fbpx

Pink Society

lo sguardo rosa sulla società

Fare attenzione al ‘bio-wording’: a ogni età il suo set di trattamenti

quali sono i trattamenti più indicati per la tua età e come ottenere una pelle più luminosa, tonica e compatta

Vuoi preservare la giovinezza della tua pelle e ritardare i segni dell’invecchiamento? La medicina estetica offre una vasta gamma di trattamenti personalizzati per soddisfare le esigenze di ogni paziente. In questo articolo, esploreremo i tre livelli di azione a livello del derma: biostimolazione, biorivitalizzazione e bioristrutturazione. Scoprirai quali sono i trattamenti più indicati per la tua età e come ottenere una pelle più luminosa, tonica e compatta.

Il derma è il target di tante terapie medicina estetica che trovano indicazioni diverse a seconda delle fasce d’età e del grado di invecchiamento. In particolare esistono tre livelli diversi di azione a livello del derma, indicati in quest’ordine per classi d’età crescenti.

Biostimolazione

È tutto ciò che stimola i fibroblasti e questi si ottiene con piastrine (PRP), polinucleotidi e con l’acido ialuronico frazionato (a basso peso molecolare).

“È il primo step della manutenzione, obiettivo primario, insieme alla prevenzione, della medicina estetica – sottolinea il presidente della Società Italiana di Medicina Estetica SIME Emanuele Bartoletti – Questa terapia permette di mantenere i fibroblasti attivi nella loro produzione di collagene, elastina ed acido ialuronico, attività che si traduce in una cute più tonica, elastica e, poiché le piastrine contengono anche fattori di crescita che stimolano la produzione di nuovi vasi sanguigni, più rosea e più ossigenata. Ricordo che il PRP può essere eseguito esclusivamente in centri ospedalieri, o in studi medici autorizzati da un centro trasfusionale. In alternativa, l’infiltrazione di frazioni di acido ialuronico ha la capacità di stimolare i fibroblasti alla produzione di acido ialuronico perché è come se queste cellule, entrando in contatto con le frazioni, riconoscessero che l’acido ialuronico si sta degradando e quindi reagiscono di conseguenza con la sua produzione. I polinucleotidi invece aiutano, in via indiretta, i fibroblasti a mantenersi attivi nella replicazione e quindi nel numero, e nella loro capacità produttiva”.

Biorivitalizzazione (o biosupplementazione)

Consiste nella somministrazione dell’acido ialuronico nella cute un po’ più avanti con l’età, per sfruttare le stesse funzioni dell’acido ialuronico prodotto dai fibroblasti, cioè legare molecole d’acqua per idratare e distendere il derma.

“Quando i fibroblasti cominciano ad avere difficoltà nel produrre acido ialuronico o in pazienti con una cute molto secca e un derma molto sottile e poco elastico, può esserci indicazione a inserire nel derma dell’acido ialuronico puro associato più o meno a frazioni di acido ialuronico – dice il presidente SIME – Quello puro sostituirà l’azione di legare molecole d’acqua, e quindi idratare e inturgidire il derma, dell’acido ialuronico autologo, mentre le frazioni, stimoleranno comunque i fibroblasti a produrne di nuovo”.

Bioristrutturazione

Si effettua utilizzando i cosiddetti filler dermici ristrutturanti a base di acido polilattico o idrossiapatite di calcio diluita che stimolano la produzione di collagene (e non di acido ialuronico e fibrina). Quello che viene prodotto è un collagene ‘fibroso’ che, sulle pelli più avanti con l’età, ha la capacità di dare un volume diverso da quello ottenibile con i classici filler ed è molto modulabile. Il riempimento si ottiene infatti nell’arco di varie settimane (c’è bisogno di 2-3 sedute a distanza di un mese, da ripetere eventualmente dopo un anno) e ci si può fermare quando si raggiunge un risultato valido. È un riempimento ‘autologo’ ma solo con collagene prodotto dalle proprie cellule.

“Si tratta appunto di una ristrutturazione – conclude il presidente SIME – Andando avanti con l’età, la capacità di risposta dei fibroblasti alle stimolazioni analizzate finora ovviamente si riduce, per cui è necessario agire con un altro tipo di stimolazione che è quella di creare una reazione di leggera fibrosi che vuol dire riempire l’area stimolata con del collagene che occuperà spazio e aumenterà leggermente il volume dell’area trattata. Essendo una reazione progressiva, ci si può fermare quando si raggiunge il risultato idoneo. L’indicazione è lo svuotamento delle parti molli del volto, come le guance e la regione al davanti delle orecchie, con il risultato di una distensione delle fini righe superficiali proprie di una età un po’ più avanzata. Ovviamente tutte queste terapie devono avere una indicazione clinica sul paziente data sempre da un check up di medicina estetica e devono essere eseguite da medici preparati che ne conoscano potenzialità, limiti e soprattutto che rispettino le controindicazioni”.