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Libri: Così giocano le bestie giovani di Davide Longo

La verità non si trova in natura, è un lavorato. Ma prima o poi viene sempre a galla. Anche dopo trent’anni.

Così giocano le bestie giovani di Davide Longo è un noir “politico” che ci riporta indietro agli anni di piombo, tra terrorismo rosso e nero, segreti di Stato, rampolli di buona famiglia che giocano alla rivoluzione, prima di andare in banca a lavorare, e idealisti veri che ammazzano e si fanno ammazzare. Ma l’abbrivio della storia è datato 2008. Siamo nelle campagne torinesi. In un cantiere ferroviario vengono rinvenuti gli scheletri di una decina di persone, tutte ammazzate con un colpo alla nuca. Per rispondere ai quesiti che rimanda questa fossa comune viene chiamato il commissario Arcadipane. Il caso rimane però nelle sue mani soltanto una notte. Il tempo necessario ad una task force di arrivare sul posto con l’intento (il mandato?) di archiviare al più presto l’indagine facendo risalire i morti alla Seconda guerra mondiale. Arcadipane è in un periodo buio della sua vita, tra crisi personali e famigliari, ma non è stupido e tutta questa fretta lo insospettisce. Anche perché nella fossa trova il bottone di un paio di jeans, sicuramente non databile agli anni 40 del secolo scorso. Così come la placca di ferro, i cui segni sono stati riscontrati su un femore che il commissario ha sottratto e fatto analizzare, è sicuramente più recente rispetto all’epoca del conflitto bellico. Arcadipane decide di proseguire le indagini in autonomia. Chiede aiuto per questo ad una giovane poliziotta, ai margini della Mobile per il pessimo carattere, e al suo predecessore e mentore. L’ex commissario Corso Bramard intuisce subito che gli scheletri potrebbero essere collegati a un vecchio caso, che proprio lui aveva seguito quando era un giovane agente appena arrivato a Torino. Da qui in poi l’autore fa un lungo flashback che ci porta indietro nel tempo, in una Torino fumosa, fatta di giovani universitari idealisti, lotte politiche, attentati. Fino alla scoperta di un’antica verità, che non dico per non togliere il piacere della lettura.

Davide Longo è bravo. Chi ama la bella scrittura, i periodi lunghi, l’attenzione all’aggettivazione, la cura nelle descrizioni, dei luoghi e dei sentimenti, apprezzerà molto questo thriller, che non dà alcun giudizio di parte sui fatti: solo il racconto delle persone e delle loro azioni.

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