Oncologia: Terapia combinata di carboplatino e taxolo con dostarlimab rivoluziona il trattamento del tumore dell’endometrio
Il tumore dell’endometrio rappresenta la terza neoplasia più diffusa nel sesso femminile, con circa 10.000 nuove diagnosi all’anno. Tuttavia, ci sono importanti novità per la cura di questa malattia.
Uno studio di fase 3, noto come “Studio Ruby”, ha dimostrato che la terapia combinata di carboplatino e taxolo, con l’aggiunta di dostarlimab, un farmaco immunoterapico messo a punto da GSK, è potenzialmente in grado di rivoluzionare l’approccio a questa patologia, specialmente in un sottotipo caratterizzato dalla cosiddetta instabilità dei microsatelliti.
Nel caso specifico, per la prima volta in vent’anni, è stato possibile misurare un aumento significativo del tempo libero da malattia, con una riduzione del rischio di progressione del 72% a due anni dalla terapia. Ciò significa che l’efficacia della stessa perdura anche per molto tempo dopo la somministrazione. Tuttavia, è ancora in fase di studio l’efficacia della combinazione terapeutica anche per altre forme di tumore all’endometrio, ma i primi risultati sono anch’essi positivi.
Lo studio Ruby è uno studio randomizzato di fase 3 in cui pazienti con carcinomi dell’endometrio in stadio avanzato venivano randomizzate a ricevere della chemioterapia con carboplatino e taxolo, più o meno il trattamento sperimentale, ovvero l’immunoterapia con dostarlimab. L’obiettivo principale di questo studio era quello di valutare l’intervallo libero da progressione nelle pazienti con deficit del mismatch repair, e nel caso in cui il risultato di questo PFS fosse stato positivo, si sarebbe estesa l’analisi a tutta la popolazione in oggetto, sia quella dMMR sia quella con il mismatch repair proficient.
I risultati di questo studio sono ovviamente entusiasmanti e rivoluzionari, perché dimostrano che l’aggiunta dell’immunoterapia alla chemioterapia con carboplatino e taxolo aumenta in maniera statisticamente significativa e altamente clinicamente significativa l’intervallo libero da progressione delle pazienti, non solo con deficit dMMR, ma anche delle pazienti che invece non hanno questo deficit.
Il tumore dell’endometrio è una patologia estremamente frequente. Si tratta della neoplasia più frequente nel sesso femminile e colpisce generalmente in età post-menopausale. Oggi sappiamo che ci sono fattori di rischio significativi per sviluppare il tumore dell’endometrio, tra cui obesità, diabete e fattori genetici. Circa il 15-20% dei tumori dell’endometrio sono associati alla sindrome di Lynch, in cui alcune proteine coinvolte nella riparazione del DNA possono essere mutate e trasmesse ereditariamente.
Inoltre, la terapia combinata di carboplatino e taxolo con l’aggiunta di dostarlimab potrebbe rappresentare un’alternativa promettente per le pazienti che non possono sottoporsi alla chirurgia o alla radioterapia, che sono comuni trattamenti per il tumore dell’endometrio.
Va sottolineato che la terapia combinata con dostarlimab è stata sviluppata utilizzando una nuova classe di farmaci chiamati inibitori dei checkpoint immunitari, che stimolano il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali. L’immunoterapia ha dimostrato di avere un’efficacia significativa in molti tipi di tumori, ma fino a poco tempo fa non era stata ampiamente utilizzata nel trattamento del tumore dell’endometrio.
In sintesi, lo studio Ruby di Fase 3 rappresenta una pietra miliare nella terapia del tumore dell’endometrio e potrebbe aprire la strada a nuove opzioni di trattamento per le pazienti affette da questa malattia. La terapia combinata di carboplatino e taxolo con l’aggiunta di dostarlimab potrebbe rivoluzionare l’approccio terapeutico a questa patologia, offrendo un’alternativa promettente per le pazienti che non possono sottoporsi alla chirurgia o alla radioterapia.
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