere nella MA. Le attuali conoscenze richiedono ulteriori ricerche e un approccio di medicina di precisione, per definire specificità biologiche e ambientali e personalizzare strategie di prevenzione e cura.
Con un approccio informato e consapevole, possiamo lavorare insieme per migliorare la prevenzione e la cura dell’Alzheimer, con un occhio di riguardo per le differenze di genere che influenzano la salute delle donne.
Per info e approfondimenti: https://www.iss.it/centro-di-riferimento-per-la-medicina-di-genere
Direttore di Pink Society
Direttore scientifico di Pianeta Salute 2.0 trasmissione TV, biologa, giornalista pubblicista, avida lettrice, amante del cinema e delle maratone TV, ha l’animo della viaggiatrice e spera di poter tornare a farlo presto in serenità ♥