La riscossa della Madonna contro Belzebù
Lancia in resta come un cavaliere medioevale, Maria era circondata da un alone di magia e santità.
La rappresentavano così i libri di devozione medioevali
Come Circe? No, di più. Come Minerva McGranitt? Di più, di più; anzi, meglio! Questa non ha eguali. Perché I suoi “attrezzi” non erano bacchette magiche, cappelli da strega e formule per incantesimi. Lei è invincibile davvero, ammantata di potere e circondata da un armamentario unico, fatto degli oggetti della Passione di Cristo (quelli veri) che galleggiano sempre intorno a lei, rendendola invincibile.
Solo lei, la Vergine Maria possiede queste munizioni.
Credete a me, quando la dolce, pia e addolorata Madonna cambia veste, perché diventa una guerriera formidabile e temibile, vince. Lancia in resta come un cavaliere medioevale, è circondata da un arsenale degno di Rambo: a disposizione ha la colonna della flagellazione, la frusta e le canne con cui è stato percosso Gesù, ha tutti gli oggetti del suo martirio sulla croce (fatto di tenaglie, corona di spine e dadi); intorno a lei c’è persino una mano che strattone la barba di Cristo, tanto per ricordarci che certe cattiverie gratuite ci sono sempre state…
Sembra un po’ come un marines e Minerva McGranitt messi insieme, questa Madonna: è ritratta così nello Speculum Humanae Salvationis, dopo aversgominato, da sola, il cattivo dei cattivi (Belzebù, ossia il diavolo in carne e ossa), trafiggendolo nel petto, come se fosse un drago e poi calpestandolo senza pietà.
Questa è una tra le immagini più curiose e inedite della Madonna; l’iconografia ufficiale la ritrae spesso accasciata sul proprio dolore ai piedi della croce, a volte in déshabillé mentre allatta il suo piccolo o mentre gli fa il solletico, talvolta spaventata davanti all’angelo dell’Annunciazione, oppure con una postura ieratica come quella di una regina. Ma così arrabbiata, con le armi che le galleggiano intorno a mulinello, non l’abbiamo mai vista. E invece eccola!
Maria la rombante guerriera occupa un’intera pagina dello Speculum Humanae Salvationis (Lo specchio della salvezza umana), testo redatto nel corso del Trecento, che ebbe molta popolarità anche durante il secolo successivo; fu stampato in Germania nel 1473. Questa inedita Madonna è nascosta tra le sue pagine. L’incunabolo (si chiamano così i primi libri a stampa) ai suoi tempi fu un vero e proprio best seller, reso popolare da immagini colorate (xilografie) e dalle moltissime traduzioni dal latino in tedesco, inglese, francese, olandese, ceco. E’considerato uno tra gli oggetti simbolo del Medioevo.
Gli “specchi” erano un vero e proprio genere letterario; venivano letti, commentati e mostrati per la predicazione pastorale: raccontavano, anche attraverso le loro immagini, come gli eventi della Bibbia ebraica si specchiassero, appunto, nel Nuovo Testamento. Piacevano un sacco, perché spesso le storie, venivano raccontate in vernacolo da predicatori itineranti; erano seguitissimi, come se fossero stati influencer moderni. Per loro, nei borghi, venivano addirittura improvvisati dei palcoscenici, allestiti in favore del vento, per garantire a tutti di ascoltare.
L’immagine di questa Madonna “magica” capace di sconfiggere Belzebù, piacque molto (anche se poi se ne dimenticò l’immagine). Le cronache raccontano che ci fossero predicatori che di lei parlavano per giorni, incitando la folla a imitarla, gettando nel fuoco i loro oggetti da gioco e abiti che non fossero più che castigati; si dice che alcune prediche si concludevano con tanti piccoli fuocherelli, platealmente accesi in mezzo alla piazza, alimentati da oggetti stravaganti, ritenuti peccaminosi e pericolosi.
A sfogliare le mille infinite storie del mondo, sembra proprio che non si possa fare a meno di inciampare in “specchi”, piccoli, stupidi, inutili falò e insospettabili guerrieri.
Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.