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Libro della settimana: Ballando a notte fonda di Andre Dubus

Ballando a notte fonda di Andre Dubus

“Ballando a notte fonda” di Andre Dubus è una raccolta di racconti che esplora la fragilità umana con rara intensità. Tradotto da Nicola Manuppelli e introdotto da Paolo Cognetti, il libro racconta di vite spezzate, di guerre interiori invisibili e del coraggio di continuare a vivere, nonostante le cicatrici. Ogni storia è un mosaico di emozioni autentiche, un viaggio tra paura, amore, perdita e resilienza.

Care le mie lettrici Pink,

questa settimana ho danzato, come voi sapete mi piace fare, tra le pagine di Ballando a notte fonda di Andre Dubus, una raccolta di racconti che ti avvolge come una carezza, ma allo stesso tempo ti scuote come un pugno allo stomaco. Pubblicato nel 1996, è una celebrazione della fragilità umana, tradotta con sensibilità da Nicola Manuppelli e impreziosita da una prefazione di Paolo Cognetti, che ci invita a entrare in questa “terra straniera” di cui parla Hemingway: un luogo dove si arriva dopo le grandi ferite della vita.

Dubus racconta di uomini e donne mutilati non tanto nel corpo, quanto nello spirito. Sono reduci da guerre invisibili, combattute nei matrimoni, nell’infanzia, nei sensi di colpa. Ma ciò che lo rende unico è il modo in cui li osserva: con una compassione profonda, come un autore che non giudica mai, ma accompagna i suoi personaggi — e noi — in quel “dopo” in cui ci si può ancora aggrappare alla vita, pur con cicatrici evidenti.

Un mosaico di anime spezzate

Ogni racconto è un piccolo mondo. L’intruso, che apre la raccolta, ci porta nella mente di Kenneth, un adolescente che vive la tensione tra il bisogno di proteggere la sorella e l’ansia di dimostrarsi adulto. Questo bisogno esplode in un gesto drammatico che cambierà per sempre il suo rapporto con il mondo. È una storia di paura, amore maldestro e del tentativo disperato di dare un senso al caos.

E poi c’è Catherine, in Una canzone d’amore: una donna che si riscopre dopo essere stata lasciata dal marito per un’altra. Le sue giornate sono fatte di piccoli gesti che cercano di rimettere insieme un cuore a pezzi, ma non aspettatevi facili risoluzioni. Dubus dipinge la resilienza con tinte realistiche: non è un colpo di scena o un grande amore a salvarci, ma l’accettazione dei giorni che scorrono e la voglia di credere, ancora, nel futuro.

Dubus e il coraggio della vulnerabilità

Quello che più mi ha colpita è il modo in cui Dubus parla d’amore: non è mai romantico, idealizzato, ma reale e imperfetto. Nei suoi racconti, l’amore è spesso ciò che ferisce, ma è anche il primo passo verso la guarigione. È un sentimento guardingo, fragile, che sopravvive nonostante tutto. Come scrive Cognetti nella prefazione, Dubus non dà mai risposte certe, ma condivide una verità essenziale: “Ogni sua riga è piena d’affetto per quelli terrorizzati dagli errori che devono ancora fare.”

Perché leggere Ballando a notte fonda di Andre Dubus?

Se amate i libri che scavano dentro, che mettono a nudo l’umanità nella sua forma più pura e vulnerabile, questo è il libro per voi. È un invito a non arrenderci alla paura, a danzare anche quando le luci si spengono e tutto sembra perduto. Non è una lettura leggera, ve lo dico subito, ma è di quelle che lasciano un segno, come le cicatrici che raccontano una storia.

Concludo con una frase che mi ha particolarmente colpita:

“Ogni mattina il maggiore si alzava e faceva gli esercizi che un medico gli diceva di fare. Perciò forse è un racconto che parla di gente che prova a guarire. Ci prova come può, però ci prova.”

E voi, care lettrici, ci provate ogni giorno?
Vi abbraccio con tutto il cuore,
la vostra Ursula