Moda sostenibile. Dallo scarto all’eccellenza: buccia d’arancia e pastazzo diventano seta
Esclusivo, setoso, impalpabile, il primo al mondo… non è da mangiare – o almeno non più – e si indossa con orgoglio.
È il tessuto sostenibile, ideato e realizzato dalla lungimiranza visionaria di “Orange Fiber” , l’azienda italiana che ha brevettato e produce tessuti sostenibili dai sottoprodotti agrumicoli.
È così che il comparto moda-lusso diventa sostenibile: utilizza le centinaia di migliaia di tonnellate di sottoprodotto che l’industria di trasformazione agrumicola produce ogni anno e che altrimenti andrebbero smaltite, a discapito dell’industria del succo di agrumi e dell’ambiente.
Un procedimento semplice che è straordinario per i risvolti a cui dà vita: dal pastazzo di agrumi si estrae la cellulosa che verrà successivamente filata. Dalla filatura, si otterrà la tessitura e quindi il materiale necessario per dar vita al brand di moda.
La storia di Orange Fiber
Quella di Enrica Arena è la storia di quella Sicilia che quotidianamente compie la propria parte per contribuire a fare dell’Italia il “Paese del bello, ben fatto e sostenibile”. La stessa espressione è stata usata da Carlo Capasa di Camera Nazionale della Moda Italiana che ha consegnato alla Fondatrice e Presidente del Consiglio di Amministrazione di ‘Orange Fiber’ – Enrica Arena – il premio “Best Innovation Award”, in occasione degli MF Supply chain awards 2020, consegnati virtualmente a 7 eccellenze italiane lo scorso 24 novembre. Un impegno che l’azienda siciliana si è intestata come mission per il futuro nel quale riconosce un faro che da sempre guida il suo sviluppo. Non è certo la prima volta che l’idea geniale balza agli onori della cronaca e viene premiata per diverse sfaccettature che rendono unica l’esperienza del brand sostenibile.
Nel 2017, infatti, Camera Nazionale della Moda Italiana premia Orange Fiber con il Technology and Innovation ai Green Carpet Fashion Awards. Ma non solo.
L’ultima novità riguarda i tessuti Orange Fiber protagonisti di un partenariato conTECLA – Technology and Clay in un progetto di Mario Cucinella Architects e WASP. Dal connubio tra architettura empatica, nuove tecnologie e sostenibilità nasce TECLA – Technology and Clay, il primo modello innovativo di abitazione ecosostenibile stampato interamente in 3D in terra cruda, creato da Mario Cucinella Architects e WASP a Massa Lombarda (Ravenna). TECLA è un innovativo modello circolare di abitazione in cui confluiscono le ricerche sulle pratiche costruttive vernacolari, lo studio del clima e dei principi bioclimatici, l’uso di materiali naturali e locali. È un progetto a emissioni quasi zero, il suo involucro e l’utilizzo di un materiale totalmente locale ha permesso di ridurre sprechi e scarti. Questo e l’uso della terra cruda fanno di TECLA un esempio pionieristico di abitazione a basse emissioni di carbonio. In totale accordo e armonia con la visione e gli obiettivi alla base del progetto, è stato scelto il tessuto popeline Orange Fiber per creare i cuscini e il rivestimento del materasso della zona notte di TECLA.
Un andamento in controtendenza quello di Orange Fiber che valorizza ancora di più la scelta della sostenibilità ambientale abbinata all’innovazione tecnologica. Secondo Confindustria Moda il fatturato delle aziende rappresentate si attesta nel 2020 a 72.5 miliardi di euro, in contrazione del -26% rispetto al 2019. Dai dati dell’analisi presentata dal Centro Studi di Confindustria Moda, che considera un campione di oltre trecento aziende su tutto il territorio italiano, emerge che nel quarto trimestre la contrazione media delle aziende del settore è nell’ordine del -20%. Nonostante il settore sia indubbiamente uno dei più colpiti dalla crisi legata alla pandemia, il saldo commerciale del Fashion si attesta nei primi 10 mesi 2020 a 17.4 miliardi di euro, confermando il settore come il primo contributore alla bilancia commerciale del Paese fra le tre F (Fashion, Food, Furniture) che hanno reso il Made in Italy un’eccellenza in tutto il mondo. afferma Cirillo Marcolin, Presidente di Confindustria Moda, al riguardo ha affermato: “Questo conferma ancora una volta il ruolo strategico che il comparto che rappresentiamo svolge per tutto il Paese. Per quanto per il 2021 siamo cautamente più ottimisti rispetto che allo scorso anno, è innegabile il momento di sofferenza che le nostre imprese stanno vivendo. Dobbiamo essere in grado di tutelare e arricchire il know-how del Paese nel settore, potenziando la filiera e proteggendo i livelli di occupazione. Solo così torneremo più forti di prima”.
L’intervista
Su queste premesse e con un esempio di azienda che è nata con lo scopo di ‘tutelare e arricchire il know-how del Paese nel settore’ con un’attenzione particolare nei confronti del Pianeta, PinkSociety.it ha intervistato Enrica Arena.
Il comparto moda-lusso è la seconda industria più inquinante al mondo dopo il settore petrolio. Ma tu, Enrica, ti sei intestata questa mission insieme al tuo gruppo: realizzare i tessuti ecosostenibili di alta qualità e partire dagli scarti della lavorazione delle arance. Com’è nata la start-up che ha brevettato questo tipo di processo di produzione?
Nel 2011, nel corso dei suoi studi in Fashion Design all’AFOL Moda di Milano, Adriana Santanocito ha l’intuizione di poter creare un tessuto da agrumi. L’azienda Orange Fiber srl nasce nel 2014, dopo lo studio di fattibilità del processo svolto in collaborazione con il Politecnico di Milano e il deposito del brevetto italiano, con l’obiettivo di trasformare quella intuizione in una realtà imprenditoriale e sviluppare un’alternativa circolare ai materiali in uso nel comparto moda, una delle industrie più inquinanti al mondo se si considera l’intera filiera produttiva.
Perché proprio le arance?
Secondo dati aggiornati, in Italia ogni anno si producono circa 700.000 tonnellate di pastazzo di agrumi, ovvero tutto quello che resta dopo la spremitura industriale delle arance per uso alimentare, che rappresenta un problema per l’intera filiera agrumicola a causa dei suoi elevati costi di smaltimento per le industrie di succhi e per l’ambiente. Passare dall’idea alla pratica chiaramente non è stato né semplice né immediato. Tra il 2014 e il 2016, l’azienda ha presentato i primi prototipi di tessuto, inaugurato il primo impianto pilota per l’estrazione della cellulosa da agrumi ed avviato la prima produzione industriale. Nel 2017, l’ingresso ufficiale sul mercato con la prima collezione moda realizzata da Salvatore Ferragamo, che ha sposato i valori etici alla base del nostro progetto dando forma al tessuto e mostrandone le potenzialità. Nel 2019 il tessuto Orange Fiber è stato inserito nella H&M Conscious Exclusive ed è stato scelto per realizzare una collezione di cravatte sostenibili in edizione limitata firmata E.Marinella. Lo stesso anno, l’azienda ha avviato un piano di investimenti con l’obiettivo di aumentare la propria capacità produttiva e ha realizzato un nuovo impianto di produzione in Sicilia grazie ai fondi raccolti attraverso la campagna di equity crowdfunding lanciata sulla piattaforma CrowdFundMe, ridefinito la propria governance, implementando le competenze capaci di dare maggior forza al perseguimento dei propri obiettivi di sviluppo ed infine stretto importanti partnership industriali per scalare la produzione più velocemente.
Il bisogno di sostenibilità nel fashion brand vi ha reso protagonisti dell’Economia Circolare, individuandovi come soluzione agli sprechi, ai rifiuti, al riutilizzo intelligente degli scarti. Quanti a livello mondiale e nazionale vi hanno riconosciuto questo merito di eccellenza?
L’innovativo processo di produzione, la sostenibilità e qualità dei prodotti proposti e la validità del business model hanno permesso ad Orange Fiber di distinguersi a livello nazionale e internazionale, attirando l’interesse di molti brand moda, vincendo premi di settore e venendo ammessa a programmi di accelerazione, fondamentali per lo sviluppo dell’azienda. Dal punto di vista finanziario, dalla sua costituzione ad oggi l’azienda ha raccolto risorse per oltre 1 milione di euro grazie ad un mix di investimenti di business angel, fondi pubblici e grant. Nella prima fase dell’azienda, il supporto ci è arrivato da business angel catanesi che hanno investito in azienda dandoci la possibilità di avviare finanziamenti agevolati da bandi pubblici, per la precisione Smart&Start di Invitalia (Ministero Sviluppo Economico) e Trentino Sviluppo, grazie ai quali siamo riusciti a far nascere il nostro primo impianto pilota per l’estrazione della cellulosa da agrumi atta alla filatura e presentare sul mercato il primo prototipo di tessuto. Alla fine del 2015, con la vittoria del Global Change Award – l’iniziativa lanciata dall’organizzazione no-profit H&M Foundation con l’obiettivo di ricercare idee innovative capaci di chiudere il cerchio nell’industria della moda per salvaguardare il nostro pianeta – abbiamo avuto la possibilità di poter ricevere un grant da investire in ricerca e sviluppo e beneficiare di un anno di consulenza e accelerazione personalizzata offerta da Accenture e dal KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma per far crescere e consolidare il nostro progetto e la nostra azienda. Nel 2018 siamo stati selezionati per entrare a far parte del programma di accelerazione e mentoring di Fashion for Good – Plug&Play, con il supporto del quale abbiamo lavorato su diversi aspetti del nostro business plan, preparandoci allo scale up industriale.
Nel 2019, infine, abbiamo completato con successo una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma CrowdFundMe che ci ha permesso di avviare un piano di investimenti finalizzato ad aumentare la capacità produttiva e soddisfare le numerose richieste dei brand e poter utilizzare la leva finanziaria di un secondo bando Smart&Start di Invitalia.
Il FTL oggi Future Tech Lab, è un’innovativa piattaforma di investimenti, accelerazione e advisoring volta a creare e supportare connessioni virtuose tra nuove tecnologie, innovazioni sostenibili, brand e aziende ed accelerare così la transizione verso un futuro innovativo e sostenibile. Nel 2017 il FTL, fondato dall’icona della moda, imprenditrice e fashion editor Miroslava Duma, ha manifestato interesse nei confronti della vostra Orange Fiber. Cosa si prova a vincere il Global Change Award, a intraprendere una collaborazione con Salvatore Ferragamo?
Nel 2016 ci è stato riconosciuto un contributo del valore di 150.000 € in quanto vincitori della prima edizione del Global Change Award, l’iniziativa globale lanciata dalla H&M Foundation con l’obiettivo di selezionare e supportare le idee più innovative capaci di chiudere il cerchio nel settore della moda e salvaguardare così le risorse naturali del pianeta. Orange Fiber è stato uno dei 5 progetti vincitori selezionati da una giuria di esperti fra oltre 2.700 progetti provenienti da 112 Paesi diversi. Grazie alla vittoria del Global Change Award abbiamo avuto la grande fortuna di poter investire il grant ricevuto in ricerca e sviluppo e beneficiare di un anno di consulenza e accelerazione personalizzata offerta da Accenture e dal KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma per far crescere e consolidare il nostro progetto e la nostra azienda. Il rapporto con il Global Change Award prosegue ancora oggi attraverso il network di alumni, che coinvolge i vincitori del GCA di ogni edizione attraverso dei momenti di incontro, formazione e mentoring reciproco. Il 22 aprile 2017, in occasione della Giornata della Terra, è stata presentata la prima collezione moda realizzata con i nostri esclusivi tessuti da agrumi dalla celebre e storica maison fiorentina Salvatore Ferragamo: la Ferragamo Orange Fiber Collection. Salvatore Ferragamo ha colto per primo le potenzialità del nostro tessuto da agrumi, dando vita ad una daily wear Capsule Collection, elegante, fresca e contemporanea perfetta per la primavera-estate 2017. Nata dall’amore per l’innovazione, il design e la creatività italiana, questa collaborazione ha rappresentato un importante traguardo per la nostra azienda e il primo grande passo all’interno del mercato della moda internazionale.
Quali sono i pro e i contro per chi dirige un’ industria tessile innovativa e sostenibile di successo come la tua?
Tra i pro c’è sicuramente la soddisfazione per i risultati raggiunti, per la rete di fiducia che è stata costruita negli anni e per le persone che sono state ispirate dal percorso dell’azienda. Essere dei pionieri nel campo dei materiali sostenibili, comporta però anche delle responsabilità. La responsabilità di tracciare strade dove non ce n’erano, di essere portavoce di messaggi e valori di fondamentale importanza come la sostenibilità e la trasparenza della filiera produttiva, di essere riconosciuti come dei modelli, fonte d’ispirazione per tanti giovani.
Quanto sono accessibili i vostri prodotti? Chi fosse interessato, dove può acquistarli?
I nostri tessuti da agrumi sono venduti ai brand di moda, quindi al momento serviamo solo la clientela Business to Business. In questa fase i nostri prodotti hanno un prezzo simile a quello di una buona seta italiana e stiamo lavorando per rendere i nostri prodotti sempre più accessibili per far sì che la sostenibilità nella moda sia sempre più diffusa. Quando collaboriamo con un brand di moda, ne diamo comunicazione attraverso i nostri canali social, quindi per chi è interessato ad acquistarli, l’invito è a seguirci per essere aggiornato sulle novità.
Come Catania e la Sicilia sono cambiate di fronte a voi che siete un’eccellenza molto identitaria?
Dal 2014 ad oggi, in Sicilia e a Catania in particolar modo, l’attenzione verso il tema dell’innovazione è cresciuta molto, dando vita ad un vero e proprio ecosistema startup made in sud. L’iniziativa di alcune grandi aziende come ENEL con il suo hub dedicato all’innovazione green e alle rinnovabili o come TIM con il programma di accelerazione Working Capital (TIM WCAP), ha giocato un ruolo determinante nel favorire occasioni di networking e nel supportare la crescita di numerose startup, inclusa la nostra Orange Fiber. Altrettanto importante è stato il contributo delle tante associazioni e community animate da giovani studenti che hanno iniziato a sperimentare business plan e pitch nelle aule universitarie e che, guidati dal desiderio di sperimentare e sviluppare nuove imprese innovative, si sono messi in gioco con eventi e progetti per dare il proprio contributo a grandi e piccoli problemi di attualità.
Oggi Catania, la capitale di quella che fu l’Etna Valley, è alla vigilia di una nuova stagione dedicata all’innovazione con un luogo che ha tutte le carte in regola per divenire un nuovo punto di riferimento per la città e per i tutti i south workers: ISOLA, un hub di innovazione, formazione e sperimentazione, un acceleratore d’impresa e un luogo dove talenti, startup e aziende collaborano per generare valore e impatto positivo, insieme. Un ambizioso progetto nato all’interno di Palazzo Biscari – il più importante edificio storico privato di Catania – grazie all’impegno e alla capacità di fare rete dell’imprenditore Antonio Perdichizzi, fondatore di Tree (società specializzata in open innovation recentemente acquisita dal gruppo Opinno), presidente di Junior Achievement Italia (non profit nel settore dell’educazione economico-imprenditoriale), e investor di Arcadia, una holding che ha partecipazioni in progetti innovativi come la nostra Orange Fiber ed è partner di Invitalia e CDP Venture Capital.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Tra Giugno e Agosto 2021 contiamo di presentare una nuova collezione di tessuti sostenibili da agrumi ed entro la fine del 2021 annunciare una nuova collaborazione con un brand di moda. Per quest’anno prevediamo, inoltre, di continuare a testare, migliorare e scalare la nostra idea di business, sviluppando ulteriormente il nostro processo sul modello dell’economia circolare e consolidando la nostra presenza nel mercato dei tessuti e dei materiali sostenibili e innovativi. L’obiettivo è aumentare la nostra capacità produttiva fino a 60 tonnellate di cellulosa da agrumi l’anno e stringere partnership lungo tutta la filiera per soddisfare in maniera più veloce ed efficiente le numerose richieste dei brand che riceviamo quotidianamente.
Se dovessi descrivere in una parola il percorso fatto fin qui, cosa diresti?
Dai primi prototipi alle prime collezioni moda realizzate con i tessuti da agrumi, passando per i numerosi riconoscimenti ricevuti, Orange Fiber mi ha dato grandissime soddisfazioni, rappresentando per me e per il mio team di lavoro un percorso di crescita e apprendimento continuo. Ecco perché, se dovessi scegliere una parola per descrivere questo percorso, sarebbe proprio ‘crescita’.
In questi anni ci siamo impegnati duramente per trasformare un’idea innovativa in un progetto imprenditoriale concreto. Ci siamo messi in gioco, abbiamo studiato, ci siamo rivolti ad esperti di settore e, sfruttando ogni opportunità di confronto, abbiamo cercato di trarre il massimo da ogni esperienza per sviluppare il nostro progetto. Oggi ci troviamo in un momento di svolta nella storia dell’azienda, alla vigilia di un ulteriore scatto in avanti che consentirà ad Orange Fiber di consolidarsi nel panorama produttivo europeo. Non sarà un arrivo, ma un’altra grande opportunità di crescita che confido sapremo cogliere per contribuire ancor di più ad un processo di cambiamento virtuoso all’insegna della sostenibilità.
Avvocato, giornalista pubblicista e ufficio stampa, co-founder www.24live.it. Appassionata di cronaca giudiziaria e thriller, innamorata del mare e delle albe. Scrive di healthcare & wellness per Milano Finanza, milanofinanza.it, Avvenire. Studia il mondo digital e legge libri che ama annusare.