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E TACQUERO LE ONDE DEL MARE – Gli ex voto dei marinai e le loro storie di devozione e meraviglia

E TACQUERO LE ONDE DEL MARE - Gli ex voto dei marinai e le loro storie di devozione e meraviglia
ex voto, Museo Diocesano di Genova 

Chiese e santuari sparsi sulle coste e nei porti della nostra Penisola custodiscono piccoli e preziosi oggetti votivi dei nostri marinai ricchissimi di storie e meraviglia.

Ogni ex voto dei marinai ci riferiscono storie di meraviglia: quelle di pescatori e navigatori, di esploratori e pirati. Ma spiegano che per ciascuno di loro il mare è stato luogo in cui si sono svolte guerre e alleanze, incontri e commerci, incubi e sciagure. Soprattutto miracoli.

Perché il mare rappresentato dagli ex voto è tutto questo: è luogo di preghiera e devozione.

Le piccole e bellissime tavolette raccontano di mareggiate, naufragi, tempeste, uragani, fortunali, ma anche incendi, annegamenti, epidemie, bonacce e cadute accidentali in mare. Ci descrivono battaglie navali, speronamenti, assalti pirateschi… Ma ci dicono soprattutto che la vita degli uomini, che con diverse e insicure imbarcazioni hanno solcato il mare, ha conosciuto la disperazione e la paura. Si sono imbattuti in gravi pericoli, temendo di morire sepolti nei fondali marini e di essere divorati dai pesci e dai mostri degli abissi. Sono testimonianza che solo alcuni sono stati graziati e salvati, magari per intercessione della Vergine e dei Santi protettori ai quali si erano affidati. In pochi sono sopravvissuti. Miracolosamente.

Quadri come questi non sono solo opere d’arte. Sono ben altro: sono storie di fede e di amore verso la vita. Testimoniano che Mare e Fede hanno un vincolo profondo.

Ogni tavoletta o oggetto devozionale ci svelano che la religiosità della gente di mare possiede una fede immediata e potente. Vissuta con semplicità e naturalezza.

ex voto, Museo Diocesano di Genova

Ogni ex voto è un eloquente esempio dell’immensa ricchezza dell’arte popolare che non tiene conto tanto dell’aspetto pittorico o estetico di ogni opera. Usano un linguaggio che non parla con simboli e canoni dotti, non conosce le regole della prospettiva ma “solo” quelle dei sentimenti e delle emozioni. E allora guardiamoli con uno sguardo diverso.

Perché se anche la maggior parte delle tavolette votive sono di fattura rudimentale, dipinte con tratto incerto e maldestro, create da un improvvisato artista che ha avuto qualche difficoltà a rappresentare correttamente un’imbarcazione o una scena di vita, di ogni storia hanno saputo immortalare la forza e l’incommensurabile.

Ma sono magia. Sono testimonianza della paura, del miracolo e del significato della preghiera.

E a spiegare ciò non servono artisti del pennello che sappiano rappresentare immagini perfette. È una pittura, questa, che chiede silenzio e accettazione. Che vuole esprimersi con semplicità.

Gli ex voto marinareschi sono questo: preghiera.

Tutto qui. E infatti non illustrano mai il momento in cui l’azione salvifica si è realizzata; raccontano semmai il momento del pericolo e della disperazione, così umana e così totalizzante.

È solo una piccola didascalia ad avere il compito, spesso, di spiegare e aiutarci a comprendere che è avvenuto un miracolo… se l’uomo è salvo, è perché “tacquero le onde del mare”, per volontà divina.

Si rimane sbigottiti e sopraffatti. Credenti o no, la vita è davvero un dono.