La Cuoca di Bernardo Strozzi – Quando il Barocco incontra Masterchef (metaforicamente)

Torna la rubrica della nostra Enrica Marcenaro:
L’arte che non ti aspetti: storie, pettegolezzi e confessioni dai dipinti più famosi
Nel pieno del Barocco, Bernardo Strozzi dipinge non una Madonna, ma una donna vera: una cuoca sicura di sé, padrona della cucina e della scena. Un’opera che profuma di spezie e rivoluzione, e che celebra la dignità del lavoro femminile molto prima delle telecamere di MasterChef.
Nessuna Madonna o santo in estasi sono protagonisti di questo quadro. Qui ci troviamo al cospetto di una regina. Non una di quelle con la corona: è una donna in grembiule che comanda pentole, polli e padelle con la stessa autorità di un generale in battaglia.
È Bernardo Strozzi, un genovese doc, a regalarci questo quadro dipinto nel 1625. Ne è protagonista assoluta una donna bella, sorridente e piena di vita, che con il suo sguardo sembra voler dire: “Sì, ho cucinato tutto io, e no, non ti do la ricetta.”
E dietro di lei, un tripudio di ingredienti degni di un banchetto nuziale: carni, uova, verdure, stoviglie, piatti e profumi. Sembra quasi che Strozzi abbia dipinto il primo episodio di MasterChef: Edizione Seicento.
Ma attenzione: non è solo un quadro di genere. È una rivoluzione silenziosa. In un’epoca in cui le donne venivano ritratte come muse, sante o Madonne, Strozzi dipinge una donna che lavora, vive, e probabilmente cucina meglio di chiunque nell’intera Repubblica.

E poi c’è il dettaglio più gustoso: lei ci guarda.
Davvero.
Ha quello sguardo da “io so qualcosa che tu non sai”, forse la ricetta segreta della zuppa o magari o il senso della vita stessa.
Insomma, La Cuoca non è solo un’opera d’arte: è una ode al quotidiano, alla dignità del lavoro manuale, alla gloria della cucina.
E una tela che profuma di basilico, rosmarino, sacrificio e saggezza. Ti regala pace.

Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.