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Meno baci per il Covid-19

L’INTIMITA’ DOPO IL COVID: MENO BACI E PIÙ PAURA PER LA SALUTE PSICHICA

L’INTIMITÀ DOPO IL COVID: MENO BACI E PIÙ PAURA PER LA SALUTE PSICHICA

In occasione della settimana del benessere sessuale, il report di FISS esplora il rapporto con l’altro e con se stessi ai tempi della pandemia

Il covid-19 ha cambiato le nostre abitudini, forzando il nostro modo di stare all’aperto, di frequentare i locali, di fare la spesa, di stare nei locali pubblici ed anche, in parte, ha cambiato le abitudini di coppia.
Era ovvio: i giorni di isolamento tra lockdown e quarantene più o meno spontanee, e poi il timore del contagio, per sé e per i propri cari soprattutto, hanno interferito sul nostro modo di manifestare affetto tra amici, tra parente e nella sfera più intima.
La Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) svolge ogni anno un sondaggio in occasione della Settimana del Benessere Sessuale: la settimana quest’anno cade dal 5 al 10 ottobre e la FISS ha indagato in questo caso i comportamenti e le tendenze in relazione alla pandemia.
Il questionario, condotto in modalità on line, ha sondato il contesto culturale ed economico, gli aspetti sociologici e relazionali, con particolare interesse verso il grado di isolamento dell’individuo e l’impatto psicologico, e infine i risvolti sessuologici della quarantena. Al questionario on line hanno risposto 355 persone in misura di 1 rappresentante di sesso maschile per 3 di sesso femminile. Oltre il 40% è fidanzato/a, il 26% nubile/celibe, il 22% sposato e il 7% convivente I partecipanti rispondono di aver trascorso i giorni di quarantena: al primo posto con il partner (39%), a seguire con i genitori (24%), da soli (13%) e con i figli (11%).

PAURE. Nonostante il timore di contrarre l’infezione sia alto, i partecipanti giudicano molto basso il proprio grado di osservanza alle regole di restrizione. La pandemia in generale ha sicuramente minato il senso di sicurezza: un livello di preoccupazione maggiore viene riscontrato per la famiglia, il partner e la società in generale mentre di gran lunga inferiore quello per sé. Quanto all’impatto del covid, per il campione è la salute psichica ad essere più a rischio rispetto a quella fisica.

CONTATTO E COMUNICAZIONE. La paura del virus ha influenzato il più classico dei gesti d’amore: il bacio. In base alle risposte dei partecipanti, si registra una diminuzione dei baci con scambio di saliva tra partner. L’88% degli intervistati dichiara comunque di non aver interrotto l’attività sessuale a fronte del 12% che ha smesso di avere rapporti.

In media, il grado di soddisfazione sulla propria sessualità è di 3,4 in una scala da uno a sette. Dai dati si registra l’idea che l’impegno per far andare avanti una relazione, la comunicazione tra i partner ed anche la conoscenza reciproca siano gli elementi più importanti per avere una vita sessuale soddisfacente.

FANTASIE. L’esclusività del comportamento sessuale insieme all’importanza di una relazione duratura appaiono confermate anche sul piano psicologico in riferimento alle fantasie sessuali. Agli intervistati è stato chiesto quale fosse il numero di partner con i quali avevano fatto sesso nei 12 mesi precedenti. Dai dati emersi sembrerebbe esserci una prevalenza di relazioni esclusive e serie. Il 33% dichiara di avere raramente fantasie sessuali con persone con le quali non ha un legame mentre il 12% ammette di averle “più volte a settimana”. Così come alla maggior parte (55%) capita raramente di fantasticare con persone appena conosciute mentre solo al 24% succede spesso.

BILANCIO. Com’era la vita amorosa e sessuale prima dell’inizio della pandemia? Non tanto diversa a giudicare dalle risposte anche se tra i dati di peggioramento, la percentuale maggiore la ritroviamo in relazione alla vita sessuale. Sono stati poi indagati i comportamenti erotici messi in atto dall’inizio della pandemia: sul totale, l’uso del materiale pornografico appare lo stimolo prevalente ma si registrano anche comportamenti più esplorativi, propositivi, di novità perché per esempio il 18% ha messo in atto fantasie, l’11% ha provato una nuova posizione, il 18% ha cercato informazioni sulla salute sessuale su Google e il 7% ha fatto telefonate sessuali.

La pandemia sembra abbia inciso leggermente sulla capacità di raggiungere l’orgasmo: prima il 17% aveva difficoltà, dopo la percentuale è salita al 22%. “Avere più tempo per scoprirsi e scoprire probabilmente ha influito sull’esperienza orgasmica”, commenta il professor Salvo Caruso, presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS), ginecologo e associato dell’Università di Catania

È stato chiesto infine di esprimere il proprio grado di accordo o disaccordo a delle affermazioni riguardanti alcune limitazioni circa l’attività sessuale per eliminare o ridurre il rischio del contagio. L’espressione “è preferibile avere rapporti sessuali sempre protetti per evitare la diffusione del virus” raccoglie più consensi (3,5 in una scala da 1 a 4), seguita da “Bisogna eliminare lo scambio di saliva durante i rapporti sessuali” e da “La paura del contagio riduce il tuo stato di eccitazione sessuale”.

«Scopo di questa indagine – spiega Caruso – è stato quello di comprendere meglio le relazioni di coppia e le attitudini sessuali dei soggetti adulti durante la pandemia. Tra gli obiettivi preposti vi era quello di comprendere meglio in che modo gli individui percepiscono tali cambiamenti e come reagiscono nei contesti di emergenza, allo scopo di poter pianificare strategie di supporto e offrire maggiore assistenza per eventi simili in futuro».

Insomma, arrivederci e baci_

Per saperne di più: sul sito della Federazione (www.fissonline.it) e sulla pagina Facebook sono pubblicati gli appuntamenti e la lista degli specialisti che offrono una consulenza gratuita dal 5 al 10 ottobre.