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Libri: La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio

Il corpo di Giuliana Baldi, istruttrice e personal trainer, viene trovato in un campo a Rozzano. Uccisa con un colpo di pistola alla nuca. Esecuzione da criminalità organizzata, se non fosse che Giuliana è una donna ordinaria di mezza età, con un marito altrettanto ordinario, persino nel nome, Mario Rossi, e una figlia piccola, Sofia.

Dalle indagini non emerge nulla e anche i sospetti sul marito non portano ad alcun riscontro. Caso archiviato. Nel dispositivo il giudice ci mette però il carico, scrivendo che non sussistono elementi per procedere contro Rossi, ma che  i sospetti a suo carico sono “inquietanti”.

Inquietanti. Un aggettivo che equivale ad una sentenza e che l’uomo non può accettare, soprattutto perché un domani Sofia potrebbe voler sapere come è morta la madre. Per questo si rivolge a Penelope Spada, ex PM, una donna stropicciata dalla vita che sta cercando di rialzare la testa dopo essere stata cacciata dalla magistratura.

Nel romanzo non viene spiegato il motivo, la colpa di cui si sarebbe macchiata, e anche questo apre la strada ad una serialità che il nuovo personaggio di Carofiglio sicuramente merita. Rossi le chiede di trovare il colpevole o qualcosa in grado di far riaprire le indagini e restituirgli l’onore perduto. Inizia così un’appassionante investigazione tra vie sconosciute di Milano e ricordi di un passato che non può tornare. Un’impresa ai limiti dell’impossibile che porta Penelope Strada in diversi vicoli ciechi tanto da farle considerare l’idea di mollare.

Finché una semplice suggestione fa scattare quel qualcosa che la costringe a leggere e a declinare gli elementi raccolti in una forma grammaticale diversa. E le lettere vanno magicamente a comporre la storia di un delitto quasi perfetto, celato soltanto dalla sua stessa ordinarietà.